Panico e paura ad Hyrule dopo l’annuncio del Season Pass legato all’imminente nuovo capitolo di The Legend of Zelda. Ma siamo sicuri che sia davvero il caso di gridare all’imborghesimento di Nintendo?

Edizione straordinaria! Indignazione tra gli attori di Hyrule. Le proteste della compagnia teatrale stanno percuotendo tutto il regno, dopo che Nintendo ha dichiarato che la nuova pièce di cui saranno protagonisti dal 3 marzo, chiamata Breath of the Wild, prevederà ben due spettacoli aggiuntivi al costo di 19,99 Rupi€. I due spettacoli comprenderanno anche una versione più dura e impegnativa della messa in scena, fatto che ha non poco indispettito il protagonista Link, già provato dallo spettacolo originale. Gli attori principali, Link, Zelda e Ganondorf, minacciano di lasciare la compagnia, tenendo con il fiato sospeso tutti gli appassionati. La situazione è ancora in divenire, vi terremo aggiornati minuto per minuto, linea allo studio.

Nota: Recenti studi affermano che l’introduzione appena letta migliora del 400% avviando il video qui sotto

Zelda e la sua passione per la pizza quattro stagioni
sentimenti contrastanti per l’annuncio del season pass del prossimo episodio di Zelda. giusto o sbagliato?
A dirla tutta, se avessero protestato gli stessi protagonisti dell’attesissimo The Legend of Zelda: Breath of the Wild, in uscita il prossimo 3 marzo su Wii U e Nintendo Switch, avremmo anche potuto capirli. D’altronde le fatiche a cui li vedremo sottoporsi potrebbero stremarli e dover prendere parte a nuove avventure sarebbe destabilizzante anche per degli eroi leggendari. Un po’ meno comprensibile è il clamore suscitato tra gli appassionati di mezzo mondo, che vedevano Nintendo come ultimo baluardo del gioco fatto e finito, magari senza rendersi conto che questo adeguamento alla pratica del Downloadable Content, o DLC se gli volete dare confidenza, era già iniziato con Wii U e 3DS. Proprio il giorno di San Valentino, il 14 febbraio scorso, la grande N ha annunciato il piano per i contenuti scaricabili della sua nuova creatura, che tanto abbiamo sognato e desiderato giocare dal suo annuncio durante l’E3 2014. Ma a cosa darà accesso questo peccato originale sotto forma di pass digitale? Comunicato stampa di Nintendo alla mano, quest’estate si renderà disponibile il primo pacchetto, contenente una nuova sfida denominata “Cave of Trials“, una nuova modalità per giocatori esperti (un nuovo livello di difficoltà insomma), e una nuova caratteristica per la mappa di gioco (il che incuriosisce. In cosa consisterà?). In tempo per le festività natalizie verrà poi lanciato un secondo pacchetto, da scartare sotto l’albero per godersi un nuovo dungeon e, udite udite, una nuova storia originale. Il tutto corredato da ammennicoli vari, come una maglietta per Link con ricamato il logo di Nintendo Switch, très chic! Le polemiche sono state immediate e continuano anche a distanza di qualche giorno; chi attesta già che i DLC siano niente meno che parti tagliate dal gioco originale rivendute a caro prezzo, chi invece ne predica il boicottaggio e una sorta di Occupy Kyoto per protesta. Senza dimenticare i delusi, che vedono Nintendo come una Cuba di Castro, che deve isolarsi dal mondo a cui appartiene per mantenere integra la sua identità, senza prostituirsi alle nuove logiche del mercato videoludico.

nintendo non vende pezzi di un gioco incompleto a caro prezzo, bensì impreziosisce le proprie creature
Cerchiamo ora di analizzare la situazione con calma, magari partendo da questa ultima polemica. Sicuramente Nintendo negli ultimi anni è stata alle volte molto distante (e anche anacronistica se vogliamo) dalle sue rivali Sony e Microsoft in quanto a filosofia, e in generale rispetto alle altre software house, che hanno visto nei nuovi store online nati durante l’era PlayStation 3-Xbox 360 (senza dimenticare Steam su PC) una nuova possibilità di guadagno, aggiornando periodicamente i loro prodotti con nuovi contenuti. Adesso, questo ha portato a due strade distinte: da una parte chi ha sfruttato questo mezzo per impreziosire le sue creazioni, grazie a nuovi e interessanti contenuti che hanno mantenuto in vita alcuni titoli per molti mesi, e ricavandone di conseguenza ulteriori guadagni dal lato meramente monetario. Dall’altro lato c’è chi ha sfruttato questa opportunità per lanciare sul mercato titoli oggettivamente monchi, poco curati e venduti a prezzo pieno, per poi piano piano aggiungere contenuti che avrebbero potuto essere inseriti nel pacchetto base (senza dimenticare le varie patch che vanno a risolvere problemi che alle volte minano la giocabilità del titolo, anche se almeno quelle sono di prassi gratuite), con una programmazione del lavoro un po’ più oculata e intellettualmente onesta. Inutile fare nomi di giochi o software house specifiche, ognuno ha i suoi esempi in testa. Se partiamo da questo presupposto, da queste due categorie, è lampante come Nintendo rientri ampiamente nella prima. Basta analizzare Mario Kart 8, hit per Wii U che al lancio si presentava con 32 tracciati (divisi in 8 campionati, ognuno dei quali affrontabile in 3 classi diverse) e 30 personaggi diversi, a cui sono stati aggiunti due pacchetti DLC, con 8 tracciati ciascuno e 6 nuovi personaggi, senza contare una quarta classe, la 200cc, disponibile con un aggiornamento gratuito. Capirete che il pacchetto base era già di per se sostanzioso e completo, e i DLC non hanno fatto altro che allungare la vita di questo splendido titolo, il tutto al modesto prezzo di 12€ per il Season Pass (8€ cad. se acquistati singolarmente).

