Nel corso degli ultimi mesi Switch sta riscoprendo una serie di indie usciti già da tempo su PlayStation 4 e Xbox One.

Questo è il caso di The Banner Saga, titolo di Stoic Studios, che ha visto il suo debutto sulla ibrida targata Nintendo lo scorso maggio. In attesa del finale – in arrivo su tutte le console il prossimo 24 Luglio – la saga di Rook e compagni continua su Switch grazie al secondo episodio, uscito verso la metà del mese scorso, al costo di 19.99€.

Essendo ormai la quarta versione di The Banner Saga 2 recensita qui su I Love Videogames, ci concentreremo quasi esclusivamente sul porting e sul feeling con i controlli, come effettuato con la recensione del predecessore. Essendo, inoltre, difficile parlare del comparto trama senza citare la fine del primo capitolo invitiamo coloro che non l’avessero giocato di saltare il prossimo paragrafo.
 
L’ultimo nemico da sconfiggere è la morte
The Banner Saga 2 comincia proprio dal finale del primo, con Bellower sconfitto e il sacrificio di Rook – o Alette – che cambia radicalmente le sorti della carovana. Il sopravvissuto, infatti, dovrà prendere in mano le redini del gruppo – composto da umani (guerrieri e non) e Varl – elaborando al contempo il proprio lutto. Durante tutta la traversata verso l’ultima roccaforte umana è possibile vedere come l’attitudine del comandante influenzerà in tutto e per tutto il viaggio. Se Alette risulterà più calma e saggia, evitando così battaglie inutili o scaramucce all’interno del proprio gruppo, cercando di guadagnarsi così il rispetto dei propri compagni non sarà così per Rook. Lui, infatti, cercherà di buttarsi in ogni battaglia possibile mettendo a repentaglio la vita di ogni guerriero disposto a seguirlo non avendo nulla per cui vivere. Nel viaggio, che come nel predecessore è diviso in due grossi filoni, avremo a che fare con una nuova razza giocabile: i centauri. Questi saranno dapprima diffidenti ma sarà nostro compito portarli dalla nostra parte, convincendoli a parole o coi fatti. Durante le, circa, 15 ore che portano alla sua conclusione verranno svelati alcuni dei dubbi che hanno circondato il primo capitolo e, al contempo, si creeranno i presupposti per un’ultima avventura esplosiva.

 

Tutto cambia, nulla si distrugge
In realtà nulla è cambiato, per quanto riguarda il lato gameplay, dallo scorso capitolo con il sistema di combattimento ancora legato ai turni e alle possibilità di movimento e azione dei singoli personaggi. Ogni singola unità potrà effettuare un movimento e conseguente utilizzo di abilità speciale oppure di attacco, ad armatura o alla vita del nemico. Scegliendo di attaccare la prima avremo la possibilità di intaccare la capacità dell’avversario di subire danno, più essa sarà danneggiata più vita gli verrà tolta e, quindi, più velocemente sarà risolvibile un combattimento. Questo sarà facilitato utilizzando le abilità: queste saranno utilizzabili a patto di aver a disposizione dei punti renown – che saranno sfruttati anche per eventuali movimenti extra capacità o per infliggere danni in più ad armatura o vita – guadagnabili sconfiggendo i nemici. Anche per quanto i controlli non ci sono stati particolari cambiamenti, sopratutto quelli auspicati in fase di review del primo episodio, con il controllo – in entrambe le modalità – che avviene tramite l’utilizzo dei joy-con. Questo rimane, a differenza di quelli in modalità portatile, abbastanza impreciso con il joy-con che tende a spostarsi in caselle non desiderate a causa della poca precisione con la levetta analogica e l’impossibilità di ruotare la schermata in battaglia. Nella configurazione portatile è possibile utilizzare anche il touchscreen della console per poter coordinare meglio gli spostamenti delle proprie unità, riuscendo a risolvere – almeno in parte – uno dei problemi maggiori con la produzione Stoic.

Ciò che proprio non si può criticare allo studio è la grande qualità dei disegni. Merito, come già ribadito, di uno stile unico e da uno dei 2D più belli mai visti negli ultimi anni. Già nella recensione del primo episodio avevamo parlato di un port fatto bene e teniamo a confermarlo anche questa volta. A parte un paio di crash, dovuti principalmente al surriscaldamento della console in modalità portatile a causa del grande caldo di questo periodo, non abbiamo avuto nessun problema di sorta.

 

Verdetto
8.5 / 10
Rettifico: Game of Thrones je fa na pippa a Banner Saga.
Commento
Dopo il primo capitolo non ci potevamo aspettare di meno da Stoic Studios se non quello che si è rivelato The Banner Saga 2: un titolo in grado di far emozionare e, allo stesso tempo, immergere il giocatore in una storia ai limiti della crudeltà. L'avventura della carovana torna su Switch in un port praticamente perfetto in grado di dare ai videogiocatori la possibilità di goderselo sia in casa che in mobilità, grazie alla natura ibrida della console Nintendo. Ora la nostra attenzione è rivolta al 24 Luglio, data di arrivo dell'ultimo capitolo su tutte quante le console, per scoprire il finale di un'avventura epica.
Pro e Contro
Port di grande qualità
Storia in grado di far appassionare
Gameplay quasi perfetto...

x ... se non fosse per la mancanza del double confirm

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