Recensione The Turing Test

Il nuovo millennio, tra le altre cose, ha visto una crescita e un’evoluzione tecnologica senza pari nella storia dell’umanità. L’avvento dell’era dei computer ha permesso di superare dei limiti mai intravisti prima, ponendosi domande da cui poteva dipendere il futuro dell’uomo stesso; c’è stato qualcuno, però, che ha iniziato a porsi simili quesiti ben prima dell’era di Terminator, e persino qualche tempo prima degli anni d’oro di Isaac Azimov: Alan Turing. Per comprendere a fondo tutte le influenze di The Turing Test di Bulkhead Interactive, però, è curiosamente necessaria ben più che una conoscenza della letteratura fantascientifica di settore o dell’omonimo “Test di Turing”; a tal proposito, prenderemo “in prestito” un concetto ben c(hi)aro al campo dell’arte che risulterà molto utile più avanti: l’ispirazione.

E di ispirazione è davvero pieno The Turing Test, un puzzle-game in prima persona che strizza l’occhio alla serie Portal tanto quanto ammicca a The Talos Principle. Come recita John Walker di Rock, Paper, Shotgun nella sua review: “Se The Turing Test fosse esistito in un mondo che non aveva visto né Portal né The Talos Principle, sarebbe stato lodato e sarebbe famoso oltre ogni misura. Tuttavia, in un mondo senza Portal o The Talos Principle, Bulkhead Interactive non avrebbe mai creato The Turing Test (…)”. Influenze piuttosto dirette, quindi, ma non solo dal mondo dei videogiochi: il titolo di Bulkhead pesca a piene mani dalla filosofia e da buona parte del dialogo sulla coscienza che ha avuto luogo nel secolo scorso, nel tentativo di rispondere a una delle più affascinanti domande mai chieste dalla (e alla) specie umana: cos’è che rende un uomo diverso da una macchina?

Se un’introduzione del genere vi è sembrata già pretenziosa, c’è da dire che, forse, The Turing Test non è il gioco che fa per voi.

 

 

Le straordinarie avventure di TOM e Ava
Una cornice narrativa banale…
Uno dei (pochi) punti deboli di The Turing Test, sfortunatamente, si può riscontrare con molta facilità già nella semplice cornice narrativa presentata dal gioco. Immaginate la classica situazione da thriller sci-fi, già ampiamente affrontata da altre serie videoludiche come – per dirne una – Dead Space: un equipaggio di scienziati viene inviato nello spazio per una ricerca su un pianeta X, le comunicazioni si interrompono e un nuovo membro della crew viene mandato in missione per indagare sull’accaduto, ed eventualmente recuperare l’equipaggio sopravvissuto. Con queste premesse (non esattamente soddisfacenti e originali, a dir la verità), la giovane Ava viene trasportata su Europa, una luna di Giove su cui una troupe di scienziati stava effettuando degli esperimenti e delle analisi approfondite della superficie. Il viaggio dell’astronauta sarà costantemente accompagnato dalla voce di T.O.M., la stessa intelligenza artificiale che ha svegliato la donna dal crio-sonno e che era direttamente responsabile per la riuscita della missione su Europa.

 

The Turing Test

Un’occhiata allo splendido motore grafico utilizzato da The Turing Test

 

… Ma un’ottima storia
Nonostante la già vista cornice narrativa che fa da sfondo all’intera vicenda, The Turing Test sarà in grado di stupire man mano che la storia andrà avanti, costringendo il giocatore a porsi consistenti domande di ordine morale e costanti riflessioni sul significato della “coscienza di sé”. Uno stupore che va ad intaccare senza dubbio la mente stessa, ma che riesce egregiamente a manifestarsi anche agli occhi di chi sa guardare: il leggerissimo Unreal Engine 4 utilizzato per realizzare il gioco, infatti, sembra adottare uno stile visivo simile a quanto già visto in Alien: Isolation, con splendidi effetti di luce e una straordinaria cura per la stabilità complessiva. Una menzione speciale va rivolta, tra l’altro, alle animazioni della stessa Ava, i cui movimenti saranno sempre estremamente realistici e ben curati, favorendo l’immersione del giocatore nel mondo di gioco.

