Recensione Stories: The Path of Destinies

Si è parlato spesso (anche alle nostre coordinate) del rapporto tra scelte e videogiochi e di come in buona sostanza non si tratti di altro che un artificio narrativo atto ad indirizzare la narrazione su binari comunque predeterminati. Assimilato questo limite fisico, cosa succederebbe portando le ramificazioni ai massimi termini, come a suo tempo avevano fatti i Librogame? È questa la domanda a cui Spearhead Games sembra cercare risposta con Stories: The Path of Destinies, disponibile dal 12 Aprile su PC e Playstation 4. Vediamo con quali risultati

Versione testata: Playstation 4

Le vie del destino sono infinite 24
Stories: The Path of Destinies è in sostanza il figlio illegittimo tra videogiochi e librogame
Il mondo è via via sempre più dilaniato dallo scontro tra l’Imperatore Folle, alla perenne ricerca di antiche conoscenze e manufatti, e la Ribellione, un nugolo di guerriglieri che si oppongono al tiranno e ai suoi Corvi Imperiali. Su questo scenario abbastanza familiare si vanno a posizionare il protagonista Reynardo, una volpe con un passato da fuorilegge alle spalle ma adesso diventato una sorta di eroe, il suo amico Lapino, membro della ribellione caduto nelle mani dei Corvi e Zenobia, amica di infanzia di Reynardo ma dalla parte dell’Imperatore, di cui è la figlia adottiva. Sul campo di battaglia fanno poi capolino due artefatti di un’epoca precedente: la Squartacieli, arma dai poteri leggendari suddivisa in due parti (armatura e nucleo) e la misteriosa Pietra di Iblis. Se questa è la scacchiera, gli esiti della storia (o meglio, di ciascuna “storia”  intesa come una run di gioco) dipenderanno come negli scacchi dalle mosse fatte dal giocatore: lo scopo del gioco è, banalmente, quello di riuscire a porre fine al conflitto, ma per riuscire nell’intento sarà necessario affrontare un certo numero di partite, facendo scelte diverse e arrivando ad esiti diversi, per apprendere le quattro Verità che Stories nasconde. Solo una volta ottenute queste conoscenze, ognuna legata ad una particolare “pedina” presente sul piatto (escludendo Reynardo che come detto riveste il ruolo di protagonista ed alter ego del giocatore), si avranno a disposizione tutte le carte necessarie a trovare e percorrere l’unica strada, tra le 24 possibilità presenti incrociando le combinazioni (ed escludendo un paio di vicoli ciechi), verso il vero finale del gioco, imboccando i bivi narrativi migliori e facendo si che tutti gli elementi vadano al loro posto.

La voce narrante è in tutto e per tutto un valore aggiunto
In tutto questo il giocatore sarà accompagnato dalla voce narrante del titolo, che quasi fossimo davanti ad una favola (ed in un certo senso lo siamo, visto che ognuno dei “cammini” nasconde una sorta di morale ed i protagonisti sono tutti animali) oltre a descrivere gli eventi darà voce ai vari personaggi coinvolti, interpretandone il ruolo. Il narratore alla fine dei conti è un vero e proprio valore aggiunto all’idea messa in piedi da Spearhead, non limitandosi a raccontare quanto accade e ad un’ottima prova dal punto di vista vocale ma facendo letteralmente compagnia al giocatore durante le fasi ludiche, dove piuttosto di sparire dietro le quinte decide di lanciarsi in battute, canzonature e citazioni che mettono a dura prova la tenuta della quarta parete e, in definitiva, arricchiscono il tutto riuscendo a divertire.

Action-rpg all’acqua di rose
Spearhead ha realizzato un action-rpg con alcuni aspetti da puzzle/platform, che però non riesce ad esprimere a fondo le sue meccaniche
Poco più su accennavamo alle “fasi ludiche”: Stories infatti, tra un bivio e l’altro (dove viene logicamente lasciato il palcoscenico al racconto) ci ricorda di essere davanti ad un videogioco, proponendo delle sezioni dove nei panni di Reynardo si esplora l’ambiente circostante e si da battaglia ai Corvi Imperiali che incrociano il cammino della volpe. In buona sostanza la creatura di Spearhead è un ation-rpg che mutua alcuni aspetti dal genere puzzle/platform per quanto concerne la parte esplorativa: Reynardo può progredire, partita dopo partita, su due fronti, accumulando punti esperienza e ottenendo punti abilità da spendere nei vari rami a disposizione (spaziando dai classici potenziamenti della salute a vere e proprie nuove abilità, come la possibilità di utilizzare lo scatto o di attivare una sorta di Bullet Time dopo un contrattacco) oppure raccogliendo in giro per le varie mappe essenze e minerali utili a forgiare e potenziare alcune spade da utilizzare in combattimento (per un totale di quattro lame diverse, ognuna provvista di due livelli). Ogni arma è dotata di un potere secondario, che consente di aggiungere un elemento ai danni inflitti da Reynardo, recuperare salute o velocizzarne i movimenti consumando durante l’utilizzo (attivabile tenendo premuto il tasto R2) una barra di energia. La dotazione della volpe è poi completata dalla possibilità di utilizzare tre gemme, anche queste da raccogliere in giro nei vari livelli (solitamente sono posizionate dietro alcune porte apribili solo se si è forgiata la spada corrispondente), che aggiungono maggiore resistenza ai colpi, la possibilità di distruggere gli scudi di alcuni nemici ed altri effetti secondari.

