Perché se volete decidere quale console comprare sulla base di dove si guarda meglio Netflix non siete pazzi, siete solo incompresi.
Vi hanno detto che la cosa più importante sono i giochi, e che dovete scegliere in base a quelli. Vi hanno detto che tutto il resto è un contorno, che è inutile far bene cose che si trovano già su altri dispositivi, che tanto alla fine anni fa ti divertivi lo stesso anche se non c’erano dashboard piene di icone e fondamentalmente si inseriva il disco e si schiacciava il tasto power, ci fosse Netflix o meno.
Vi hanno detto una marea di c*zzate, in altre parole.
Prima i giochi? è una c*zzata
Perché in primo luogo “prima i giochi” (manco fossimo tesserati dell’equivalente viodeoludico della
Lega Nord) è
una fandonia in cui non crediamo più da tempi non sospetti. Pensate a quale piattaforma avete utilizzato per un po’ di binge-watching su Netflix, o a quando è stata l’ultima volta che avete armeggiato con un lettore DVD.
Pensate ad una decina di anni fa, quando vi siete detti “
sai che c’è? Se prendo PS3 poi posso usarla anche per guardare i Blu-Ray“, o a quando ancora più indietro avete fatto lo stesso ragionamento nei confronti di PlayStation 2. La verità è che dai tempi della prima PlayStation ormai
utilizziamo le console anche per fare altro, al di là del controller: e se negli anni ’90 questa generica etichetta “altro” si riassumeva in
qualche CD degli 883, alle soglie del 2018 ormai bisogna ammettere una cosa:
il 75% del nostro intrattenimento domestico passa per la console di casa. Netflix incuso.
Pensateci e vedrete che è proprio così: la vostra console preferita non è – non più – solo un
malcelato feticcio della vostra
nerditutine che trova spazio sotto la TV, ma è la porta di accesso da attraversare quando si decide di passare sul divano una di queste fredde serate invernali, accoccolati sotto una coperta buttando giù qualche schifezza calorica (e a vederlo scritto così suonerà forse triste, ma è un’impressione: se non è la ricetta della felicità quantomeno ci va abbastanza vicino). Alla luce di tutto questo
è davvero così sbagliato tenere conto anche di tutto questo quando si decide quale console acquistare?
Intendiamoci, è ovvio e che si vada a soppesare la softeca pad alla mano. Ma c’è un grosso ma: chi ormai è più vicino ai trenta che ai vent’anni (o ha già sfondato quella barriera) sta facendo o ha già fatto i conti con una realtà che credeva ridicola, ma che invece è davvero lì:
non sempre si ha la voglia o si hanno le energie per prendere un controller in mano, e alle volte
è bello fare dell’altro.
Non siete dei poser o dei cittadini di serie b: avete ragione voi
O altre volte invece non si può perché, in fondo, l’uomo è davvero un animale sociale, e ha bisogno di tempo per sé stesso quanto del tempo speso assieme agli altri, ed in questi casi amici, mogli e fidanzate
si godono meglio davanti ad un film che davanti ad Uncharted 4. Quindi no: se qualcuno vi ha detto che siete
cittadini di serie B in questa industria o che siete dei casualoni perché avete avuto l’ardire di fare questi ragionamenti, avete semplicemente avuto la
sfiga di imbattervi in qualche fondamentalista. Non avete nessun problema e – anche fosse – alla fine il vostro tempo libero
è per definizione vostro, per cui dovete risponderne solo a voi stessi. Se a leggere queste righe ci state già bollando come casual gamer, finti appassionati o poser, ancora non avete visto nulla:
Stiamo per spiegarvi come Xbox One sia probabilmente il miglior centro multimediale che potete posizionare in salotto.
Togliamoci subito il dente: nel complesso
PlayStation 4 offre un’esperienza più “completa”:
“best place to play”, davvero…
i titoli multipiattaforma tendenzialmente girano meglio (al netto di Xbox One X, ovviamente), e non è un mistero che anche considerando come esclusive per la macchina Microsoft tutti quei titoli disponibili anche su PC – che è escluso dai nostri ragionamenti quasi a prescindere, perché è la macchina per antonomasia per gli utenti più esigenti (gli “smanettoni”) – dal punto di vista della quantità Sony abbia spinto di più. Con ragione, vista la direzione presa dal mercato. E giocoforza Nintendo, almeno per ora, ha fatto harakiri ai fini di questo articolo.
… ma non si vive di soli giochi. Non dopo i 20 anni
Switch è una console dove potete giocare tantissimi software da
autoerotismo ludico (e anche più di qualche conversione che semplicemente è
più figa sull’ibrido Nintendo), ma a parte quello rimane
una dashboard vuota ed essenziale. Xbox sulla carta quindi sembrerebbe indietro, però è a questo punto che bisogna avere
un po’ di onestà intellettuale. Non avete passato di certo l’ultimo anno ad ammirare
Horizon Zero Dawn e basta, e anzi molto probabilmente avete giocato più titoli multipiattaforma rispetto alle esclusive, visto che il mercato spinge in quella direzione. Titoli che trovate anche su Xbox One (da qui la definizione “multipiattaforma”, era inutile specificarlo). Ma su Xbox One trovate due cose che la concorrenza non ha o ha imitato decisamente peggio, ovvero i comandi vocali e la splendida companion app della casa di Redmond, capace di girare su letteralmente qualunque dispositivo abbiate in casa – PC incluso, ma sull’integrazione con Windows torneremo a breve.
