Recensione Spyro Reignited Trilogy: come alle elezioni

Spyro Reignited Trilogy è la prova, l’ennesima prova, che acquistare un videogioco è un po’ come andare a votare. Con la differenza che poi qui le cose cambiano.

Apparirà banale il parallelo con l’operazione N.Sane Trilogy dell’anno scorso. Anche perché Spyro Reignited Trilogy è un prodotto che ha diverse e marcate differenze con l’altra metà del fu-platform PlayStation. Però se oggi sul vostro scaffale è arrivato un nuovo (beh, circa) gioco di Spyro il merito è anche della N.Sane Trilogy e in generale di tutte le Operazioni Nostalgia che stanno andando forte sul mercato.

Spyro Reignited Trilogy ve lo siete voluti voi, perché la nostalgia vende. Se volete aprire bocca sul tema, imparate prima a chiudere il portafoglio

spyro reignited trilogy recensione
Senza scomodare indagini di mercato spicciole, chi vi scrive nel suo piccolo ha visto una serie di amici auto-invitarsi a casa non appena condiviso su Facebook uno screenshot del download di Spyro Reignited Trilogy in corso. Si, è facile mettere in discussione la valenza di questo campione statistico (non so nemmeno se si può parlare di campione statistico, visto che non c’è stata nessuna selezione alle spalle), ma tenendo conto di questo, dei già citati precedenti e del fatto che all’uscita questa raccolta si sia fiondata in cima alla classifica dei più venduti su Amazon dire che Activision ha fatto benissimo a riproporre i tre titoli non è peccare di presunzione. Dal punto di vista commerciale – quello che l’utenza ritiene più gretto, ma che in realtà è fondamentale per chi produce – è così.

Dovessimo dare un giudizio su Spyro Reignited Trilogy solo da questo punto di vista sarebbe estremamente facile: 10/10. Giusta l’operazione, giusta l’uscita contemporanea su PS4 e Xbox One visto il successo dei precedenti, giusto anche aspettare per l’eventuale rilascio su Switch – facendo così c’è caso che qualcuno acquisti poi una seconda copia al momento dell’uscita sull’ibrida Nintendo.

Allo stesso modo è molto difficile attaccare il lavoro di restauro in sé e per sé. Abitualmente trattiamo la questione tecnica nell’ultimo paragrafo delle nostre recensioni, ma per Spyro Reignited Trilogy facciamo un’eccezione e ve lo diciamo subito.

adattamento incredibile. A mani basse meglio degli originali
Toys for Bob non è nuova al genere platform – facile citare Crash e Spyro, parliamo piuttosto di Pandemonium – e a dire la verità non è nemmeno estranea al personaggio, visto che da Skylanders in poi il dragetto viola è stato roba loro. Ma nessuno dei loro lavori precedenti può vantare una cura per il dettaglio così eclatante: non ci si è limitati ad aggiornare il prodotto, ma si è intervenuti a gamba tesa andando ad arricchire e a migliorare il design dei personaggi, e di riflesso anche la loro caratterizzazione. Uno Spyro mai così guascone, quasi un novello Eddie Guerrero fatto di bit e poligoni. Un Hunter, specie in Spyro 3: Year of the Dragon, molto più tridimensionale di quella tigre che al massimo si concedeva un paio di jeans addosso. Ma in generale l’operazione è stata attenta e meticolosa a tutto tondo, anche guardando ai personaggi che rimangono più sullo sfondo: ne beneficiano in particolare i draghi da salvare del primo capitolo, che nel 1998 erano una serie di facce sfocate destinate a scomparire nella memoria appena usciti dall’inquadratura e che adesso invece hanno un’onesta chance per rimanere impressi.

Da questo punto di vista non è di nuovo 10/10 solo perché, in fondo, chi vi scrive è un inguaribile nostalgico: marchiato dall’approccio Double Fine alle riproposizioni ludiche, dove si può switchare in tempo reale alla versione più attempata del software – anche banalmente per fare delle comparazioni in diretta – quando questo tipo di feature manca ne soffre. Toys for Bob ha limitato la scelta allo schema di comandi classico (contro quello modernizzato, comunque molto simile) e all’audio, includendo dei ri-arrangiamenti sonori più vicini alle tonalità originali.

