Redazione ILVG

Speciale Top 10 2015: Luca “ShadeNemesis” Pitocchi

In parallelo agli Ilvg Awards, che eleggeranno il gioco dell’anno dell’utenza, i redattori di I Love Videogames hanno deciso di preparare degli articoli più personali a proposito del loro 2015 videoludico.
Un anno strano, questo 2015 appena trascorso. O perlomeno lo è stato per il sottoscritto, dal punto di vista videoludico: escludendo piattaforme console, e passando perlopiù tempo tra i settaggi di un PC, ho avuto la strana sensazione di essere tornato indietro nel tempo ai primi anni 2000, con un tripudio di remake di qualità che mi hanno riportato ai fasti delle prime notevoli esperienze di gioco che non fossero targate Nintendo (perchè come tutti, negli anni ’90, sono stato uno sporco nintendaro, e lo sarò ancora).
Per contro, questo strano anno videoludico ha proposto anche una buona fetta di sequel e poche IP nuove in grado di lasciarmi quella sensazione di appagamento che sempre più di rado riesco a provare davanti alla marea di titoli che emergono ogni anno. Chiamatemi nostalgico, se volete, ma a voler scavare a fondo dietro il senso di questa top 10, potete trovare una discreta tendenza ad andarci coi piedi di piombo da parte del mercato, che al momento, a parte qualche sporadica illuminazione di lampadine mentali, offre ben poca novità in meccaniche e tematiche videoludiche. E allora, tanto vale crogiolarsi nel passato.
Prima di scendere nel dettaglio della classifica, tuttavia, ci sarebbero da fare un paio di menzioni speciali, titoli che, nel bene E nel male, mi hanno colpito così tanto che era impossibile non dedicare loro un trafiletto.

MENZIONE SPECIALE – “TAPPABUCHI” DELL’ANNO: Fallout Shelter
Parliamoci chiaro, con Fallout Shelter, Bethesda ha chiaramente detto: “vogliamo gonfiare l’hype per il nuovo capitolo principale il più possibile“. E giustamente c’è riuscita, con un titolo che, nel suo piccolo, è stato in grado di tenermi incollato (e come me molti altri) ad uno schermo non più grande di 10”, arrivando persino a mettere a rischio le mie priorità di coppia.
Per non più di una settimana, ovviamente: giusto il tempo di vedere una proliferazione insensata di deathclaw alla porta del mio piccolo centro di eugenetica sociale rifugio antiatomico, e accorgermi che si trattava di un gioco decisamente mal sviluppato sotto l’aspetto della difficoltà. Un titolo fatto esclusivamente per ricordarci ad intervalli regolari che quello era solo l’aperitivo a qualcosa di più grande in arrivo a novembre, centellinato meglio di qualsiasi campagna pubblicitaria, ma che preso singolarmente offre ben poca varietà.
Non lo nego, ho persino investito qualche spicciolo nelle microtransazioni (disonore su me, sulla mia famiglia, sulla mia mucca) per vedere quanto era profonda la tana del bianconiglio, ma a parte qualche siparietto comico involontario, la sostanza era ben poca.

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“Che bello vivere al sicuro dall’apocali…oh…”

MENZIONE SPECIALE – PREMIO “POTENZIALE SPRECATO”: King’s Quest (2015)
Eeend de uinner is…. Il nuovo remake/reboot/retelling (o come diavolo vogliono chiamarlo i ragazzi di The Odd Gentlemen) di King’s Quest.
Chiariamo subito una cosa: sono un avido fan di avventure grafiche e simili, e per me l’era degli originali Sierra e LucasArts, pur avendola vissuta “in differita” di qualche decina d’anni, è stata un periodo d’oro per la narrativa. La notizia che King’s Quest sarebbe tornato in una veste grafica degna del terzo millennio e con una storia completamente rinnovata (nel formato episodico che ormai è quasi sinonimo di qualità per il genere), mi ha gasato non poco.
Bollare i primi due episodi come pessimi sarebbe un errore madornale, il buono c’è. Tuttavia quanto visto sinora non è stato del tutto convincente: saranno le aspettative decisamente alte, sarà il fatto che la scelta di narrare degli episodi scollegati tra un capitolo e l’altro della saga originale non giova granchè all’ambientazione e alla caratterizzazione dei personaggi, sarà lo spostamento tra i toni narrativi da un episodio all’altro… Fatto sta che entrambi gli episodi usciti sinora (“A Knight to Remember” e “Rubble Without a Cause“), non sono stati completamente in grado di sorprendermi.
Tuttavia, restano ancora tre capitoli e un epilogo da vagliare, e chissà, magari a gennaio 2017 saremo nuovamente qui a parlare di questa rediviva saga in toni completamente opposti.

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“Tranquillo Graham, nessuno vuol farti del male… Per ora…”

Tolta questa abbondante e ingombrante premessa di mezzo, a voi la top 10 vera e propria, sentitevi liberi di essere o meno d’accordo.

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