Spin-off, capitolo principale, nuovo corso dell’avventura, dove sta andando Pokémon?
Fin dal controverso annuncio in cui non si capiva se fosse un capitolo principale o un normalissimo spin-off,
Pokémon Let’s Go Pikachu e
Let’s Go Eevee hanno diviso acremente la fan-base. Tra chi urlava allo scandalo perchè il titolo di debutto di Game Freak su Nintendo Switch sarebbe stato sostanzialmente un
remake di Giallo, chi diceva (
e si ostina tuttora a dire) che
Pokémon Go ormai è morto e sepolto e quindi sfruttare quei giocatori fosse uno sputo in faccia ai veri fan, e chi, nonostante le animazioni e le limitazioni di questo nuovo episodio non vedeva l’ora di tornare a Kanto.
La verità anche questa volta sta nel mezzo. Let’s Go non è
propriamente un remake di Giallo. Oltre al sistema di cattura e connessione con l’app di
Niantic, non ha nulla da spartire con
Pokémon Go. È più simile ai due titoli usciti su Game Cube,
Colosseum e
Tempesta Oscura XD, di quanto lo sia al gioco per cellulari. È inoltre una
Kanto storicamente diversa da quella di Giallo. Una regione in cui Blu e Rosso non hanno affrontato il
Team Rocket e che si colloca in una delle linee temporali della settima generazione.
Probabilmente è per questo collegamento con gli ultimi capitoli per 3DS che è stato definito un nuovo episodio principale. Perché, sebbene non abbiamo ancora visto nulla, sappiamo che il prossimo titolo “normale” previsto per il 2019, con la nuova generazione, Pokémon tornerà ad abbracciare il competitivo.
E per farlo dovrà per forza di cose tornare ad inserire i grandi assenti di Let’s Go.
Quindi, che cosa è Let’s Go Pikachu?
Un palliativo, un escamotage per guadagnare tempo in attesa dei principali. Un antipasto
non sulla direzione che intraprenderà il brand, ma su quello che Game Freak è in grado (
e non) di fare su una console come Nintendo Switch.
Come nel caso di
Red Dead Redemption 2 infatti, è solo questione d’inquadrare il target.
Un capitolo più semplice, spogliato di tutti gli orpelli complicati, dedicato ai più piccoli o a coloro che col brand principale non sono mai entrati in contatto. Il punto d’incontro tra combattente casual e collezionista.
Il vero problema di Pokémon Let's Go non è ciò che è cambiato, ma ciò che è rimasto uguale della Kanto di vent'anni fa.
Versione testata: Let’s Go Pikachu
Per i passi avanti fatti dalla serie con le storie di Sole/Luna e Nero/Bianco, riproporre in copia carbone l’avventura di Rosso sarebbe stata una scelta stupida.
Let’s Go tenta quindi una nuova strada, raccontando un nuovo canone, andando probabilmente a farci vivere quella linea temporale citata da Giovanni nell’episodio speciale di Ultra Sole e Ultra Luna.
Una via riuscita a metà.
Perché se da un lato troviamo le facce note di Kanto con un maggior contesto, delle scene filmate e qualche linea di dialogo e personaggio a motivarci la dimensione in cui ci troviamo, la sostanza non cambia.
Game Freak poteva approfittare di questa riscrittura per dare più solidità al Team Rocket. Poteva renderli davvero importanti ai fini dell’universo Pokémon, bastava continuare a citare Ultra Sole e Ultra Luna. Si è limitata invece a riproporre i piani vecchi di vent’anni di Giovanni, facendolo sfigurare con la sua controparte portatile. Sia chiaro, la storia semplice funziona ed è adatta al target di nuovi giocatori a cui Let’s Go punta fortemente ma non è abbastanza per soppesare le altre mancanze di questo capitolo.
Discorso opposto invece per Blu. Il nipote del Professor Oak è sicuramente il personaggio che più ha beneficiato di questo ritorno a Kanto. Nelle poche scene a lui dedicate, riesce a rubare i riflettori all’insipido rivale. Quest’ultimo è invece piatto e quasi privo di carisma, limitandosi a diventare l’ennesimo allenatore da sconfiggere. Game Freak ha fatto un buon lavoro con le cut scene, portando avanti quanto già visto in settima generazione.
