Caro Scarlet Nexus, io volevo davvero che mi piacessi. Probabilmente è colpa mia e non tua, ma il nostro rapporto non ha funzionato, e ti devo dire addio. Già, è colpa mia di aver creduto ancora al solito gioco in stile anime di Bandai Namco. Colpa mia che credevo di trovare un gioco dalla trama e dal gameplay oltre la sufficienza. Scemo io, pensando avessero imparato dagli errori di Code Vein.
Purtroppo, le speranze che mi ero fatto giocando la demo sono state disattese. Il gioco ci prova, davvero, a fornirti un’esperienza di qualità. Purtroppo però inciampa e cade di faccia clamorosamente. Vediamo quindi in cosa Scarlet Nexus non è riuscito a soddisfare e in cos’altro, magari, ci è riuscito.
In un futuro lontano, gli umani hanno scoperto come incrementare le potenzialità del loro cervello grazie ad un misterioso ormone. Sviluppano così dei poteri psichici e la civilità fa un enorme balzo in avanti. Unito a questo però, strani esseri cominciano a discendere dal cielo, gli Estranei. Essi si cibano del cervello umano e sono puramente guidati dal loro istinto. L’umanità quindi ha dovuto adattarsi per sopravvivere a questa calamità.
Questo è l’incipit di Scarlet Nexus, ed è anche abbastanza interessante, purché comunque non sia niente di chissà quanto innovativo. Il team ci ha anche provato sul lato artistico, con il loro fantomatico brainpunk, che alla fine non risalta più di tanto però. New Himuka è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti, piena di cartelli pubblicitari su palazzi che si stagliano su di voi, luci al neon ed insegne virtuali. Tutto il resto però sa davvero di blando post-apocalittico, con alcuni scenari palesemente riciclati.
La storia comunque va a diramarsi in due strade diverse tramite i due protagonisti del gioco, Yuito e Kasane. Le due run sono differenti tra loro, anche se hanno alcuni punti in comune. È consigliabile farle entrambe per avere un quadro completo, anche se già arrivando alla fine della prima partiranno i mal di testa. E no, non a causa dell’influenza degli Estranei su di voi.
Una storia tra alti e bassi
La storia appunto parte abbastanza bene, forse un po’ lenta poiché ha bisogno di un paio di ore per ingranare del tutto. Una volta passate, vi ritrovete tutto sommato una vicenda interessante da seguire, con molti punti oscuri su cui speculare. La cosa però con l’andare avanti diventa stancante, poiché il gioco fino alla sua metà -o poco più- continua a buttare misteri su misteri, che molto spesso mal gestisce.
Gli stessi Estranei, punto focale del gioco, vengono relegati a problema secondario. Verso il finale infatti si assiste ad un cambio repentino riguardo l’urgenza di alcuni problemi da risolvere. La cosa mi ha lasciato davvero con l’amaro in bocca, soprattutto sul finale stesso. Ovviamente non starò qui a spiegarlo, ma alcune cose sono davvero inconcludenti, lasciando dei punti oscuri all’interno della trama che non vengono mai spiegati.
La storia stessa viene poi narrata in un modo che ho trovato veramente pessimo, uccidendo del tutto il pacing dei dialoghi. Infatti, il novanta per cento delle cutscene sono semplicemente delle scene statiche dove starete lì a leggere righe e righe di dialoghi. Alquanto discutibile come scelta, che davvero porta alla noia chi sta giocando nel lungo andare.
Le tematiche affrontate dal gioco non si discostano molto dai tipici clichè e trope degli anime. Vi ritroverete quindi con fili rossi del destino, amiche di infanzia infatuate di voi e via discorrendo. In netto contrasto a questi però, ci sono altri temi che si andranno ad affiancare, molto più interessanti. È presente una poco velata critica alla società -giapponese in questo caso- che cerca sempre di più di omologare l’individuo e di controllarlo, sia fisicamente con strumenti quali telecamere, sia virtualmente.
I miei amici sono la mia forza
In Scarlet Nexus, similmente a Code Vein, avrete un party formato da voi più altre due personaggi con cui affrontere le varie missioni del gioco. Da un punto di vista narrativo sono davvero blandi, ricadendo come al solito nei soliti stereotipi tipici di questi prodotti nipponici. Lasciano davvero poco in generale, tanto che a stento ricordo i loro nomi, riconoscendoli soprattutto per il clichè che incarnano.
