Recensione Promare: l’essenza stessa del movimento

Studio Trigger torna al cinema con Promare, un concentrato di azione delirante e fuori di testa

Prendete un frullatore gigantesco. Fatto? Ok, adesso prendete Gurren Lagann, Darling in the FranXX e Kill la Kill, inseriteli al suo interno e agitate vigorosamente. Quello che verrà fuori dal vostro Bimby sotto steroidi è il nuovo film dello Studio Trigger: Promare.
Forse potrà sembrare un modo estremamente semplice di descrivere il primo titolo della stagione anime 2020 di Dynit e Nexo Digital, ma fidatevi, Promare è esattamente questo: un concentrato di tutti i migliori titoli che hanno resto Studio Trigger una delle realtà più importanti dell’animazione contemporanea.
Prima di proseguire con la recensione, però, vi invito a premere play e a rilassarvi sbarellare assieme a me. Pronti? Andiamo.

Movimento ed energia allo stato puro.
Non ho intenzione di raccontarvi la trama di Promare.
Farlo non avrebbe alcun senso, dal momento che la sua trama è estremamente semplice e, diciamocelo, non è nulla di davvero innovativo. Vi basti sapere che nel mondo appaiono all’improvviso i Burnish, esseri umani mutati in grado di controllare il fuoco, e che per difendere il pianeta vengono istituiti dei gruppi di super pompieri armati di robottoni e diavolerie varie.
Il bello è proprio questo: Promare non racconta nulla, ma lo fa con uno stile pazzesco.
Dal primo fotogramma in poi Promare è un concentrato di luci, colori, azione mozzafiato e stile indiscusso. Hiroyuki Imaishi ci catapulta da subito nell’azione frenetica della sua ultima creatura, e dal primo istante in poi il film è un crescendo continuo di frenesia e colori fluorescenti.

In un epoca in cui Netflix ci stupra gli occhi a colpi di anime in CG di pessima fattura, Studio Trigger risponde con un mix di animazione vecchio stile e Computer grafica di qualità sopraffina. Il budget è corposo, finalmente, e si vede. Si è quasi vittime del ritmo forsennato del film, che non lascia un attimo di respiro e preme costantemente sull’acceleratore. Lo schema è piuttosto semplice: c’è un’alternanza costante di scene d’azione e momenti votati alla narrazione della vicenda.
Botte da orbi, introduzione dei cattivi, botte da orbi, dubbi sulla cattiveria dei cattivi, botte da orbi, dubbi sulla bontà dei buoni e poi giù con altre botte da orbi.

Stavolta però coi robottoni giganti, le navi da guerra interspaziale, le katane e le trivelle.

Menomale che doveva essere un film sui pompieri.
Promare è un gioia infinita per gli occhi.
Tutto ciò che appare sullo schermo è in costante movimento, che siano i protagonisti, i mech, gli idranti nascosti sulle facciate dei palazzi o le particelle di polvere alzate dai continui combattimenti tra Burnish ed esseri umani. Spesso i movimenti sono così bruschi e rapidi che si ha quasi paura di sbattere le palpebre per il timore di perdersi qualcosa. La cura del dettaglio e la precisione dell’animazione sono sbalorditive, non lo ripeterò mai abbastanza.

Ciò che però salta davvero all’occhio è lo stile con cui Studio Trigger ha deciso di caratterizzare il film.
Promare è ambientato in un mondo low-poly, in cui le forme sono ridotte all’osso e tutto è estremamente spigoloso ed elementare. Il fuoco stesso non è rosso ma violetto, e viene rappresentato da una serie di triangoli e quadrati sovrapposti tra di loro, così come lo sono anche il fumo e la polvere. I membri della Burning Rescue, la squadra di pompieri in lotta contro i Burnish, sono dotati di armi che sparano proiettili di ghiaccio; anche in questo caso si è optato per un look grezzo ed essenziale e gli scontri tra le due fazioni si possono riassumere in triangoli di fiamme contro parallelepipedi di ghiaccio. Persino i riflessi della luce solare sono squadrati, per dire.
Il tutto è poi imbevuto di colori fluorescenti ed esageratamente sopra le righe, andando così a creare un contrasto strepitoso tra la semplicità delle linee e la follia del colore. Un risultato differente che però mi ha fatto ripensare a Persona 5. E se qualcosa mi fa ripensare a Persona 5 allora ha tutta la mia attenzione.

Promare: la nuova stagione anime di Nexo digital e Dynit
Esempio pratico di cosa intendo quando dico che Promare è un film fuori di testa.
Welcome to the TriggerVerse
Promare è un po’ la summa di tutto ciò che ha reso grande lo Studio Trigger negli ultimi anni. Le autocitazioni si sprecano, a partire dal design di Galo, il protagonista, che ricorda da vicino Kamina di Gurren Lagann, fino ad arrivare al design dei mech che condividono forme e colori con quelli di Darling in the FranXX. Il tutto è condito dall’ironia e da quella che è definibile come l’arte di non prendersi sul serio tipica di Kill la Kill (di cui è uscito pure un videogioco bruttino, nel caso ve lo foste perso). Trigger è diventata un’istituzione del panorama anime odierno, e cerca quindi di marcare il territorio mettendo in bella mostra quelle che sono le sue caratteristiche principali, tra cui spicca la meravigliosa colonna sonora di Hiroyuki Sawano.

Va anche detto che oltre ai numerosissimi pregi, Promare si porta dietro anche alcuni di quelli che sono i principali difetti delle produzioni Trigger. Su tutti, quello più evidente è lo scarsissimo tempo concesso ai personaggi secondari del film. Galo è l’unico membro della Burning Rescue a venire approfondito in qualche modo, mentre tutti gli altri devono accontentarsi di pochissimi minuti di screen time. Lo stesso accade anche per i membri dei Mad Burnish, relegati spesso sullo sfondo e quasi sempre oscurati da Leo.

È come stare sulle montagne russe
Voglio chiudere questa recensione con un’ammissione di colpa: ho sempre apprezzato moltissimo la qualità tecnica dei titoli Trigger, eppure mi è capitato spesso di abbandonare le loro serie. Non ho mai portato a termine Kill la Kill e SSSS.Gridman. Non che non mi piacessero, anzi, ma spesso finivo per diventare vittima di quel ciclo infinito di combattimenti e power up da manuale del battle shonen e perdevo interesse. Promare è diverso.
No, non è vero, Promare è la stessa identica cosa, ma compattata in un film di due ore scarse, e questo lo rende estremamente più godibile ed esaltante.
More of the same ma fatto dannatamente bene e divertentissimo.
Per chi, come me, non è un fan dei battle shonen, questo è il compromesso perfetto per godere delle meraviglie delle produzioni Trigger senza impegnarsi in una relazione duratura con una serie di stampo classico.

Insomma: Mica male!
Verdetto
8.5 / 10
Se siete epilettici state a casa. Rischiate di farvi davvero male.
Commento
Promare è frenesia allo stato puro. Lo Studio Trigger si autocelebra mostrando i muscoli, grazie ad un animazione sopraffina e ad un mondo folle, colorato e in costante movimento, supportato a dovere da una colonna sonora superlativa. Qualche piccola imperfezione sul lato della narrativa, ma se in Promare cercate una trama profonda avete semplicemente sbagliato film. Sedetevi comodi e preparatevi ad un viaggio su una giostra impazzita, non ve ne pentirete.
Pro e Contro
Qualità altissima dell'animazione
La colonna sonora fomenterebbe pure un sordo
Stile ricercatissimo, colori fluo e azione mozzafiato

x Personaggi secondari dimenticati

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