Con Tales of Arise ho avuto un buon rapporto, l’ho detto anche recensendo il gioco. Ha un bel combat system, alcuni personaggi del cast molto validi e in generale degli spunti interessanti, sebbene non riesca mai ad andare fino in fondo e venga azzoppato da una retorica edulcorata e stucchevole che cozza con delle fondamentali idee di scrittura. Però, nel complesso è stato un bel viaggio il nostro, abbiamo comunicato, siamo stati onesti fra di noi e ci siamo valorizzati il giusto, abbiamo preso ognuno quello che poteva dall’altro e poi, quando la nostra relazione si è conclusa, non c’era rancore e neanche un velo di tristezza o malinconia. Il rapporto si è concluso in maniera naturale, senza rancori, senza punti lasciati in sospeso.
E allora perché oggi Tales of Arise torna da me, cercando di mettere insieme qualcosa di nuovo, quando non ha più niente da dirmi? Sono passati due anni, due anni di silenzio in cui non ci siamo cercati. E allora mi ha ricordato lei, che dopo tre anni di vuoto con una scusa qualsiasi torna a scrivermi, con il chiaro intento di scoprire qualcosa più di me, sulla mia vita attuale, su ciò che sono oggi.
E sì, di anni insieme ne abbiamo passati quasi sette, e anche lì, mi sembra evidente che ci siamo dati tutto ciò che potevamo darci. E allora perché cercare di forzare qualcosa? E ho pensato pure a me, a quante volte in passato incrociando una persona del mio passato per strada o in un negozio o a un funerale o in birreria o in qualsiasi altro luogo comune possa venire collocato un qualsiasi momento della mia vita, le ho detto:
“No, grazie.” Ma non puoi rispondere “noggrazie” perché non sta bene, perché al massimo dovresti dire “guarda, non penso sarebbe fruttuoso per nessuna delle parti coinvolte, perché se non ci siamo calcolati fino a questo fortuito momento che il caos ha schiantato sulla nostra strada, non vedo perché dovremmo ricominciare adesso.” e non abbiamo certo l’alfabetizzazione emotiva per farlo, o l’ascolto necessario per non prendere questa frase come un insulto.
E quindi arriva Beyond the Dawn e io mica gli dico “noggrazie”, perché neanche io la so fare molto bene questa cosa. O forse perché spero che se cerchi un contatto, magari qualcosa da dire ce l’hai.
E invece zero.
Beyond the Dawn si ambienta un anno dopo l’epilogo del gioco base, il party si rincontra – senza neanche troppo entusiasmo – e da lì comincia una nuova esaltante avventura. E io per un attimo ci ho creduto eh, con l’aggiunta di un nuovo personaggio: Nazamil (il fatto che abbia dovuto googlare “tales of arise new character” per ricordarmi il nome dice già molto credo) e con il fatto che il combat system mi era piaciuto un casino e sicuramente le aggiunte messe all’interno avrebbero arricchito qualcosa che già funzionava parecchio bene. Mi sarebbe bastato sostanzialmente questo per fare ancora un giro insieme, come ritrovare qualcuno e beccarsi per un aperitivo, una passeggiata, che c°zzo ne so, perché non provarci?
E invece zero.
Le aggiunte al combat system non ci sono, Nazamil non è giocabile e non c’è nessuna novità sul party, addirittura si è sotto-livellati rispetto a Tales of Arise, quindi si hanno meno abilità e di conseguenza il combat system l’ho sentito molto più freddo, e la storia. Niente, la storia non dice niente di nuovo, continua ad accartocciarsi sui suoi stessi temi, con lo stesso approccio stantio che affossa temi importanti con una scrollata di spalle perché tanto abbiamo il potere dell’amicizia. Che sì insomma va bene, ma fino a un certo punto. E allora perché sono qui a prendermi questo aperitivo? le patatine sono secche, i salatini gelidi, mi hanno sbagliato il drink (“lo avevo chiesto Campari lo Spritz, non Aperol”) e io e te palesemente non abbiamo niente da dirci. È un momento neutro, te ne accorgi anche tu, vero? Non c’è niente da raccontare, niente sul quale confrontarsi, facciamo un breve riassunto rimasticato delle nostre vite e di chi ci gravita intorno se vuoi ma dai, davvero ce ne frega qualcosa?
Quello che ci siamo dati in passato, mica perde valore se non siamo più nella vita dell’altro. Davvero vogliamo forzare tutto questo in nome di qualcosa che un tempo è stato bello? Se io oggi sono qui è anche grazie a quel rapporto. E va bene, sarà naufragato, non ci saremo comportati al meglio, ma ci siamo arricchiti no? Almeno un poco. E allora basta, stiamo cavando il sangue da una rapa. Non dovevo accettare l’invito, scusa.
Ah, te l’ho chiesto io? Sì, è vero. Beh cambia poco. Ho comunque sbagliato.
Perché non me ne frega niente di quanto duri ‘sto DLC, della badilata di missioni secondarie che hanno messo, perché sono come i tuoi aneddoti ormai: riempiono una manciata di minuti giusto per coprire il silenzio, per camuffare il vuoto. Sono fetch quest. Dai, non fa niente, è andata così. Grazie di tutto ciò che è stato, mentre per quello che oggi lasciamo stare, non è importante. Non più. Ma non vuol dire che non lo sia stato.
Stammi bene eh, magari un’altra volta organizzia- No. Scusa. È l’abitudine. Che poi, chi li ha stabiliti tutti questi convenevoli? Hm, sì, marketing. Capisco. Fa niente dai, è andata così. Io scappo, che ho una valanga di cose da fare. O perlomeno che vorrei fare. Farle davvero. E per il conto…
offri tu, vero?
Voto e Prezzo
5 / 10
5€ /30€
Commento
Tales of Arise - Beyond the Dawn è quel rapporto perso per strada che cerca di trattenerti per dire ancora "un'ultima cosa". Il problema è che son parole già sentite. E ogni tanto può far piacere risentirle, certo, ma allora tanto vale mettere il gioco base e rifarsi un giro così. Nessun nuovo contenuto lato gameplay e una storia "nuova" che però non riesce a dare nuovi spunti.
Pro e Contro
✓ Se proprio volete spremere ancora un po' dal gioco... ok. ✓ D'obbligo un "tante nuove sidequest"
x Nessun personaggio nuovo x Nessuna novità sul combat system x Scrittura troppo stucchevole
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