Risultato? Più di qualche sera appena arrivo a casa “Xbox, vai a Netflix” ha sostituito i saluti di rito e l’app Xbox è a fianco a Whatsapp per essere sempre pronta. Ah, e non so dove sia il mio telecomando.
I casi della vita: Kinect è ludicamente inutile, ma ci manca per tutto il resto
Spiace anzi constatare che –
per colpa nostra, a questo punto –
Microsoft abbia tagliato i rubinetti a Kinect: già da qualche versione della dashboard la periferica stile “Grande Fratello” di Xbox non supporta più le gesture per la navigazione nei menu, feature ludicamente inutile ma che nella pratica permetteva di godersi tutto quello che non era videogioco senza passare per controller, telecomandi e altri ammennicoli. E tornando all’esempio di Netflix, in buona sostanza è possibile solo avviare l’app e poco altro (play, pausa e regolazione del volume) senza utilizzare qualche altro aggeggio, laddove un’esperienza vocale più completa avrebbe reso il tutto
ancor più appetibile. In compenso la citata app è davvero fenomenale, permettendo di trasformare qualunque cosa in un praticissimo telecomando: navigazione nei menu, controlli multimediali e regolazione del volume, e volendo anche la possibilità di accendere da remoto la console.
Ma non finisce con Netflix (e con le altre app di streaming), vista la presenza sullo store non solo di altre app multimediali come Plex – che comunque è disponibile anche su PlayStation 4 – che permettono di interfacciarsi
anche al Media Server di casa (
si, ho un Media Server in casa e non me ne vergogno.
Dovreste vergognarvi voi per non averlo), ma anche di condividere con un semplice click destro anche i contenuti “navigabili” tramite il file system di Windows. Sia che siano sull’hard disk del proprio PC, sia che siano condivisi sulla rete locale. PlayStation 4 rimane, come detto,
un ottimo secondo: chi non ha particolari esigenze – la gente “normale”, verrebbe da dire – trova tutto quello di cui ha bisogno (anche perché ormai vanno per la maggiore i servizi in abbonamento) e lo trova facilmente. Con qualche smanettamento in più, trova anche il resto, per quanto non nella forma smagliante vista su Xbox – sono comunque
lontani i tempi in cui PS3 “vedeva” per i fatti suoi tutta la libreria di file condivisa sulla rete locale e ne permetteva la fruizione direttamente dalla compianta
XrossMediaBar.
A questo punto è legittimo chiedere: ma è tutto questo discorso ha senso alla luce dei vari Chromecast, Fire TV e altri Set-top box o affini?
Assolutamente sì.
Quando si parla di tempo libero, essere pigri è un dovere
Chi quando si parla di Netflix su console – in particolare, su console che non ce l’hanno alla ricerca di una motivazione valida per questa mancanza – tira in ballo Chromecast
non ha capito fondamentalmente niente (
si, lo so che apprezzate la mia capacità di girare attorno alle cose). Ma non perché lo dico io o perché lo dice Netflix stessa, che ha più volte ribadito che la piattaforma di riferimento per loro è PlayStation 4 (e ci credo, visto che ha venduto
oltre 80 milioni di pezzi, che diventano oltre 80 milioni di potenziali abbonati), ma molto più banalmente perché ignorano un principio fondamentale:
la gente è pigra. Io per primo, ed è
una delle mie migliori qualità.
È proprio la pigrizia a
guidare la ricerca della miglior User Experience, è proprio perché quando vogliamo stravaccarci sul divano non vogliamo fare nient’altro che stiamo vivendo uno dei periodi storici migliori per il dolce far niente. E Chromecast è tutto, tranne che un dispositivo per pigri: funziona egregiamente per quello che deve fare e costa una cifra ridicola, ma la necessità di dover sfruttare un altro device per poterlo “pilotare” lo rende
tremendamente meno immediato rispetto alle soluzioni offerte su console. E l’esperienza è soggetta anche a
qualche problema, come qualche sporadica disconnessione (dovete mettere in pausa proprio in quel momento? C’è un
lag di qualche secondo perché per qualche motivo Netflix s’è staccato da Chromecast) e, a dirla tutta, il fatto che sia relativamente facile collegarsi all’accrocchio made in Google per dare fastidio a tutti quelli che stanno davanti allo schermo.
Sceglierò sempre una persona pigra per fare un lavoro difficile. Troverà un modo facile per farlo.
Bill Gates
Per cui sì, scegliere la vostra macchina da gioco sapendo che poi ci farete anche dell’altro – soprattutto se non siete più dei teenager – è una manovra che ha decisamente senso.
#LiveTheRebellion