Il panorama indie ormai è quello che ad ogni uscita è chiamato ad osare e sperimentare, non essendo legato (quantomeno in massima parte) alle logiche di mercato convenzionali e, per dirla in due parole, potendoselo permettere rispetto a produzioni più blasonate. Su queste pagine abbiamo già avuto modo di parlare di titoli che, in virtù di questa libertà, riproponevano esperienze più old school,
confinando la narrazione al libretto delle istruzioni o arrivando anche ad eliminarla del tutto
in favore del puro e semplice punteggio arcade. Con Qora (originariamente finanziato su Kickstarter come Spirit) Holden Boyles e
Curve Studios spingono l’acceleratore nella direzione opposta, eliminando di fatto il gameplay e concentrandosi non tanto sulla narrazione, quanto sull’atmosfera. Avranno osato troppo?
Spirits are always with you
Qora è in pratica la storia di un viaggio
Qora è essenzialmente la storia di un viaggio: il protagonista (di cui il giocatore non conosce nulla, se non la silhouette ad 8 bit con cui è realizzato) si è da poco trasferito in un villaggio remoto in cui sta edificando la sua casa dei sogni. La storia inizia poco prima che l’abitazione venga completata, con gli operai che stanno ultimando gli ultimi ritocchi e consigliano al neo-proprietario di andare a salutare i suoi nuovi vicini di casa. Ed è in questa occasione che il protagonista entra in contatto con una misteriosa voce, che risveglia un suo “potere latente” permettendogli di vedere oltre il tempo, osservando i frammenti di una civiltà antica che risiedeva in quelle terre nel passato remoto.
la storia è lineare e affascina per il suo tono esoterico
Il dono sarà la chiave che permetterà al giocatore di avventurarsi nel viaggio di cui sopra, alla ricerca della fonte di quella voce misteriosa e con l’obbiettivo di incontrare i “dei” che hanno risvegliato queste capacità di visione. La storia quindi nel suo complesso è, al netto degli intermezzi osservabili grazie al potere, abbastanza lineare, riuscendo ad affascinare più che per meriti esclusivamente suoi grazie al tono misterioso e quasi esoterico che mantiene, finalizzato alla realizzazione dell’atmosfera che è il vero punto cardine del prodotto.
Qora l’esploratrice
Il gameplay è ridotto all’osso
Sull’infrastruttura ludica offerta da Qora possiamo dire ben poco: come si accennava in apertura
infatti il gameplay è stringato e ridotto quasi ai minimi termini. Ci si muove sul piano bidimensionale che costituisce il mondo di gioco con le frecce sinistra e destra e, quando necessario, si salgono e si scendono scale e altri ostacoli con le frecce su e giù. La barra spaziatrice completa la dotazione fungendo da “tasto azione”, permettendo di interagire con lo scenario ad esempio parlando con gli altri personaggi o compiendo semplici azioni come salti (scriptati, con l’impossibilità quindi di “fallire” l’atterraggio e morire) o tagliare l’erba altra che sovente ostruisce il cammino.
Si va avanti per inerzia, sapendo che non ci sarà sfida
Questa particolare (e, a nostro avviso, azzardata) scelta stilistica conduce direttamente al principale difetto di Qora:
ci si riduce a proseguire semplicemente per amore dell’atmosfera e per sapere dove va a parare la narrazione, senza nessuno stimolo sul piano ludico… Per dirla in breve, per inerzia. Non aiuta nemmeno una certa lentezza nei movimenti del personaggio, che se da una parte è funzionale all’idea di permettere all’ambientazione di esprimere tutta se stessa dall’altra arriva spesso e volentieri alle soglie della frustrazione, con il rischio di allontanare prematuramente i giocatori meno determinati a concludere l’esperienza o ad esplorarne tutti i segreti (come ad esempio i finali multipli).
Il mondo come un tempio
Tutto in Qora è funzionale all’atmosfera, vero cavallo di battaglia del titolo
Dedichiamo l’ultimo paragrafo della recensione a quello che è in effetti è l’aspetto più riuscito di tutta l’esperienza: l’atmosfera. Questa raggiunge un livello di resa dannatamente alto facendo lavorare in sincrono tre livelli, quello narrativo (di cui abbiamo già detto del tono misterioso ed esoterico che ben si sposa con il “mood” del titolo), quello grafico e quello uditivo. Il comparto visivo infatti, nonostante una realizzazione “antiquata” ad 8 bit, offre man mano che si esplora il mondo di gioco degli scorci e dei panorami veramente suggestivi,
capaci di lasciare il giocatore con la mascella aperta anche senza ricorrere a grafiche ultra dettagliate e a risoluzioni HD. La colonna sonora poi eredita il compito lasciatogli dalla sfera visiva e regala pezzi capaci di amalgamarsi alla perfezione con quello che si vede sullo schermo ed aiutare ancora di più la riuscita dei paesaggi.
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Verdetto
Si
David Cage mi fa una pippa
Commento
Pro e Contro
✓ Atmosfera suggestiva
✓ Grande colonna sonora
✓ Graficamente evocativo
x Spesso frustrante
x È un videogioco solo in senso lato
#LiveTheRebellion