Non è la prima volta che una casa di produzione di videogiochi effettua una raccolta fondi per aiutare chi è in difficoltà. Stavolta a beneficiare della generosità dell’industria videoludica è l’Australia, messa in ginocchio dalla serie di incendi che sta distruggendo il paese. I numeri della crisi sono impressionanti: 28 persone decedute, 10 milioni di ettari in fumo, centinaia di milioni di animali morti in un disastro ecologico e umano senza pari. Tra le cause c’è l’innalzamento delle temperature, che ha reso i roghi di portata maggiore rispetto a quelli degli anni passati.
Molte case di produzione e distribuzione di videogiochi si sono fatte avanti in prima persona per aiutare l’Australia a risollevarsi dal disastro. Tra le più importanti, Ubisoft ha donato 30 mila dollari alla Croce Rossa australiana e informato su come partecipare alla raccolta fondi in prima persona. Activision sta devolvendo il 100% dei ricavi ottenuti dalla vendita del DLC Outback Relief di Call of Duty: Modern Warfare alle vittime degli incendi. Bungie (sviluppatrice di Destiny e Halo) metterà in vendita delle T-shirt sul proprio store dal 16 gennaio, e i guadagni ottenuti fino al 18 febbraio saranno dati in beneficenza a WIRES e al Servizio Antincendio del Nuovo Galles del Sud, lo Stato australiano più colpito dalla devastazione.
Tra le software house minori, è da segnalare la raccolta fondi di Crytivo: la casa di sviluppo e di distribuzione di videogiochi statunitense donerà in beneficenza il 100% del ricavato della vendita dei prodotti dal proprio store e il 30% di quello proveniente da Steam nei mesi di gennaio e febbraio.
Durante un disastro del genere solleva sapere che il mondo dei videogiochi è in prima linea per quanto riguarda la beneficenza. La notizia non deve sorprendere, l’industria videoludica è spesso attiva nell’aiutare chi è in difficoltà. Più volte abbiamo riportato la notizia di software house che hanno sostenuto cause come l’accessibilità per i disabili, l’ambientalismo, la ricerca. Ormai la responsabilità sociale è un diktat per le aziende moderne, che guardano all’aumento del profitto mentre consolidano la propria immagine, aiutano il prossimo e immettono messaggi di solidarietà nel discorso pubblico. Se Ubisoft, Activision e Crytivo alla fine ci abbiano guadagnato o meno dalla raccolta fondi a favore dell’Australia non ci è dato saperlo, ma resta il fatto che i videogiochi hanno ancora una volta fatto del bene a qualcuno.
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