A poco meno di un anno dall’uscita del primo episodio (
Zer0 Sum) Tales from the Borderlands arriva finalmente al suo Season Finale, con un quinto capitolo su cui gravano due grosse responsabilità: la prima, banalmente, è quella di far calare il sipario in modo convincente su una serie che fino ad ora è riuscita ad amalgamare bene lo spirito della serie Gearbox con la vena creativa di Telltale, mentre la seconda è quella di non mancare l’obiettivo di dare un senso (e soprattutto delle conseguenze) alle scelte fatte dai giocatori nel corso degli altri quattro episodi. Senza ulteriori indugi andiamo a scoprire come se l’è cavata lo studio californiano
Come abbiamo già ripetuto nelle altre quattro occasioni scrivendo questo articolo abbiamo cercato il più possibile di evitare anticipazioni di sostanza sugli eventi dell’episodio, in modo da consentire una lettura senza rischio spoiler anche a chi non ha ancora giocato The Vault of the Traveler. Date le circostanze però, soprattutto perché si parla del capitolo conclusivo, qualche accenno agli eventi dei precedenti episodi si è reso necessario: tenetelo a mente quando vi avventurate nella lettura
Versione testata: Playstation 4
Everyone thinks that they’re the hero of their own story
Nonostante le perplessità iniziali, il quinto capitolo chiude al meglio il cerchio
Si riprende da dove ci si era interrotti lo scorso Agosto, con i nostri eroi (
o presunti tali) su Helios, sorta di reinterpretazione in stile Jack il Bello della Morte Nera. L’episodio è fondamentalmente diviso in due parti: nel primo spezzone la narrazione segue toni e canovaccio del precedente capitolo,
Escape Plan Bravo, mantenendo le due “voci” della narrazione (da una parte Rhys alle prese con l’IA di Jack il Bello, dall’altra Fiona decisa a recuperare il faro di Gortys e a tornare su Pandora) praticamente distinte, arrivando al massimo a far incrociare i due ma mai di persona. La seconda metà è invece in tutti i sensi più corale, e vede non solo i due protagonisti collaborare più da vicino ma anche il ritorno di alcuni personaggi presi dai precedenti capitoli (o anche semplicemente dalla serie “originale” di Borderlands).
Il tutto, nonostante i dubbi espressi l’altra volta, riesce alla fine della fiera a chiudere quello che era rimasto in sospeso durante le altre quattro esperienze, con un ritmo più che convincente e
capace di alternare, come e meglio di quanto aveva fatto Escape Plan Bravo, momenti più seriosi ed “emozionali” a sezioni in cui fanno da padrone dialoghi ricchi del tipico umorismo della serie Gearbox, fino ad un finale che (
quasi sorprendentemente) è in perfetto stile Borderlands.
La prima delle due sfide cui era chiamato questo Season Finale quindi si può dire superata: T
he Vault of the Traveler sul fronte della narrazione è assolutamente al livello dei suoi prequel, confermando un trend positivo per la serie che, quando si parla di raccontare (
o comunque di utilizzare i personaggi a disposizione) non ha praticamente mai inciampato.
Le scelte pesano
Le scelte, alla fine, hanno un peso effettivo
A questo punto, come anticipato, non si può non tirare le somme per quanto riguarda la questione delle scelte:
ben consci che si tratta comunque di un artificio e che comunque per molti versi lo scheletro cui poggia la storia è predeterminato,
non si può non riconoscere a Telltale il merito di essere riuscita questa volta a far quadrare il cerchio: quanto fatto nelle precedenti puntate infatti va ad influenzare la seconda parte dell’esperienza quasi in toto. Intendiamoci, gli eventi (
almeno, la maggior parte) prenderanno in ogni caso una certa piega e condurranno ad una determinata situazione, ma a cambiare sarà poi il come questa si evolve ed il chi accompagnerà i due protagonisti in questo ultimo atto, con una (
già citata) riuscitissima sorpresa per i fan di lunga data che hanno saputo giocare bene le loro carte. Anche su questo fronte quindi ci si può dire soddisfatti, e Tales from the Borderlands riesce quindi a non far pensare al giocatore di essere stato preso in giro sull’importanza delle scelte che ha dovuto compiere di volta in volta.
Quando non sai come uscire dai guai…
Anche sul fronte ludico questa volta ci siamo
Se, come si diceva poco più su, dal punto di vista della qualità racconto Tales From the Borderlands alla fin fine si è sempre assestato su ottimi livelli, la stessa cosa non si può dire della componente ludica del pacchetto: questa ha di capitolo in capitolo assunto importanza alterna, talvolta rendendo il giocatore partecipe alla manovra e altre volte invece facendogli subire la storia in modo più passivo, scelte durante i dialoghi a parte. In questo caso, specie a ridosso del finale,
si rientra sicuramente nel primo scenario, grazie alla presenza di una delle “scene interattive” più riuscite della serie (
assieme a quella della “sparatoria” dello scorso capitolo). Anche se quindi, con una sola eccezione, le abilità uniche dei due protagonisti non entrano mai in gioco, Telltale riesce ad intrattenere il suo pubblico anche senza riccorre all’Echo Eye di Rhys e alla Jackapedia.
No, non è cambiato niente
Dal punto di vista tecnico, come prevedibile, non è cambiato nulla: il prodotto, anche grazie all’adattabilità dello stile visivo di Borderlands, non mostra particolari cenni di cedimento e accompagna tranquillamente il giocatore fino alla fine. Il tutto continua ad essere disponibile solo in inglese (con annessi sottotitoli, sempre nella lingua di Albione) come ormai ci si aspetta quando si parla di prodotti Telltale.
Verdetto
8.5 / 10
Non abbiamo citato i Power Rangers a caso
Commento
Pro e Contro
✓ Ottimo finale di stagione
✓ Una delle migliori "sezioni ludiche" della serie
x Abilità dei protagonisti poco sfruttate
#LiveTheRebellion