Rise Of Industry è un titolo che ha saputo stupirci. Una nicchia del vasto pubblico dei Gestionali/Simulatori lo stava aspettando. Entreremo nel merito della definizione del genere, di questo videogioco così particolare, più avanti. Per ora lasciatevi dire che non stiamo parlando del solito Farmville. Il panorama di videogiochi gestionali è ampio e ricco di situazioni diverse. Il tratto che contraddistingue e accomuna la maggioranza di questi titoli è un continuo feedback da parte della popolazione. E se questo feedback fosse espresso dalla contabilità? Dal settore logistica di un magazzino? Rise of Industry propone una sfida innovativa: non ci saranno concittadini da accontentare ma saranno i bilanci dei vari esercizi a parlare per loro. Cosa cambia? Entrerete nei panni di un vero addetto alla logistica, agli acquisiti merci, insomma un vero simulatore di quello che avviene tra molte aziende.
Sappiamo che in una recensione il confine tra un genere videoludico e un altro possa sembrare ridondante. In questo caso lo abbiamo ritenuto utile e necessario. Utile perché l’utente, appassionato che si avvicina a Rise of industry potrà avere informazioni in più. Necessario perché è il gameplay a richiederlo. Dobbiamo rendere giustizia alle numerose dinamiche che intercorrono durante ogni fase di gioco. In questa IP non vestiremo i panni di un sindaco, di un capofamiglia o di nessun’altra figura paternalistica, volta alla corretta e competente gestione di un bilancio o di rapporti sociali. Saremo chiamati a svestire ogni ruolo e agire come la Mano Invisibile tanto cara agli economisti classici, Adam Smith in prima linea. Perché stiamo dicendo di comportarci come questa Mano Invisibile? Questa forma di Provvidenza? Perché ci comportiamo proprio così, in ogni fase di gameplay. Provvediamo ad ogni bisogno che l’ambience economica possa richiedere e lo facciamo con il fine di incrementare ogni porzione di industria. Quindi per vincere dobbiamo creare su schermo quello che nei libri di economia (già i ragazzi delle scuole superiori potranno capire) si chiama Concorrenza Perfetta. Ovviamente è un modello teorico che però ben si sposa con Rise of Industry.
Ok, ma come si gioca?
Scordatevi un punta e clicca frenetico da Facebook
Il titolo richiederà di soddisfare dei parametri, raggiungere obiettivi per farla franca, contro le offese del tempo e vari eventi casuali. Nulla di nuovo ma non è questa la caratteristica di Rise of Industry. Per ogni singola azione sarà richiesta la preparazione adeguata, il bilanciamento perfetto tra le risorse economiche (legna ad esempio) le falegnamerie (tra le prime attività di estrazione ad essere sbloccate) i collegamenti stradali verso i magazzini e la stipula di contratti con i clienti. Questa esemplificazione della meccanica di base del gioco può sembrare banale, ma lasciatevi dire che dopo la prima mezz’ora urlerete alla banalità. Ogni risorsa elementare dovrà essere pensata in vista del futuro sviluppo dell’industria locale. Ogni magazzino avrà il suo bilancio e sarà nostra responsabilità approntare ogni collegamento per favorire il corretto svolgimento del commercio. La città non acquisterà un bene solo perché è prodotto in fabbrica e soltanto perché c’è la stradina a collegarci. Voi andate a fare la spesa in fabbrica? Sarà importante sia la stipula di contratti commerciali sia la corretta allocazione e creazione di collegamenti logistici .
Il Tutorial sarà importante nelle prime fasi di gioco
In questa sede è importante rimarcare l’importanza del Tutorial. Non stiamo parlando del solito training su salto, affondo e parata. Non stiamo neanche cercando di dare dignità ad una guida che non è neanche intesa per essere introduttiva. Il manuale di gioco, il tutorial di Rise of Industry è elencato come le altre modalità di sfida. Non è un percorso obbligatorio e questo può far pensare che non serva e che il gioco sia immediato. Nulla di più sbagliato. La guida sarà importante e consigliamo di affrontarla anche una seconda volta. le feature del gioco sono moltissime e possono confondere. Uno dei motivi di confusione sono le miniature non sempre diversificate per i vari settori. il legno è sempre legno, indipendentemente se è appena tagliato, se è stipato in magazzino o se è trasportato verso il grossista. Superate queste amenità inizieremo a sviluppare la nostra industria.
Tutto molto contorto
Spiace dirlo ma il tallone d’Achille di Rise of Industry si palesa dalle prime fasi di gioco. Ogni creazione dovrà essere accompagnata da altre creazioni. Ogni stabilimento richiederà il suo verso specifico e una costellazione di stabilimenti satellite, di solito centri di raccolta per l’elemento/risorsa interessata. Così dovremo considerare anche questo nella scelta degli spazi (per noi è stato importante anche il fattore estetico ma oramai lo sapete che siamo pazzarelli). Stiamo finalmente giocando, abbiamo seguito i primi passi e siamo arrivati addirittura a piazzare la falegnameria. Ora vorremo costruire qualcos’altro. Ma come? Ogni edificio è bloccato, non è evidenziato. Come fare? Ecco l’albero delle abilità! Si, anche in Rise of Industry avrete a che fare con questo congegno che permette di selezionare le migliorie desiderate nel gameplay.
