Il lavoro di Kibou Entertainment, Timothy and the Mysterious Forest, è uscito da pochissimo su console. Io ho provato la versione PS4, ma essendo un porting 1:1 non dovrebbero esserci grossissime differenze nella versione Switch, se non una, secondo me, maggior comodità per l’utente nel caso si decida di comprare il titolo sulla console Nintendo.
Voglio fare una premessa prima di partire con la recensione. Una premessa importante e molto personale. Io sono un hardcore gamer. Non ho il senso della misura quando si tratta di gestire la difficoltà. Sparo tutto al massimo dal primo momento perché è così che mi sento a mio agio. Non sono però uno sprovveduto e vi giuro che ho pensato per giorni a questa recensione e a come adattare ciò che può piacere a me, a chi è meno sadico. Timothy and the Mysterius Forest è un gioco difficile (non artificialmente), frustrante e incomprensibile alcune volte. Soprattutto per alcune scelte di design per me geniali, ma che sono molto lontane da ciò a cui siamo abituati. Quindi, io vi invito a leggere questa recensione mantenendo sempre in mente che tipo di persona sta scrivendo questo pezzo. Detto questo, vi lascio assaporare la qualità eccelsa dell’OST di questo titolo.
Memorizza. In Timothy and the Mysterious Forest la chiave per vincere è la memorizzazione. Mappe, movimenti dei nemici, testi, oggetti. Tutto. Che si tratti di memoria muscolare o non, tutto deve essere memorizzato se non si vuole spaccare il gamepad contro una parete.
Partiamo dai nemici. Come vi ho detto prima, la difficoltà in Timothy non è una difficoltà artificiale. In poche parole non hai nemici con output di danno fuori scala o pattern illeggibili. In Timothy tutto ti shotterà con un colpo solo e tutto shotterai con un colpo solo (boss esclusi). Praticamente il comunismo dei danni. “Eh ma così è ingiusto! Io sono abituato ad avere centoquattordici milioni di vite! Come farò signora mia.” Impic… Ehm, è una domanda che mi sono fatto anche io. La mia prima morte è stata uno shock.
Ero abituato a testare i pattern, anche quelli estremamente leggibili come in questo caso, prima di affrontare per bene l’area. Quindi alla morte con un colpo sono rimasto un attimo interdetto, ho preso il telefono e ho scritto ad un amico per fare mente locale. Dopo una chiacchierata solitaria perché ho degli amici molto cari, mi sono detto “Non è il gioco a essere in difetto, sono io che mi sono dimenticato che una volta erano questi i giochi che mangiavo per ore”. Ho quindi ripreso in mano il gamepad e ho memorizzato alla perfezione il pattern di ogni singolo nemico in ogni singola area del gioco. Così tanto da non sbagliare mai. E devo dirvi che mi sono sentito appagato come non mai.
Luoghi, dialoghi e scritte
Sempre rimanendo sul discorso della memorizzazione, vanno memorizzati perfettamente i luoghi (che vedremo dopo) e soprattutto i dialoghie le scritte. Questo gioco è pieno zeppo di citazioni e consigli da parte degli NPC o dei cartelli. Nulla, vi giuro nulla è lasciato al caso. Se ragionate e memorizzate potreste anche non morire mai alla prima run. Non fatevi ingannare dalla difficoltà apparente, non è un trial and error. Il gioco se si sta attenti è facile. Tutto è dove deve essere e tutto è memorizzabile. E’ un gioco piccolo, corto, senza pretese fuori scala, quindi va sviscerato fino al midollo. Se lo farete vi assicuro che non solo sarà una palestra eccezionale per la vostra memoria, ma vi ritroverete a fare altre run complete e in tranquillità, guardando un video su youtube, o, come me lavorando a qualche puntata di qualche podcast altisonante.
Come nei vecchi giochi: giocare e rigiocare per il puro gusto di migliorare te stesso
Esplora
Esplora. La seconda chiave per vincere in Timothy and the Mysterious Forest è l’esplorazione. Nel gioco non abbiamo dei veri e propri checkpoint. In determinati luoghi della mappa avremo dei punti di salvataggio. Alla morte si ricaricherà l’ultimo salvataggio effettuato. Quindi se avrete superato un’area o raccolto degli oggetti senza salvare, vi ritroverete punto e a capo.
