La serializzazione negli ultimi anni ha preso sempre più piede nel mercato videoludico, soprattutto per quanto riguarda i Story Driven, basta guardare Life is Strange o i numerosi titoli della compianta Telltale Games.

In mezzo a questo tipo di mercato, la francese Big Bad Wolf è risuscita nell’impresa di uscire dal coro, facendosi notare con un titolo interessante e dalle meccaniche inedite per i giochi di questo genere.
Con The Council (di cui abbiamo già parlato del primo e del secondo episodio) abbiamo potuto assistere ad una ventata di aria fresca, un ibrido Story Driven/RPG che, speriamo, faccia scuola per futuri giochi narrativi.

Versione testata: PlayStation 4
 

Concept di Thomas Veauclin, Art Director presso Big Bad Wolf

Allora, ci sono un francese, un tedesco e un italiano…
La storia, ambientata nel 1793, vede il giovane Louis de Richet, membro della società segreta nota come Ordine Dorato, recarsi su una lontana isola alla ricerca della madre Sarah, capo dell’Ordine misteriosamente scomparsa.
L’isola appartiene al lord William Mortimer, il quale è solito organizzare sfarzose riunioni chiamando la crème de la crème dell’alta borghesia mondiale, dove è possibile “stringere forti legami d’amicizia“.
Nell’affascinante villa di Lord Mortimer Louis incontrerà un cast di spicco, da un anziano George Washington al suo secondo mandato presidenziale ad un giovane e ambizioso Napoleone Bonaparte, passando per la procace duchessa inglese Emily Hillsborough e l’enigmatico consigliere tedesco Johann von Wöllner.
Ognuno di questi personaggi, oltre la cortesia di facciata e i modi raffinati, fanno subito intuire che hanno qualcosa da nascondere e toccherà al nostro Louis, “intrappolato” con essi sull’isola come nel racconto di Agatha Christie,  decidere se indagare sui misteriosi ospiti della villa oppure continuare le ricerche della madre. Ogni via scelta, infatti, ne esclude un’altra, ma tutte daranno al giovane protagonista informazioni importanti da sfruttare nella sua indagine.
La trama, divisa in 5 episodi divisi in 3 capitoli ciascuno, risulta decisamente accattivante, inserendo fin da subito il giocatore all’interno di intricati giochi politici e misteri occulti e, nonostante si svolga interamente nella stupenda villa di Lord Mortimer, sa bene come incollarlo allo schermo.

Famiglia, fiducia, religione, tutti valori che verranno messi in discussione in questo intricato e labirintico susseguirsi di eventi.

Ogni personaggio presente sull’isola possiede un carattere ben preciso, con immunità e vulnerabilità da saper gestire durante i numerosi dialoghi.

Le scelte, come già detto prima, fanno sentire il loro peso, aprendo a scenari drasticamente diversi e portando la storia verso ad almeno 3 finali principali differenti, ognuno dei quali poi con numerose conclusioni, in base alle scelte fatte durante il gioco.

Insomma, The Council possiede una grande rigiocabilità.

Attenzione però che gli scivoloni sono sempre dietro l’angolo! Infatti verso la fine dell’episodio 3 verremo a conoscenza di alcuni elementi soprannaturali (di cui non dirò la natura per evitare spoiler) che potrebbero far storcere il naso al giocatore, fino a quel momento immerso in un ambiente inquietante ma pur sempre realistico. Tali elementi cambieranno la percezione che si ha della storia e, più avanti, addirittura il gameplay, senza però snaturare del tutto il contesto.

Da grande voglio fare…
Proprio nel gameplay sta la peculiarità di The Council, le cui dinamiche lo distinguono fortemente da altri giochi Story Driven visti finora. Ma andiamo con ordine:
Il nostro Louis inizierà la sua avventura decidendo la sua professione, che finge da “classe” per tutto il gioco e andrà a definire il nostro rapporto con i vari npc. La scelta ricade su “diplomatico”, “detective” e “occultista”, ognuna di esse avente diverse abilità tutte potenziabili man mano che si avanza di livello. La scelta della classe rende le abilità inerenti più facili da potenziare.
Come Diplomatico avremo dei vantaggi sulla Persuasione e nel creare Diversivi, oltre che ad una modesta conoscenza Linguistica, Politica e sull’Etichetta.
Il Detective, ovviamente, avrà abilità che rendono la nostra percezione dell’ambiente attorno a noi migliore, usando come avalli di battaglia la Psicologia, la Logica e gli Interrogatori, e sapendo usare saggiamente Agilità fisica e Osservazione.
L’Occultista è la classe forse più subdola, rendendo l’arte della Manipolazione e dei Sotterfugi delle vere e proprie armi, e sfruttando le proprie conoscenze nel campo della Scienza, Occultismo ed Erudizione.
Ognuna di queste abilità verrà usata nel corso della storia, sia nei dialoghi sia nell’interazione con l’ambiente, spendendo i Punti Impegno a nostra disposizione. Il costo in Punti dipenderà dal livello della singola abilità e dai bonus/malus di Louis.
Esistono altri modi, oltre al level up, per potenziare le nostre care abilità, come i Talenti e i Tratti: i primi si ottengono qualora si soddisfano determinati requisiti, mentre i secondi, che andranno a delineare la personalità di Louis, se si compiono determinate scelte.

