Stefano Calzati

Speciale Wonder Woman – Wonder Movie?

A distanza di pochi mesi dall’apparizione in Batman vs Superman: Dawn of Justice, la splendida Gal Gadot torna sul grande schermo nei panni di Wonder Woman, nella prima pellicola interamente dedicata alla più famosa eroina DC Comics, l’amazzone portatrice di pace (a suon di cazzotti)!

Da assoluto profano di fumetti e appassionato di cinema a tutto tondo (nonché divertito spettatore di tutti i film sui supereroi che mi capita di vedere, come Doctor Strange), sono stato all’anteprima dell’atteso film dedicato a Diana Prince, eroina cult simbolo di eroica femminilità, nata nel 1941 dalla matita di William Moulton Marston (il quale volle dare un simbolo alle donne dell’epoca, in costante lotta per emergere da una società totalmente maschilista) e che da allora sgomita e si contende la scena DC con personaggi del calibro di Superman, Batman e tutto il gruppo Injustice. Sarà dunque riuscita la bella e fortissima Wonder Woman a battere tutti i rivali presenti sul competitivo ring dei “superhero movie“? Scopriamolo insieme, tra sacro e profano, attendendo l’uscita nelle sale fissata per domani, 1 Giugno.

Wonder-minestrone
Un vero e proprio fumetto su pellicola, con tutte sue le piacevoli ed epiche assurdità…
Patty Jenkins, già regista di Monster (che valse l’Oscar a una superba Charlize Theron nel 2003. Un fil-rose più che rouge) torna dietro la macchina da presa (cinematografica) proprio in questa occasione, dopo 14 anni e una carriera vissuta per lo più nell’ambito delle serie TV. La cinepresa balla quindi sulle note dello spartito basato, ovviamente, sul fumetto originale e sulle idee dell’onnipresente Zack Snyder. Il risultato è un calderone messo a bollire sul fuoco del dio Vulcano, in cui c’è davvero di tutto: a partire dalle Amazzoni naturalmente, che vivono e si allenano sulla nascosta, incantevole e impenetrabile (non proprio) isola di Themyscira (presumibilmente al largo delle coste greche e in realtà ripresa tra le splendide Matera e Marina di Camerota) guidate dalla Regina Hippolyta (Connie Nielsen) e da sua sorella, il generale Antiope (che classe Robin Wrightanche nei panni di una guerriera). In questo vero e proprio paradiso terrestre cresce la nostra Diana, unica bambina tra queste forti donne, nata dall’argilla a cui Zeus ha donato la scintilla della vita, esaudendo il desidero di Hippolyta. Già dalla tenera età la nostra dolce bimba mostra un grande interesse per l’arte del combattimento, prenotando di fatto un futuro nel quale si dovrà battere col dio della guerra in persona, Ares, colui che ha instillato il dubbio e la violenza nel cuore degli uomini, creature perfette nate dalla benevolenza del padre di tutti gli dei. Proprio questo è il fine ultimo delle Amazzoni, quello di aspettare la resa dei conti finale e liberare definitivamente il mondo dalla guerra.

…tipo divinità greche che scatenano la Prima Guerra Mondiale!
Guerra che arriva improvvisamente sotto forma di soldati del Secondo Reich, che nel mezzo della Prima Guerra Mondiale si ritrovano ad inseguire la spia statunitense Steve Trevor (Chris Pine) proprio oltre i confini dell’inaccessibile isola, in verità protetta da una mera illusione ottica. Da questo momento il film decolla e Diana, ormai una giovane guerriera decide di seguire Steve nella guerra contro i tedeschi, con in cuore la speranza di trovare Ares (la vera causa del conflitto, secondo lei), ucciderlo e porre fine alle brutalità della più grande guerra che il mondo abbia visto. A questo punto abbiamo una libera interpretazione della Grecia dei miti e delle leggende che si scontra con la Prima Guerra Mondiale e che da origine a una trama che è un po’ spy story, un po’ war movie, molto fantasy e certamente supereroica. A questo va aggiunto un cast di comprimari assolutamente sopra le righe, capitanati dal mitico Ewen Bremner, ieri Spud in Trainspotting (e relativo secondo capitolo) e oggi Charlie, cecchino scozzese con i nervi non proprio saldi. Il risultato è un minestrone talmente ricco di sapori e campato per aria che fa il giro e si rivela comunque gustoso, tutto costruito attorno alla figura di Gal “Wonder Woman” Gadot, a cui l’incedere della trama, più che altro un divertente pretesto, non toglie nemmeno un secondo davanti alla telecamera.