Le possibilità in battaglia essenzialmente prevedono la possibilità di utilizzare una sorta di gancio per avvicinare a Reynardo i suoi nemici, i semplici colpi di spada (le “combo” si eseguono semplicemente premendo il tasto quadrato) e la facoltà di “impalare” un avversario sulla spada e poi lanciarlo fuori dalla mappa o contro i suoi compagni, per eliminare quelli che cadono con un solo colpo di spada mentre sono a terra. Il tutto, sia per quanto riguarda la progressione che dal punto di vista del battle system nudo e crudo, è in realtà un po’ abbozzato e poco profondo, e dopo un certo numero di partite è molto facile che si siano già ottenute tutte e quattro le spade presenti e trovate le gemme di livello 3 nei forzieri. Giocoforza quindi, anche se man mano che si prosegue inizieranno a comparire nemici particolari (capaci di potenziare i loro compagni o di esplodere facendo gravi danni una volta innescati) l’esperienza non raggiunge mai livello di sfida impegnativi: capita probabilmente di incappare in qualche game over, comunque privo di conseguenze, ma solitamente al secondo tentativo si riesce ad avanzare senza problemi, soprattutto una volta in possesso di alcune delle abilità di Reynardo (come la spada che rigenera la salute). È un peccato, visto che come detto l’idea principale su cui è impostato il gioco ha tantissimo potenziale (e narrativamente riesce ad esprimerlo bene) ma avrebbe necessitato di una mano più decisa sul fronte meramente ludico per allontanare il pericolo della ripetitività.

 

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Stories: The Path of Frame-rate
Impianto artistico di spessore, ma con qualche problema di fluidità
Visivamente parlando Stories risulta decisamente riuscito, scegliendo un approccio stilistico che, grazie alle tinte calde ed accese permesse dalla tavolozza di Unreal Engine 4, ben si sposa con il tono “favolesco” della produzione e riesce a regalare immagini che potrebbero tranquillamente essere scambiate per illustrazioni. Spiace però dover segnalare, quantomeno per quanto concerne l’incarnazione per Playstation 4 del titolo, una serie di rallentamenti e cali di frame-rate minori, che affliggono l’esperienza non tanto durante le fasi di combattimento quanto quelle di esplorazione, colpendo all’improvviso e senza apparente motivazione per poi comunque non tornare a farsi sentire per un certo tempo. Detto dell’ottimo lavoro fatto a livello di doppiaggio, anche sul fronte sonoro il titolo si difende bene, regalando un accompagnamento non memorabile ma sicuramente di compagnia. Promossa anche la localizzazione italiana, che a parte alcune delle battute del narratore (che però va detto, rendono sicuramente meglio in inglese) porta sullo schermo del televisore un adattamento scevro da particolari problemi.

Verdetto
7.5 / 10
Un vero eroe gioca tutte e 24 le storie
Commento
Se Spearhead avesse riposto negli aspetti ludici di Stories: The Path of Destinies la stessa cura con cui ha confezionato la componente narrativa (o meglio, multi-narrativa) del prodotto staremmo parlando di un titolo destinato a fare scuola: purtroppo lo studio di Montreal si è fermata un passo prima, mettendo in piedi meccaniche convincenti ma non molto profonde, che non riescono quindi a trattenere a dovere il pericolo ripetitività dovuto dall'impostazione dell'esperienza, che vuole essere giocata più volte per poter arrivare alla fine. È un peccato, ma considerando il prezzo a cui il pacchetto viene venduto (circa 15 euro, al netto di sconti) e quanto di buono fatto sul fronte story-telling non possiamo non consigliare l'esperienza a tutti gli amanti delle belle storie. Tenendo comunque a mente quali sono i limiti del titolo.
Pro e Contro
La voce narrante
Raccontato ottimamente
Estremamente rigiocabile...

x ... Ma rischia di diventare ripetitivo
x Meccaniche poco profonde
x Qualche problema di fluidità

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