Prosegue la nostra richiesta di prestito di parole dal mondo dell’economia e della sociologia economica. Con Rise of Industry è inevitabile. Lo stile di gioco è così metodico che non ci potremmo stupire di un DLC con il Bilancio di Esercizio. Un Distretto Industriale è un’agglomerazione di imprese, in generale di piccola e media dimensione, ubicate in un ambito territoriale circoscritto e storicamente determinato, specializzate in una o più fasi di un processo produttivo e integrate mediante una rete complessa di interrelazioni di carattere economico e sociale (Wikipedia perché non avevo voglia di cercare i vecchi libri dell’università). Allora abbiamo effettivamente tutti gli ingredienti per creare la nostra economia, scegliere le strategie più opportune. Il tutto implementato dalle abilità che collezioneremo nell’albero dedicato. In alto a destra, celato nel simbolo che sembra indicare un collegamento USB, troveremo il collegamento al menù tanto agognato. Quel passaggio obbligatorio per sbloccare altri edifici. Nel tutorial questo sarà chiaro, ecco perché abbiamo insistito nel suggerirvelo. Noi non avremmo mai indugiato su quel simbolo azteco a destra, eravamo troppo impegnati a far perdere i primi soldi alla città. La meccanica è interessante e coerente con lo spirito di gioco. Sblocchiamo ciò che vogliamo imparare a produrre. Perfezioneremo poi, a cascata, le competenze successive di quell’ambito. Il fine è creare una cultura della produzione e specializzarsi in quel settore economico. Propio come un Distretto Industriale. Ovviamente i bonus sono ottenibili in base al tempo di gioco, come da tradizione.
La veste grafica risalta subito per la voluta e palese semplicità. Non si tratta di pigrizia o non perizia ma della necessità di rendere il tutto fluido e nel contempo renderlo stiloso. Gli edifici tirati su con tre poligoni, di numero, sono buffi ma al contempo raffigurano a dovere ogni cosa. La vita nel sottosuolo è raffigurata con mezzi di lavoro frenetici che svolgeranno per tutta la loro vita il solito lavoro alienante. Il tutto senza appesantire inutilmente il gioco. Riteniamo la scelta dei creatori di Rise of Industry ottima, per quanto concerne la realizzazione degli elementi di gioco. Questa scelta però diventa un difetto quando dobbiamo muoverci nei numerosissimi menù di gioco, specialmente quelli in-game.Tutto è scritto per essere difficilmente intuibile. Questo rischia di rendere la prima ora di gioco snervante, di commettere molti errori e di pagarne poi le conseguenze.
La nostra città
L’esperienza con Ride of Industry è stata il proseguo naturale di una lunga e gloriosa serie di giochi gestionali e di simulazione. Il carattere da gestionale è spiccato ed è il naturale genere di riferimento, di quest’opera. La veste di simulatore è una precisazione doverosa per il carattere maniacale durante tutto il gameplay. Tutto sommato è un titolo che gli appassionati del genere dovrebbero provare. Molti aspetti di gioco sono da migliorare. Il gioco non aiuta il giocatore, i menù sono tanti e la fluidità non è sempre delle migliori. Non è un titolo frenetico ma se girare la mappa di gioco causa un momentaneo freeze di gioco allora dobbiamo preoccuparci. La grafica in-game fa il suo pregievole lavoro e non abbiamo sentito il bisogno di texture pompate. Più che divertimento spensierato è la sensazione di soddisfazione e di responsabilità che ricorre. Saremo la Mano Invisibile che porta equilibrio in un mondo che vede la sua industria nascere, dove accanto a ruscelli e boschi iniziano a sorgere le prime attività di estrazione e raffinazione. Starà a noi essere saggi e non farsi prendere dalla sete di guadagno e dare sempre un’occhio alla crescita armoniosa.
Rise of Industry è il laboratorio ideale per raggiungere l’ottima allocazione di RisorseVilfredo Pareto: Verso una teoria integrata dei fenomeni economico-sociali in Rise of Industry, 1896.
Verdetto
7 / 10
Da bambino SimCity? Da grande Rise of Industry!
Commento
Rise of Industry è un simulatore di un Distretto Industriale. Il giocatore avvezzo alla calibrazione di ogni fattore saprà godere delle numerose combinazioni e possibilità offerte da questo titolo. Il videogioco mantiene le promesse e rilancia con coraggio, forte della sua sottile complessità. Astenersi casual.
Pro e Contro
✓ Ricco di dettagli e combinazioni ✓ Grafica funzionale
x Gameplay macchinoso x Poco intuitivo
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