La caccia ai draghi di The Elder Scrolls si ripercuote nel mondo reale.

Gli Zenimax Online Studios uniscono le forze a Best Friends Animal Society e Global Giving per il nord America e la FOUR PAWS europea. Un’iniziativa davvero particolare per salvare gli animali del mondo tramite The Elder Scrolls Online, che prende il nome di #SlayDragonsSaveCats. In realtà questo non è che il primo capitolo di un evento più grande, che durerà fino a dicembre di quest’anno. Il ricco evento, inoltre, prevede anche la distribuzione di varie ricompense in-game previo raggiungimento di determinati obiettivi. Con tanto di barra per tenere sotto controllo i progressi raggiunti dalla community.

Ma tornando a #SlayDragonsSaveCats: che cosa devono fare i giocatori per partecipare all’iniziativa? Non c’è bisogno di iscrizioni o donazioni in denaro: sarà più che sufficiente giocare. Ergetevi al fianco della razza felina khajiiti presa d’assalto dai draghi, e per ogni cinque draghi eliminati Bethesda donerà alle associazioni di cui sopra un dollaro, per un massimo di 200.000. Naturalmente, se il farming proprio non vi piace potete sempre limitarvi a donare voi stessi, e partecipare comunque all’iniziativa Elder Scrolls per salvare gli animali.

Il mondo dei videogiochi sembra sempre più impegnato nel sociale.

Iniziano a farsi più frequenti iniziative come questa. Non era che lo scorso 27 settembre, infatti, quando Bandai Namco Entertainment ha regalato una copia di Code Vein a chiunque avesse donato il sangue durante il day one ufficiale del gioco – e una cosa simile era successa anche con Bloodborne.

Anche la realtà aumentata di Pokémon GO è sempre più attiva per il mondo: è ormai prassi annuale del produttore americano del gioco chiamare a raccolta i giocatori per pulire dai rifiuti il mondo in cui viviamo – un’iniziativa che va abbastanza di pari passo con quella studiata da Zenimax per salvare gli animali.

Il mondo videoludico è ormai un pilastro portante di questo mondo, eppure attira ancora a sé critiche piuttosto pesanti – come ad esempio quelle recenti sulla sua correlazione con la violenza nel mondo. Iniziative del genere fanno dunque sperare in un futuro fatto di accettazione più diffusa e di un medium, forse, meno fine a sé stesso di quanto l’audience possa credere.

#LiveTheRebellion