 

Nello spazio, nessuno può sentirti risolvere test
The Turing Test ruota intorno a circa 70 puzzle diversi
C’è però una sorpresa ad attendere Ava sulla superficie di Europa: la struttura interna della stazione è diversa rispetto ai registri posseduti da T.O.M., e la nostra protagonista dovrà affrontare una serie di “test” (i 70 puzzle del gioco) per raggiungere l’equipaggio e scoprire cosa è effettivamente successo di così grave. Il giocatore si ritroverà quindi a risolvere una serie di puzzle logici e ambientali all’interno della stazione, in stanze completamente ricoperte di misteriosi pannelli che fanno pesantemente l’occhiolino alle stanze di Portal. E le svariate “test chambers” non sono l’unico elemento tratto dalla fortunata serie di Valve: la protagonista avrà a disposizione un curioso fucile in grado di raccogliere e sparare delle sfere di energia, da posizionare in svariati recipienti sulle pareti per aprire porte o azionare meccanismi. Sfruttando semplicemente tasto sinistro e destro del mouse nella versione PC (ancora, come in Portal), il giocatore potrà usare le varie sfere di energia colorate che troverà nel corso del gioco, traendo vantaggio dalle proprie capacità logiche per risolvere i puzzle proposti dalla stazione spaziale.

 

The Turing Test

 

All’inizio e alla fine di ogni puzzle, T.O.M. e Ava si scambieranno alcune linee di dialogo che approfondiranno ulteriormente la storia o metteranno in gioco diversi dilemmi di carattere filosofico-etico, concentrati – ad esempio – sul dialogo tra uomo e macchina o sulla questione della coscienza. Di tanto in tanto, Ava potrà effettuare una deviazione nei corridoi che separano un test da un altro, accedendo alle cosiddette “aree opzionali”: al loro interno, il giocatore troverà un puzzle più complesso degli altri che, se risolto, darà accesso a un gran numero di elementi testuali (spesso tratti dall’ambiente di gioco) o di registrazioni audio che permetteranno di avere una visione complessiva molto più ampia, sia sulla storia che sul contesto etico e morale in cui viene inscritta.

Puzzle un po’ troppo semplici, con un’impennata sul finale
I puzzle, purtroppo, sono il secondo dei tre problemi di The Turing Test, e senza dubbio quello più consistente: sebbene la difficoltà si stabilizzi su un livello medio più che decente nei capitoli finali, i primi quattro o cinque capitoli del gioco sono estremamente semplici da completare, e nessun test di quelle prime fasi porterà via troppo tempo a un serio appassionato del genere puzzle. Per buona parte dell’esperienza, inoltre, alcuni puzzle (decisamente più semplici di altri) daranno l’impressione che The Turing Test introduca elementi ambientali e concettuali con un incredibile potenziale, potenziale che potrebbe essere effettivamente sfruttato al massimo nei capitoli finali del gioco (in una sorta di “sintesi di quanto visto finora”, in buona sostanza); ciò sarà vero solo in parte, poiché i test finali saranno, sì, particolarmente complessi, ma nulla che non possa essere risolto con una serie di tentativi à la Trial&Error o con qualche minuto di ragionamento mirato. Ciò nonostante, alcuni puzzle di The Turing Test riusciranno seriamente nell’impresa di risultare soddisfacenti, e lasceranno un piacevole senso di appagamento una volta completati.

 

The Turing Test

Un bug improvviso ci ha spinti in una caduta infinita sotto la mappa di gioco

 

L’esperienza, però, non è di certo priva di bug occasionali, che rappresentano sostanzialmente il terzo e ultimo problema del gioco, seppur estremamente minore: nell’immagine qui sopra, ad esempio, ci è capitato di tentare uno spostamento tra una serie di ascensori, solo per vedere la nostra Ava sobbalzare pericolosamente su di essi e, infine, cadere attraverso la mappa di gioco. Per quanto il motore fisico sia molto stabile nel corso di tutta l’esperienza, è infatti con gli ascensori che (in qualche modoThe Turing Test sembra comportarsi peggio; per fortuna, tali bug sono così rari che è particolarmente difficile che si verifichino abbastanza spesso da compromettere l’avventura di Ava. Salvo dover riavviare un’intera stanza che si era quasi completata, ovviamente.