Là dove invece il titolo inizia ad arrancare è nel proporre ancora una volta modelli standard di PNG e allenatori sfidanti, senza andarli a modificare neanche leggermente tra loro. Si può dire lo stesso dei vestiti, che abbandonano la varietà degli ultimi due capitoli portatili, diventando meri cambi di texture per pantaloncini e maglietta.
Una scelta che all’alba del passaggio su console domestica è quanto meno discutibile, se non aberrante.
Soprattutto a fronte della novità più cospicua di Let’s Go: i Pokémon visibili nel mondo di gioco. L’hardware dell’ibrida di casa Nintendo ha finalmente permesso a Game Freak di abolire gli incontri casuali, mostrando i Pokémon di prima generazione nel loro habitat. Una feature che si sposa con il metodo di cattura ereditato da GO, e con la possibilità di scegliere uno dei nostri mostriciattoli come compagno.
Catturare i Pokémon senza affrontarli, snellisce la lunga marcia intrinseca di lotte che costellano i percorsi di Kanto. E, sebbene a volte i Joycon abbiano problemi nel rilevare l’effettiva posizione del giocatore, facendoci sprecare più di una ball, il nuovo metodo funziona.
La situazione sensori di movimento migliora nettamente con la Pokéball Plus, anche se, nella mia esperienza, non ho trovata comodo l’analogico, decisamente troppo piccolo per il mio pollice.
Da giocatore costante di Pokémon Go invece, la sfera è stato probabilmente il miglior acquisto possibile.
Ognuno dei pokémon selvatici ha il suo pattern di movimento, i più rapidi si muoveranno per tutto lo schermo, obbligandoci ad utilizzare la bacca adeguata per migliorare il lancio.
Catturare i Pokémon è il fulcro di Let’s Go.
Perché proprio la cattura sarà il modo più veloce di fare esperienza. Game Freak ha proprio ridotto i punti ottenibili dopo le battaglie, mettendo invece i più svariati moltiplicatori nelle catture delle bestiole.
Un ritorno all’acchiappali tutti che era il mantra iniziale della serie.
Centocinquanta bestiole, al netto di esclusive per versione e speciali ottenibili tramite GO e Pokéball Plus, che popolano tutta la regione così come ce lo immaginavamo vent’anni fa. Il ritorno del Pokémon compagno, la possibilità di cavalcarne alcuni, e il partner ben più caratterizzato del rivale (
o dello stesso protagonista) sono davvero il motivo principale per cui affrontare questa
nuova-vecchia avventura.
Proprio al partner sono vincolate le mosse segrete. Continua quindi il trend del
Poképassaggio e dell’
ipervolo, mandando definitivamente in pensione le care vecchie MN. Un menù dedicato, raggiungibile dalla schermata dedicata a Pikachu o Eevee, ci darà libero accesso alle cinque mosse. Rimosso anche il vincolo delle medaglie per l’utilizzo, così che, una volta sbloccate, potremo muoverci liberamente, personalizzando il nostro viaggio a Kanto come meglio crediamo.
Limitante invece il poter coccolare solo
Pikachu o solo
Eevee, quando nei capitoli portatili potevamo passare del tempo con ogni specie possibile.
Parlando di limitazioni, è giusto concentrarci sui combattimenti. Rimuovere le lotte contro i pokémon selvatici non limita assolutamente il numero di battaglie da affrontare a Kanto. Let’s Go non è pensato per il competitivo, lo si nota sia dai campionati ancora dedicati ai titoli 3DS, sia dall’assenza di abilità e oggetti. Per questo l’intera Kanto è un enorme arena PVE , dove in ogni angolo ci attende un allenatore avversario desideroso di farsi massacrare. L’IA nemica è variabile, e passa da allenatori troppo stupidi ad alcuni capaci di prevedere le nostre mosse, come se stessimo davvero affrontando un altro giocatore esperto.
Lo scheletro delle lotte è rimasto invece lo stesso di sempre.
