Poco più di un anno fa arrivava sul mercato un titolo destinato a far discutere di sé, complice una serie di fattori quali un’imponente campagna pubblicitaria, l’onere di essere di fatto il canto del cigno di una Playstation 3 in via di pensionamento e, un po’ come accade a tutti i titoli che portano in copertina il logo
Naughty Dog, la “condanna” a dover essere all’altezza del nome e delle aspettative che l’azienda californiana suscita ad ogni nuova release. Il risultato, come si
diceva nella nostra recensione, ha fatto segnalare un titolo ricchissimo di luci (
pur se un po’ appannate da qualche ombra) capace di miscelare con il giusto equilibrio una storia matura e dal retrogusto un po’ amaro ed un gameplay funzionale all’economia del gioco. Ma come si diceva, è passato più di un anno: accantonata per il momento l’idea di un sequel diretto Ellie e Joel vengono quindi riarruolati per rimpolpare l’offerta ludica di Playstation 4, assecondando la tendenza ormai sdoganatasi grazie a
Tomb Raider di riproporre su console di nuova generazione i titoli più riusciti della scorsa generazione. Quale sarà il risultato di questo “secondo giro” per
The Last of Us?
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The Last of Us Remastered si assesta su alti livelli
Una delle colonne portanti del “paziente zero” curato da
Naughty Dog era senza dubbio la componente narrativa, capace di alternare con cognizione di causa colpi di scena spiazzanti ed imprevedibili a trovate più genuinamente tipiche dei media in cui compaiono Zombie e creature simili. Narrazione che trovava poi un degno compagno quando ad essere di scena era la caratterizzazione dei personaggi e l’aspetto introspettivo di questi, anche qui affiancando figure più originali a personaggi tipici di canovacci del genere.
Da questi due punti di vista The Last of Us Remastered continua ovviamente ad assestarsi su alti livelli, aggiungendo alla maturità della storia raccontata (
evitiamo di scendere troppo nei dettagli per non rovinare la sorpresa a chi arriva “vergine” a questo appuntamento) e ai riusciti personaggi
l’ottimo Left Behind, giocabile fin da subito (
anche se il consiglio per i neofiti è quello di affrontare prima l’esperienza principale) e dedicato al personaggio di Ellie.
Missione sopravvivenza
Anche sul fronte gameplay siamo di fronte ad una riconferma:
The Last of Us Remastered ripropone l’infrastruttura ludica a metà tra l’adventure ed il survival, già vista su Playstation 3, con il risultato finale di calare il giocatore in un mondo esplorabile (
nonostante alcuni “paletti” imposti) alla ricerca di provviste e munizioni. Oltre alle (
più o meno, a seconda della difficoltà) limitate quantità di approvvigionamenti va messo in conto anche il sistema di crafting in tempo reale, che si somma ai “tempi tecnici” necessari per cambiare arma qualora questa sia riposta nello zaino e alla barra della salute che non si rigenera automaticamente
con l’effetto di tenere sempre
La CPU alleata purtroppo appare ancora meno rifinita del resto dell’offerta
sulla corda il giocatore anche grazie alla possibilità di scegliere se affrontare determinati nemici (in modo silenzioso o meno) oppure aggirarli senza ingaggiare. Se però è la formula da questo punto di vista funziona, va detto che il prodotto scopre un po’ il fianco quando ci si trova a fare i conti con personaggi controllati dalla
CPU a causa di un’Intelligenza Artificiale sicuramente meno rifinita del resto dell’offerta e capace di comportamenti ai limiti dell’inverosimile. Sul fronte contenutistico invece le aggiunte lato gameplay in singolo includono il “bundle realismo”, che porta in dote un nuovo livello di difficoltà capace di soddisfare il palato dei giocatori più esigenti quando si parla di sfida. Il pacchetto ludico prosegue e si esaurisce con l’extra della modalità multiplayer (
che anche in questo caso include il DLC “Territori Abbandonati” del Season Pass) per cui vale quanto detto “la volta scorsa” (
ed in generale per le modalità online dei vari Uncharted): si tratta di modalità accessorie che nonostante qualche spunto interessante non si discostano poi molto da quanto si può osservare in altri titoli e mirano a completare l’esperienza piuttosto che a sostituirla.
I Clicker si rifanno il trucco
la superiorità tecnica rispetto alla versione PS3 è evidente
Arrivando a quella che probabilmente è la questione più d’interesse davanti ad un’offerta di questo tipo,
The Last of Us Remastered appare dal punto di vista tecnico superiore alla già riuscitissima versione per Playstation 3. Il lavoro di rimasterizzazione porta infatti la risoluzione all’agognato Full HD, che assieme ad altri miglioramenti permette al titolo di raggiungere una pulizia ed un dettaglio sicuramente superiore a quanto visto sulla macchina della “vecchia guardia”, pur comunque non raggiungendo le vette toccate da altre esclusive pensate fin dall’inizio per PS4.
Anche la fluidità riceve una certa attenzione, raggiungendo il picco degli ormai famigerati 60 frame al secondo (
con la possibilità di “bloccare” comunque il tutto al frame rate originale di 30 FPS, sfruttando le risorse liberate per migliorare ombre e sistema di illuminazione). Infine, sonoro e doppiaggio si assestano (ovviamente) sui livelli della produzione originaria, confezionando un prodotto convincente anche su questo fronte.
Verdetto
9 / 10
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Commento
Pro e Contro
✓ Dopo un anno, ancora un grandissimo titolo
✓ Prezzo ridotto e diversi DLC inclusi
✓ Migliorie tecniche convincenti
x L'IA alleata ha ancora qualche problemino
x Nessun contenuto inedito di rilievo
#LiveTheRebellion