Il loro inserimento all’interno delle meccaniche di gioco invece è -quasi- perfetto. Certo, i personaggi secondari sono controllati dalla IA del gioco, ma possono comunque essere personalizzati da voi nell’equip, strategie ed anche nei costumi che indossano.
Sempre ai compagni è collegata la meccanica del S.A.S. , meccanismo col quale potrete “prendere in prestito” i loro poteri per un certo lasso di tempo. Questa è una delle cose più interessanti del gioco e davvero non viene mai a noia. Potrete inoltre sbloccare potenziamenti per le abilità stesse, con cui evolvere il S.A.S. , oppure apprenderne di nuove se aumentere il legame tra voi ed il membro del gruppo.
Ecco, parliamo un attimo di questa cosa. Tra una missione e l’altra ci sono delle fasi in cui potrete riposare facendo quello che vi pare, e in cui appunto potrete passare del tempo coi vostri compagni. Un grande, grandissimo, problema però qui sorge.
Il cast secondario è infatti diviso tra la squadra di Yuito e quella di Kasane, e non scorre buon sangue tra i due. Il gioco però vi permetterà di uscire con tutti i personaggi secondari, e non è difficile immaginare il risultato. Persone che fino e poco fa volevano asportarvi il cervello a suon di pugni, diventeranno dei simpatici compagni di merenda che vorranno solo passare del tempo con voi e fare due chiacchere. Inutile dire che la cosa diventa ridicola già dopo la prima volta che succede – e si, capiterà molto spesso-.
Il potere della mente (o quasi)
Il gameplay di Scarlet Nexus è un Action-GDR in terza persona, dove con entrambi i protagonisti oltre ai soliti attacchi all’arma bianca avrete a disposizione le vostre abilità psicocinetiche. Grazie a questo potrete prendere vari oggetti dello scenario e lanciarli sui nemici, con addirittura alcuni che permetteranno delle interazioni speciali per arreccare ancora più danno.
Il gioco comunque forza un po’ al combattimento corpo a corpo, relegando le abilità mentali ad una barra che deve essere caricata a suon di colpi ravvicinati. Oltre a questo c’è anche il Brain Drive che serve per potenziare il vostro arsenale base. Il tutto, unito al sistema S.A.S. dei compagni, promette sulla carta un gameplay frenetico e mai noioso.
Ecco, sulla carta. Nella realtà il gameplay ha sempre quel non so che di fastidioso e caotico. Per prima cosa è assurdo che in un Action non ci sia la possibilità di fare animation cancel con la schivata. Quasi tutte le volte che sono stato colpito è perché il gioco durante le combo ti forza in delle animazioni da cui non puoi fuggire, devi prendere danno e basta.
Questo, unito al fatto che i pattern di attacco dei nemici, soprattutto quelli umanoidi, sono davvero poco intuitivi e chiari, rende davvero frustrante affrontare alcune battaglie. Il lock-on stesso non aiuta, spingendo la camera verso il terreno, dando meno visibilità negli scontri.
Gli stessi attacchi psicocinetici ci mettono un po’ ad essere caricati, e non avrete frame di invicibilità quando li state eseguendo. Il combattimento però ha anche dei punti positvi, ed infatti tutto sommato non viene mai alla noia. Questo è anche grazie alle finisher che potrete eseguire sui nemici stremati, fatte da piccole cinematiche molto adrenaliniche.
Dopo le prime, frustrantissime, ore viene poi sbloccata la Mappa Neurale, che essenzialmente ricopre il ruolo di un albero abilità, nel quale potrete spendere i punti ottenuti dai vostri level up. All’interno della Mappa ce ne sono varie che riescono a rendere il flow generale molto più accettabile, ma che non sono mai riuscite a soddisfarmi appieno.
Alcune abilità infatti sembrano delle comunissime opzioni che dovrebbero essere sbloccate fin dall’inizio, ed è forse questo uno dei problemi che rende così pessime le prime ore di gioco.
Voto e Prezzo
6.5 / 10
30€ /70€
Commento
Scarlet Nexus è un Action-GDR che cade davvero su molti punti, riuscendo giusto a fare il compitino svolto bene. La trama piena di clichè unito ad un gameplay action con dei problemi di fondo rendono davvero poco divertente il gioco, chiedendovi se davvero investire più di 30 ore su di esso sia necessario.
Pro e Contro
✓ Il setting ✓ Longevo grazie alle due run ✓ Combat system interessante...
x ...però cade in alcuni punti x Poca varietà di nemici x Trama inutilmente sconclusionata x Blanda esplorazione
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