Le lotte in doppio sono vincolate a determinati momenti di trama o alla co-op con un secondo giocatore in locale.Questa modalità è pensate per i giocatori più piccoli, che saranno così in grado di sconfiggere ogni nemico al fianco di parenti, amici o chi per esso. Ancora una volta però, sono le mosse ad affossare l’effetto meraviglia della nuova console. Con soli 153 pokémon da ottimizzare, è davvero incredibile che Game Freak non abbia ricalibrato le mosse per consentire nuove animazioni. Vedere nel 2018, su una console fissa,
Charizard effettuare lacerazione con la coda, non è propriamente positivo.
Fortunatamente la situazione non è tragica come nei trailer, e grazie alle proporzioni rispettate per la prima volta in vent’anni, molti attacchi vengono eseguiti correttamente.
Insomma,
Let’s Go Pikachu (
e Eevee) sono piacevoli da giocare ma devono far fronte al peso degli anni che attanaglia la prima generazione. Oltre alle abilità e agli oggetti, non sono infatti presenti neanche le uova o il ciclo giorno e notte, esattamente come nel 1998. Tutte funzioni a cui siamo abituati da anni, e che ci vengono tolte al grido de “
La prima generazione è la migliore“.
Purtroppo anche altri contenuti del Giallo originale sono stati rimossi o sostituiti: la bicicletta è ormai una mera citazione, grazie al pokepassaggio; la Zona Safari ha lasciato lo spazio al Go Park, per permettere ai giocatori di Pokémon Go di trasferire i mostriciattoli della prima gen (
e le forme alola); la sala giochi ha chiuso i battenti per le proteste sul gioco d’azzardo, ed è diventato un mero luogo in cui passare per raggiungere il rifugio
Rocket.
Cambiamenti riusciti ma che cozzano con quello che è rimasto uguale alla Kanto del ’98. I teletrasporti della Silph e di Sabrina, riescono a spaesare il giocatore quasi quanto gli enigmi ghiacciati delle isole Spumarine. Grazie all’assenza degli incontri casuali, i dungeon ne escono vivamente più freschi. Il percorso pieno di allenatori da
Aranciopoli a
Fucsiapoli invece, è una strada invecchiata male e che rallenta troppo il ritmo del titolo (
oltre a mettere definitivamente fine alla critica che in Let’s Go non si lotta).
Purtroppo i lati negativi non sono finiti qui. Al netto della migliore performance di cattura in modalità portatile, Let’s Go sacrifica la stabilità. In alcune zone come Bosco Smeraldo il gioco arranca a causa dei troppi mostriciattoli presenti, con vistosi cali di frame rate. Non solo, preferendo una modalità di gioco all’altra rischierete di perdere determinate scene o funzioni (
ad esempio le capigliature del partner funzionano solo col touch). E ancora, il comodissimo box portatile, che vi permette di cambiare squadra in qualsiasi momento, è fin troppo caotico. Incomprensibili le scelte su come mostrare i Pokémon preferiti e nessuna distinzione tra quelli segnati (
se non andare a rinominarli).
Ma è il comparto online quello che sembra uscito direttamente dal ’98.
Perchè se su tutti gli altri difetti si può chiudere un occhio, è inconcepibile che non si possa scambiare o lottare con gli amici registrati sulla console. Bisogna invece inserire un codice di tre Pokémon, comunicarlo all’amico su un’altra piattaforma e poi sperare che quest’ultimo entri prima di qualcun altro che utilizza lo stesso codice.
Inamissibile per un team che ci ha proposto la GTS o semplicemente la banca Pokémon.
Verdetto
7.5 / 10
Quando c'era Giovanni i treni arrivavano in orario.
Commento
Pro e Contro
✓ Pokémon nell'overworld
✓ Integrazione con Pokémon Go
✓ Partner Pokémon, box portatile e mosse segrete
✓ Qualche nuova aggiunta alla trama classica
x Funzioni esclusive a seconda della modalità di gioco
x Tecnicamente non all'altezza
x Comparto online inadeguato
x Solo la prima generazione
x Diverse funzioni completamente rimosse
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