Street Fighter V esce finalmente dall’Accesso Anticipato e… Come dite? Non era in Accesso Anticipato?
Al di là di tutte le facili ironie che si possono fare attorno a Street Fighter V e più in generale a Capcom, bisogna iniziare ammettendo due cose. La prima è che
abbiamo già perso nei confronti della casa di Osaka: possiamo tirar fuori tutta la nostra sagacia, spolverare i meme delle grandi occasioni e prendere per i fondelli Capcom quanto ci pare, ma la
perculata a tema
Street Fighter migliore rimarrà per sempre
Super Ultra Dead Rising 3 Arcade Remix Hyper Edition EX Plus Alpha (è un po’ triste, ricordarsi di
Dead Rising solo in queste circostanze, ma tant’è).
La seconda?
Beh, Capcom è stata di parola quando ha detto che non sarebbero uscite “Arcade Edition” di
Street Fighter V.
Cioè, più o meno.
Intendiamoci, è
ovvio che la promessa
non è stata rispettata
alla lettera – siete entrati su questo articolo cliccando sulla scritta “
Recensione: Street Fighter V Arcade Edition” dopotutto, no? – ma in un senso più generale Capcom è stata di parola, non cadendo in uno dei problemi più drammatici del quarto capitolo del
Re dei Picchiaduro: la frammentazione dell’utenza.
Se avete già acquistato il gioco base, l’aggiornamento alla
Arcade Edition è gratuito e potete sbloccare i nuovi personaggi con la valuta in-game. Diversamente, sullo scaffale potete andare a pescarvi uno Street
Fighter V finalmente completo.
Versione testata: PlayStation 4
Davvero arcade
Due anni fa parlavamo di
Street Fighter V riassumendo il tutto con un verdetto inequivocabile,
Salvato dal gameplay. Perché senza ombra di dubbio
Street Fighter V andava a
migliorare l’impianto ludico offerto su disco rispetto al quarto capitolo, costruendo indubbiamente sulle spalle di quest’ultimo – che a sua volta costruiva sul
Turbo HD Remix per PlayStation 3 e Xbox 360, capace di rilanciare i picchiaduro 2D tra il grande pubblico (tutti quelli contrari alle rimasterizzazioni, prego
sucare duro davanti all’evidenza dei fatti) – ma limando, tagliando e snellendone la formula. Meno possibilità, meno orpelli e un battle system forse più essenziale,
ma d’altra parte meno dispersivo e – hai detto poco – più onesto nei confronti del giocatore.
L’abilità dimostrata sul ring pesava di più, senza poter ricorrere a mille Ultra Combo (e derivati) buone per sferrare il proverbiale pugno fortunato e mettere KO il nemico senza merito.
Ma un attimo,
perché vi stiamo dicendo tutto questo?
Beh, tutto il preambolo – oltre ad essere pensato
a misura di pigro, per chi non avesse cliccato sull’approfondimento qui sopra – serviva in pratica a spiegare quanto fosse un’impresa difficile migliorare, dal punto di vista delle meccaniche, un prodotto già molto solido.
Capcom però
ce l’ha fatta, bisogna ammetterlo.
Nessuno sconvolgimento, questa volta – niente “mostri sacri” eliminati per rendere più agile il tutto, ma qualche piccolo accorgimento che, sommandosi assieme ad altri piccoli accorgimenti, rendono l’esperienza più rotonda.
Torna finalmente la modalità Arcade, grande assente nella versione base (che si rivolgeva, per scelta o per eccesso di furbizia, decidete voi) prettamente a chi voleva fruire dell’esperienza online. E torna in grande spolvero, andando non solo ad inserire sfide a difficoltà crescente che rende giustizia all’offerta
in Solo, ma omaggiando i capitoli classici della serie attraverso sei percorsi, ognuno ispirato ad un vecchio episodio del franchise. Dalle origini a questo quinto capitolo, passando per l’istituzione (ovvero Street Fighter II) e per la serie Alpha, in una festa auto-celebrativa che a voler essere maligni ha
una maggior ragion d’essere anche rispetto al
The Final Challengers uscito l’anno scorso su Switch.
Tante strizzate d’occhio e gomitate nei fianchi agli appassionati storici della serie, che si sentono finalmente a loro agio impugnato Dualshock 4 (che a differenza dei JoyCon di Switch vanta un D-Pad tradizionale, per non dire uno dei migliori in commercio). E ci si sente a proprio agio anche grazie alle
migliorie apportate all’interfaccia, che adesso appare più chiara mentre si è in-game e – va detto – più
sborona prima di scendere in campo, mostrando il grafico a radar delle abilità dei due personaggi scelti, la data dell’incontro e una serie di informazioni accessorie ai limiti del futile, ma sicuramente d’impatto nella presentazione.
Ma dal punto di vista più prettamente
ludico?
Una serie di
nuovi V-Trigger, le abilità introdotte da Street Fighter V al suo esordio, per ciascun personaggio: un po’ come succedeva per le Ultra di Street Fighter IV, adesso alla scelta del personaggio è possibile scegliere quale dei due V-Trigger utilizzare in battaglia, andando a variare ancora la formula e ad introdurre qualche novità a sconquassare lo status-quo delle partite (competitive o meno). Come dicevamo più su,
non si tratta di una rivoluzione e sicuramente dietro questa Arcade Edition non c’è il coraggio – perché di coraggio si trattava, al netto delle scelte sbagliate di Capcom – che si poteva trovare dietro l’esordio di Street Fighter V, ma d’altra parte è anche giusto così: la casa di Osaka ha dato una spolverata all’argenteria e
ha apparecchiato meglio, per così dire, e alla fine del pasto ci si alza da tavola decisamente più soddisfatti, anche se il menu è in buona sostanza lo stesso dello scorso appuntamento. Da questo punto di vista l’unico neo riguarda
ancora qualche sbavatura tecnica, non ancora rientrate al 100% nonostante ci si renda subito conto che qualche progresso, anche in questo senso è stato fatto.
Verdetto
8.5 / 10
Ok, adesso potete comprarlo
Commento
Pro e Contro
✓ Finalmente è un prodotto completo
✓ Gameplay solidissimo (e limato)
✓ L'arcade torna in grande stile
x La stagione 3 andrà valutata in corsa
x Ancora qualche difetto tecnico
#LiveTheRebellion