A più di 600 parole dall’inizio entriamo finalmente nell’ambito dei contenuti, a beneficio di chi si avvicina a Spyro Reignited Trilogy senza essere passato dagli originali. Al solito, sarebbe inutile farvi l’elenco di mondi e livelli contenuti in ciascun titolo in un’era in cui esiste una Wiki praticamente per tutto – si, c’è una SpyroPedia. No, non l’hanno davvero chiamata SpyroPedia. Peccato.

Quello che è utile dirvi, o meglio ricordarvi, è che si tratta essenzialmente di tre giochi usciti a cavallo degli anni ’90 e gli anni 0.

Tre generazioni videoludiche fa.

Tre giochi di un’altra epoca
È logico che la mole di contenuti, specie se si ragiona sul singolo gioco, ci appaia poco sostanziosa. Il primo Spyro in particolare è completabile in meno di cinque ore. Personalmente sono riuscito a finire al 100% il primo mondo mentre il resto del gioco si stava ancora installando, per rendere l’idea delle proporzioni. E più in generale – di nuovo, in particolare sempre nel primo capitolo – il level design sembra abbastanza soffocante, con livelli decisamente “piccoli” dal punto di vista topografico e molto partizionati. Non aiuta il fatto che il livello di sfida, se si eccettuano alcune attività di solito secondarie – i livelli di volo, qualche mini-gioco – sia abbastanza tarato al ribasso: se un anno fa Internet davanti alla N.Sane Trilogy aveva tuonato “ma è il Dark Souls dei platform” (Kojima Dio perdona loro, perché non sanno quello che dicono) all’uscita di Spyro Reignited Trilogy non hanno iniziato a circolare meme di questo tipo. È un po’ straniante metterla in questi termini, ma è una riflessione che da bene le proporzioni di quello che si affermava poco più su. Da questo punto di vista Activision comunque ha saggiamente deciso di vendere il pacchetto ad un prezzo budget, molto distante dai classici 70€ standard da day one. Mossa oculata e che chi vi scrive condivide.

Soprattutto perché comunque, al netto di qualche difetto storico, parliamo di tre bei giochi

…  ma tre bei giochi di un’altra epoca
Certo, il primo capitolo – ormai lo avrete capito, è l’anello debole – non è sicuramente il platform migliore della sua generazione, e non è nemmeno a dirla tutta caratteristico come lo era il primo Crash Bandicoot. Ma si lascia tranquillamente giocare, soprattutto alla luce del re-design dei personaggi (protagonista in primis), anche se un giocatore di oggi sentirebbe la mancanza di un vero e proprio sistema di progressione. Va segnalato l’inserimento dei “punti abilità” (che non sono quello a cui state pensando) anche in questo capitolo, come extra rispetto all’originale, ma è poca cosa rispetto a quelli che sono i difetti congeniti della matrice.

Ripto’s Rage, il secondo capitolo (in Europa originariamente Gateway to Glimmer), ci mette una pezza. Compaiono alcune abilità da acquistare man mano che l’esperienza progredisce e il gioco, in generale, inizia a diversificare, puntando non solo sul platforming ma anche su mini-giochi e attività collaterali. Si intravede una certa deriva verso il collectathon, non gestita sempre in modo puntuale (i livelli, quando vengono abbandonati, si “resettano”) ma che aggiunge decisamente più carne al fuoco.

Ma il piatto forte rimane comunque Year of the Dragon, capace di diversificare all’estremo – impossibile non ricordare ancora oggi con affetto le sezioni sullo skateboard – e di inserire anche altri personaggi giocabili, in particolari spezzoni di gioco. Era il capitolo che l’autore ricordava con più affetto – un po’ di nostalgia, quando si valutano prodotti di questo tipo, va messa in conto – e pad alla mano è il capitolo che è invecchiato meglio, apparendo oggi più che mai in forma.

Verdetto
8 / 10
Ve lo siete voluto voi
Commento
Tre giochi di un'altra epoca. Ma tre bei giochi di un'altra epoca: anche se la serie di Spyro non sarà ludicamente caratterizzata quanto altri titoli della generazione PlayStation, il restauro era doveroso anche solo per quello che il draghetto viola rappresenta e ha rappresentato per gli appassionati. Un prodotto voluto a furor di popolo, per i motivi già espressi in apertura dell'articolo, e confezionato con tantissimo mestiere. Davvero difficile dire qualcosa di negativo su questa trilogia finalmente riaccesa.
Pro e Contro
Lavoro di ammodernamento pazzesco
Tre bei giochi...

x ... con qualche difetto

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