Oggetti e Ambientazione
Damnatio Spine: Io odio le spine o le trappole puntate nei videogiochi. Le odio. Sono la causa principale di morte nei videogiochi. Nella furia della battaglia non le vedi e anche se non sei in battaglia hanno un pattern o troppo veloce o troppo randomico per essere anche solo intuito. Per questo vado in estasi quando vedo delle spine fatte per bene.
Per questo memorizzare e esplorare. La memorizzazione vi aiuterà a non morire quanto ripasserete più volte dalle stesse aree (e lo farete, ve lo assicuro), l’esplorazione vi aiuterà a trovare tutte le cose interessanti (segreti compresi, alcuni dei quali vi semplificheranno non poco la vita) e vi permetterà di andare a colpo sicuro quando dovrete ritornare per portare un oggetto o sbloccare un area prima inaccessibile.
Ora pero arriviamo alla parte figa perché è quella che mi interessa di più: l’ambientazione. Dio, dovete esplorare perché l’ambientazione è minimal sì, ma fighissima. Io mi sono rotto di vedere mappe enormi e vuote. Rotto. In Timothy and the Mysterious Forest ho trovato delle mappe piccole ma dettagliatissime. Le ho amate. Ogni texture mi suggeriva qualcosa, ogni arbusto una meccanica di gameplay. Ci sono le “odiate spine“(leggere l’approfondimento laterale prego) comprensibili in una palude. Praticamente ci sono delle piante rampicanti e legnose che escono dalla melma. Alcune sono senza spine, quindi puoi andarci incontro senza problemi. Altre no. Io non me ne sono accorto all’inizio e non capivo perché morissi sempre in quel punto.
Poi ho aspettato qualche secondo. A ritmo con i passi uscivano queste spine cicciotte dai fori nel legno, ed è li che ho urlato. Letteralmente. Ah sì, il tutto fatto con tre colori. Tre: Verde scuro, verde chiaro e bianco. basta. Tre colori, eccezionale.
Tanti dettagli, pochi colori e Timothy and the Mysterious Forest fa la magia
Concludi
Concludi. La terza chiave per Timothy and the Mysterious Forest è la conclusione. Tre per la precisione. Il gioco ha infatti tre finali e se sarete stupidi come me, dovrete ricominciare una seconda run per sbloccare quello segreto. Quindi anche per la conclusione servono memoria e esplorazione, altrimenti ci metterete ore per tornare alla fine e scoprire tutta la storia.
Con questa terza parte arriva anche la conclusione di questa recensione di Timothy and the Mysterious Forest. Il gioco dura circa 6 ore. Non è un titolo da chissà quali pretese, quindi fa quello che deve fare: divertire. Certo, io ho un odio viscerale per il dualshock 4 e lo avrei preferito su Switch. Ma al netto di qualche lag del menu e di quello che è evidentemente un errore di design sul boss finaledel porting su console Sony( che per qualche motivo ha una finestra per colpirlo più corta e muore in un colpo solo, quando video su internet della versione PC dimostrano il contrario), il titolo è un’esperienza unica e appagante che consiglio caldamente a chiunque.
Soprattutto se, come me, avete bisogno di una sfida costante, momento dopo momento.
Voto e Prezzo
8 / 10
8€ /8€
Commento
Timothy and the Mysterious Forest è un titolo corto e divertente. Ricorda i vecchi titoli per GBA e si rifà a quelle meccaniche e a quella mentalità. Quindi un titolo a cui potremmo non essere abituati e che potrebbe risultare frustrante e difficile se non si fa attenzione. Io lo consiglio caldamente, ma come ho scritto all'inizio dell'articolo, io amo questi giochi e potrei mal calibrare la mia esperienza o la mia percezione su qualcuno meno avvezzo a titoli di questo tipo.
Pro e Contro
✓ La musica ✓ Il Level Design ✓ I segreti
x Alcuni bug grafici x Un errore nel porting su PS4 x Menu che lagga
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