 

Una macchina non può commettere errori
Una risposta a quesiti esistenziali?
Il vero fulcro dell’esperienza offerta dal gioco, in ogni caso, sta nella storia e nelle sue dirette conseguenze. Man mano che Ava proseguirà il suo cammino nella struttura, infatti, scoprirà verità sempre più oscure e sarà costretta a compiere delle riflessioni su concetti etici particolarmente affascinanti, quali il libero arbitrio o l’istinto di sopravvivenza; in una linea di dialogo particolarmente interessante, T.O.M. le rivelerà che il fulcro della coscienza umana sta nella creatività e nell’ispirazione (ecco che tornano i concetti cui abbiamo accennato in apertura), ovvero nel “pensiero laterale” e nella capacità di “pensare fuori dalla scatola” (“Thinking outside of the box“). I test affrontati da Ava possono essere risolti solo con un armonioso gioco di squadra tra coscienza umana e intelligenza artificiale, poiché T.O.M. stesso non è in grado di pensare in modo creativo e si affida semplicemente alla soluzione più logica. Questo si riflette anche sui puzzle stessi: molti di essi, una volta completati, daranno l’impressione di poter essere risolti in più modi, modi che solo un “pensiero creativo” può pensare e testare fino in fondo.

 

The Turing Test

 

Non solo: The Turing Test è ricco di riferimenti ai dialoghi scientifici sulla distinzione tra uomo e macchina, comprese alcune riflessioni sulla cosiddetta “Chinese room” di John Searle e altri esperimenti di pensiero particolarmente noti. A modo suo, dunque, il gioco di Bulkhead Interactive cerca di dare una risposta a tutte quelle domande sulla coscienza, sul senso di “umanità” e sulla morale che l’uomo si è chiesto per secoli, quesiti che ancora, senza ombra di dubbio, non si è in grado di risolvere del tutto. E lo fa in un modo sottile, forse subdolo: mettendo il giocatore di fronte a una scelta morale non indifferente, dalle fortissime implicazioni etiche.

Questo e molto altro è The Turing Test, un’avventura forse un po’ breve ed eccessivamente semplice che, tutto sommato, riesce bene nel tentativo di essere soddisfacente, divertente e, a modo suo, istruttiva come poche altre. Nonostante i suoi difetti, il titolo di Bulkhead Interactive è un gioco che nessun appassionato di letteratura scientifica (o anche solo di Alan Turing) dovrebbe lasciarsi scappare; magari, però, aspettando almeno uno sconto del 25% sul prezzo base (€19,99 su Steam), per assicurarsi un’esperienza completa e appagante fino in fondo.

 

Il già citato Unreal Engine 4 rende il motore di gioco particolarmente leggero, permettendo di giocare con dettagli alti (e a risoluzione massima) anche su macchine di fascia medio-alta. Di seguito i requisiti di sistema, tratti direttamente dalla pagina di Steam di The Turing Test:

MINIMUM:

  • OS: Windows 7 64-bit
  • Processor: Core 2 Duo E6600 / Athlon 64 X2 6400
  • Memory: 4 GB RAM
  • Graphics: NVIDIA GeForce GTX 560 / ATI Radeon HD 5770
  • DirectX: Version 11
  • Storage: 10 GB available space
RECOMMENDED:

  • OS: Win 7 64bit / Win 8.1 64-bit / Windows 10
  • Processor: Core i7-920 / A8-3870K or above
  • Memory: 8 GB RAM
  • Graphics: NVIDIA GeForce GTX 670 / ATI Radeon R9 280 or above
  • DirectX: Version 11
  • Storage: 10 GB available space
 

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Verdetto
8 / 10
La differenza tra uomo e macchina sta nel numero di buchi
Commento
Bulkhead Interactive è indubbiamente riuscita nell'impresa di confezionare un titolo di indiscutibile qualità, degno "competitor" in un campo prima dominato da colossi come Portal e The Talos Principle. Mettendo sul campo degli importanti quesiti esistenziali ed etici sulla natura umana, The Turing Test stupisce il giocatore nell'occhio e nella mente, proponendogli una storia ben studiata (seppur in una cornice narrativa piuttosto banale) e con un motore grafico strepitoso, che ben si adatta alle splendide luci al neon di cui tutto il gioco è costellato. Quando si tratta degli enigmi, però, la piccola perla di Bulkhead Interactive fallisce (purtroppo) nel tentativo di essere un puzzle-game complesso ed elaborato, e molti dei suoi puzzle possono essere risolti (quasi) sempre con estrema facilità e un minimo di applicazione. Senza dubbio, puzzle più complessi avrebbero potuto rendere "The Turing Test" un vero capolavoro del genere; anche così, tuttavia, il gioco si presenta comunque come un'esperienza profonda e affascinante, in grado di lasciare un "piacevole" senso di amaro in bocca a qualunque tipo di giocatore.
Pro e Contro
Narrazione profonda e affascinante
Motore grafico eccezionale
Alcuni puzzle soddisfacenti...

x ... Altri troppo facili
x Qualche bug occasionale
x Cornice narrativa un po' banale

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