Wonder Gal Gadot
Dire che il fulcro della pellicola sia la protagonista sarebbe come dire che [un gioco a caso di Kamiya] è il miglior videogioco di sempre: un’ovvietà. L’attrice israeliana, nota al pubblico cinematografico soprattutto per il ruolo di Gisele Harabo in Fast & Furious, veste oggi i panni dell’eroina armata di frusta e scudo come se ci fosse nata. La bellezza della sua figura è visibile a chiunque, ma il personaggio riesce ad andare oltre alle apparenze (nonostante l’attrice debba ancora raggiungere una piena maturità artistica, ma ci arriverà), grazie alla scelta di caratterizzarla fin dall’infanzia. Diana è dapprima una ragazza che non sa niente del mondo esterno, cresciuta nel giardino dorato di Themyscira e mossa da ideali puri e ingenui, antichi e ormai irrealizzabili, quasi fanciulleschi, come la classica pace nel mondo, che le Amazzoni credono possibile sconfiggendo il Marte romano. Man mano che la realtà si paventerà davanti ai suoi occhi, in tutta l’atrocità della Grande Guerra, la nostra “donna delle meraviglie” comincerà a mettere in dubbio la purezza dell’animo umano e i suoi ideali, mescolati con la cruda realtà, ne sorreggeranno lo spirito combattivo, e che spirito.

L’impavida Gal Gadot ruba la scena a tutto il cast (soprattutto ai “cattivi”) con una prestazione convincente, eroica e molto umana. Menzione d’onore per Ewen Bremner, sempre mitico.

I combattimenti, pur non raggiungendo la pulizia e la spettacolarità dei rivali Marvel, riescono ad essere aggraziati come il viso della Gadot, in un continuo tango dove le armi da fuoco dei tedeschi nulla potranno contro le sue innate doti corpo a corpo e una forza sovrumana. Queste scene saranno molto fisiche e convincenti, anche grazie al background dell’attrice, che ha prestato servizio nell’esercito israeliano e ha particolare dimestichezza con le arti marziali; non una dote di poco conto quando si parla di far recitare anche il proprio corpo. La scenografia dona ancora più risalto alle gesta di Wonder Woman, così fuori luogo con le sue armi e armature tra le trincee del Fronte Occidentale e la guerra chimica messa in atto dai due villain, il generale Erich Ludendorff (Danny Huston) e la scienziata pazza (proprio definita così nel film, un classicone) Maru aka Dottor Poison (Elena Anaya), che non tengono testa neanche per una scena alla nostra eroina, peccando mortalmente per caratterizzazione. Nulla potranno contro una super-donna forte, risoluta, pura e come spesso accade, pronta ad amare.

The Wonderful 141′?
Riprendendo il titolo del supereroico capolavoro di PlatinumGames per Wii U, mi chiedo da solo, sono stati 141 meravigliosi minuti? Meravigliosi certamente no, godibili assolutamente si. Wonder Woman è un action movie ben confezionato, con un’ottima scenografia e un buon ritmo, ma soprattutto con una storia che, seppur ai confini dell’assurdo, fa molto fumetto; d’altronde la base è esattamente quella dell’opera su carta di DC Comics (mi sono documentato, nonostante ciò che ho scritto all’inizio dello speciale!). È il passaggio da cellulosa a celluloide che alle volte stranisce, soprattutto quando si ha davanti una trama così esagerata, ma non per questo deve avere un’accezione negativa. Personalmente mi ha divertito molto appunto per questo, lasciandomi un po’ deluso solo per il finale, leggermente moscio, senza ovviamente entrare nei dettagli. In fin dei conti tutto ruota perfettamente attorno a una Wonder Woman più femminile che mai, in quello che è un inno al woman-power e alla forza con cui le donne sanno raggiungere i propri obiettivi, implacabili ma senza dimenticare la propria umanità e l’amore per le persone care, cosa che al sesso maschile spesso non riesce.

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