Mario può derapare su 32 tracciati base più 16 dai 2 pacchetti DLC. Per chilometri di scie nere e odore di gomme bruciate. Tutti in piedi sul divano!

A voler ben vedere, anche uscendo dal seminato di Mario Kart 8, a Nintendo non può essere certo imputato di aver mai rilasciato prodotti incompleti, vivendo la politica del DLC come un modo per dare ancora più lustro ad opere già di per se sapientemente realizzate. Lo stesso Bill Trinen, Senior Marketing Manager di Nintendo of America, è sceso in campo per difendere a Master Sword tratta le scelte degli Aonuma-boys.

 

Eiji Aonuma e il suo team hanno lavorato duramente al gioco base, lo hanno completato e dunque sono passati a rifinirne i dettagli, arrivando alla conclusione che sarebbe un vero spreco utilizzare l’enorme mondo di Hyrule per un solo progetto. […] Non si tratta di contenuti tagliati dal gioco e lo dimostra il fatto che i due pacchetti non saranno disponibili al day one.

 

Hanno completato il gioco base dopo ben due anni di rinvii? Non ce lo saremmo mai aspettati. Sarcasmo a parte, era intuibile fin da subito che si trattasse di gustose aggiunte e non di tagli, bensì di sfizi assolutamente non obbligatori per godersi il nuovo Zelda; ma che chi lo amerà ovviamente acquisterà volentieri queste espansioni, per restare ancora qualche ora nel suo sconfinato mondo virtuale. E poi diciamocelo, perché Nintendo (così come tutte le altre software house che lavorano bene) non dovrebbe guadagnare dai suoi prodotti dopo il lancio o anche semplicemente allungare la vita di un’opera frutto di un mirabile lavoro?

A Link to the Future
Nintendo, come tutte le altre potenze del settore prima di lei, ha deciso di guadagnare dai suoi lavori sul lungo periodo. Bene!
Su questo titolo Nintendo ci ha messo la faccia, tanto da rinviarlo appositamente per far coincidere la sua uscita con quella della nuova ammiraglia, quel Nintendo Switch che è la summa del lavoro fatto in quel di Kyoto durante le ultime generazioni e sul quale Kimishima e il suo CDA hanno fatto all-in. Nei piani di Miyamoto e Aonuma dovrà fare epoca come un’Ocarina of Time qualsiasi, dichiarazioni e intenti di un certo peso, ne converrete. Allora perché non godercelo per più della sua durata originale? Perché non permettere alla stampa specializzata di parlarne fin quasi al tramonto del 2017? Non ci sono obiezioni sensate a questi quesiti. I due pacchetti saranno sezionati da abili redattori a tempo debito, e starà ai giocatori scegliere poi se procedere al travaso di fondi dalla propria cassa a quella di Nintendo (ok che N ci ha donato molti sogni in questi anni, ma anche loro vivono di solide realtà, come recita un famoso claim), senza viverli come un pezzo di puzzle scippato da un operaio della Ravensburger in fase di confezionamento. Facciamocene una ragione, questa prassi del DLC è ormai parte del nostro hobby e diventerà parte dei prodotti Nintendo, con un Kimishima molto meno sognatore del suo indimenticabile predecessore, più pragmatico e attento al bilancio come è naturale che sia, quando si è al timone di una delle aziende leader del settore, soprattutto intenta a rilanciarsi prepotentemente per entrare in collisione con gli altri colossi, PlayStation e Xbox. Il punto è, possiamo fidarci del fatto che Nintendo ci proporrà sempre prodotti completi e curati senza farsi attrarre da pratiche poco limpide e convenienti per il consumatore? Il caso Splatoon è la risposta. Il titolo, lanciato nel 2015 e divenuto un vero e proprio successo commerciale inatteso, era partito come una sorta di esperimento, a cui ad un’idea di base geniale facevano da contrappeso due sole modalità, poche armi e soprattutto poche arene. Conscia di questo, Nintendo ha periodicamente aggiornato il titolo nell’arco di un anno, gratuitamente (non esistono DLC a pagamento per Splatoon), aggiungendo una grandissima quantità alla qualità cristallina insita nel codice del gioco. Quindi si, per il momento, la grande N ha ancora la nostra fiducia di acquirenti.

 


Per approfondire:
Splatoon 2
 

Certo, qualche critica si può ovviamente muovere, come l’obbligo acquistare il season pass invece di decidere se acquistare solo uno dei due pacchetti, scelta abbastanza bizzarra, fatta forse pensando solo al portafoglio. Naturalmente dovremo poi capire, pad alla mano, se questi contenuti varranno il loro prezzo di acquisto.

Insomma, adesso sapete cosa ne pensiamo, per noi “è giusto così”, come asserisce spesso il nostro Pietro, che si è inventato questi titoli ad alto tasso polemico. Adesso però passiamo la palla a voi per continuare la discussione sulle nostre pagine, dividendovi ma inneggiando sempre “lunga vita a Zelda!” (e questa volta è proprio il caso di dirlo, fino al completamento della quest principale e oltre!).

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