Parlare troppo, alla lunga, stanca
Nei dialoghi non si può fare a meno di notare una regia studiata egregiamente.
Come già accennato qualche riga più su, ogni npc che incontreremo possiede una caratterizzazione psicologica ben definita, con vulnerabilità e immunità da scoprire. Sta a noi decidere il come, usando consumabili, indagando oppure usando abilità, nella speranza che funzionino.
I consumabili, appunto, arricchiscono notevolmente lo stile di gioco. Ne esistono 4 e ne possiamo portare al massimo 5 per tipo. Essi possono ripristinare i punti Impegno spesi, rimuovere malus, conoscere le vulnerabilità e immunità dell’interlocutore piuttosto che azzerare il costo delle abilità.
Tutti loro, come anche il diario, sono utilizzabili nel corso del dialogo, in modo da poter studiare in ogni momento la strategia migliore per ottenere quello che si vuole.
Alcuni dialoghi particolari, i Confronti, sono veri e propri duelli verbali che Louis dovrà affrontare, con conseguenze anche drastiche se non vengono superati. Ogni tanto può cascarci il morto.

Non si vive di sole parole, ogni tanto bisogna far funzionare il cervello e rischiare qualche arto!
Gli enigmi di The Council sono molti e talvolta di difficile comprensione, complice il fatto che spesso si basano su giochi di parole della lingua inglese, quindi per i meno anglofoni può risultare arduo trovare la soluzione. In questo caso i sottotitoli aiutano non poco, grazie al buon adattamento che è stato eseguito.
Nonostante la difficoltà possa variare, non avremo mai di fronte nulla di impossibile, basta solo saper trovare ed utilizzare adeguatamente tutte le informazioni necessarie.
Può capitare, invece, di essere penalizzati anche abbondantemente nel caso si azzardi una risposta sbagliata, avvisati!

L’occhio vuole la sua parte
Il comparto tecnico mostra le debolezze di questo prodotto, ma non tutto è da buttare!
Dal punto di vista tecnico The Council si presenta come un prodotto di buona fattura, nonostante qualche falla.
Il lavoro svolto per i vari modelli è lodevole, soprattutto per le varie texture applicate, che rendono la villa di Lord Mortimer ricca di dettagli e sfarzo.
Ottimo anche il lavoro per quanto riguarda il design dei personaggi, ciascuno di loro caratteristico a modo suo. Peccato solo per le animazioni legnose e a tratti buffe dei loro movimenti, soprattutto verso la fine del quinto ed ultimo episodio.

Per le espressioni del viso, invece, è stato fatto un lavoro più certosino, facendo intuire subito a chi le guarda cosa quel personaggio stia provando.

Il tutto è accompagnato da un comparto sonoro discreto ma non eccellente. La colonna sonora, infatti, accompagna bene le vicende del nostro Louis, senza tuttavia spiccare, risultando dimenticabile una volta finita la partita.

Il doppiaggio, interamente in inglese, è di buona qualità purché talvolta non si sincronizzi perfettamente col labiale dei modelli.

Il level design è una vera opera d’arte, non solo per la struttura della villa facile da imparare in modo da non perdersi, ma soprattutto per le varie opere artistiche in essa presenti.
Ogni quadro o statua, infatti, sono stati esposti secondo una logica molto precisa. Nella sala da pranzo, ad esempio, troviamo opere riguardanti la maga Circe mentre in giardino, dove è presente un labirinto di siepi, sono disseminate statue sul mito di Teseo e del Minotauro.
Anche ogni singola stanza degli ospiti è stata decorata ad hoc: Nella stanza della duchessa inglese Hillsborough sono appesi ritratti di monarchi britannici, mentre nella stanza del consigliere di Prussia Wöllner, amante dell’alchimia, troviamo dipinti che richiamano questa professione.
Una ricerca artistica non da sottovalutare, quella eseguito da Bad Wolf, che riesce addirittura a far di Louis un improvvisato ma buon insegnante di storia, ogni qualvolta si decida di fargli commentare l’opera d’arte che ha di fronte.

Verdetto
8 / 10
Gran bel lavoro, ma si può sempre migliorare!
Commento
I ragazzi di Big Bad Wolf sono sicuramente riusciti a confezionare un prodotto di ottima qualità, avente una narrativa ben scritta e delle scelte di gameplay azzeccate e per nulla banali. Ottimo il lavoro di regia e level design, che però non riesce a mascherare piccole pecche come animazioni rigide e una colonna sonora forse troppo anonima. Tuttavia The Council risulta essere un titolo assolutamente consigliato, sia per gli amanti del genere sia per chi ama storie intricate dove nulla è quello che sembra.
Pro e Contro
Trama coinvolgente e personaggi ben caratterizzati
Ottima gestione dei dialoghi e delle scelte da affrontare
Gameplay accattivante
Regia e Level Design superbi

x Animazioni eccessivamente legnose
x Colonna sonora sottotono
x QUEL colpo di scena

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