Una copia di Code Vein in regalo, al day one, al costo di una donazione di sangue.

L’iniziativa di Bandai Namco per il lancio del suo Action-Rpg è chiara. Una copia di Code Vein verrà regala a chiunque effettuerà una donazione di sangue il 27 settembre, day one ufficiale del gioco. L’annuncio arriva direttamente dall’account Twitter della divisione americana dell’azienda, ed è (almeno al momento) limitato alla città di San Diego, California.

I giocatori riceveranno una copia di Code Vein (non è ancora dato sapere se in forma digitale o in versione retail) e un “blood kit” promozionale, il tutto al “costo” di una donazione di sangue. Considerando che di solito una donazione viene ricompensata con una cifra tra i 20 e i 50 dollari, l’iniziativa di Bandai Namco è sicuramente lodevole; in un momento storico controverso per il medium, sopratutto in America, è importante lavorare sull’immagine dei videogiochi recepita dai non appassionati.

Regalare una copia di Code Vein per una donazione di sangue non è sicuramente la soluzione alle accuse di istigazione alla violenza rivolte al medium, che lo scorso agosto avevano portato la catena Walmart a rimuovere tutte le pubblicità videoludiche dai suoi store, ma è un’iniziativa concreta da cui partire.

Non una risposta alle critiche sulla violenza nei videogiochi, ma un'iniziativa concreta

L’inziativa, peraltro, non è del tutto inedita: Sony Interactive Entertainment aveva già organizzato qualcosa di simile in Danimarca, distribuendo con le stesse modalità una copia di Bloodborne o di qualunque altra esclusiva PlayStation.

Con l’occasione sarebbe stato inoltre possibile partecipare all’estrazione di una PlayStation 4 speciale a tema.

Il tutto ovviamente mettendo in piedi il solito marketing agguerrito cui Sony ci ha abituato negli anni, anche sui social, giocando con l’hashtag #GivBlodforBloodborne.

Negli anni, ad ogni modo, i videogiochi ci hanno spesso abituati ad iniziative benefiche. L’esempio più lampante è senza dubbio quello di Humble Bundle, rapidamente diventato il modo preferito degli appassionati di videogiochi per essere attivi nel sociale. Molti di noi hanno sicuramente, magari anche in modo non del tutto consapevole, supportato questa iniziativa; un piccolo gesto, che però si va a sommare ai piccoli gesti di tanti altri giocatori in questa battaglia silenziosa per il riconoscimento sociale del medium.

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