Recensione Nights of Azure 2: Bride of the New Moon

Nel Luglio del 2016 Gust lanciò un sito speciale dedicato al misterioso “Beautiful Girls Project” e come suggerisce il nome il progetto si è rivelato essere una serie di tre giochi con protagoniste bellissime ragazze. I tre giochi in questione sono stati l’eccellente Atelier Firis, Blue Reflection, nuova IP della software house e terzo Nights of Azure 2: Bride of the New Moon, sequel del gioco uscito in Europa un anno fa e disponibile da poco in terra nostrana su PS4, PC e Nintendo Switch. Sarà riuscita Gust nel sempre arduo compito di creare un sequel migliore del capitolo originale? Lo scoprirete leggendo la nostra recensione.


Per approfondire:
Nights of Azure

Versione testata: PS4

Ritorno alla Terra senza notte
I sentimenti delle ragazze sono la forza portante della storia

Nights of Azure 2 si apre qualche tempo dopo la fine degli avvenimenti del primo capitolo. Il Nightlord è stato sconfitto da Arnice, la vecchia protagonista, ma i temibili Fiends, esseri contaminati dal sangue blu del Nightlord, continuano a popolare la Terra senza notte. Come se non bastasse è in arrivo una nuova, terribile minaccia: La Sposa della Luna, un demone dai poteri sconfinati il cui scopo è quello di far cadere l’umanità in un sonno perenne. L’unico modo per fermarla, stando alla Curia, è sacrificare la Sposa del Tempo, Liliana, una delle amiche d’infanzia della protagonista del gioco: Aluche,  cavaliere della Curia col compito di proteggere la sacerdotessa fino al momento del sacrificio. C’è chi, però, si oppone alla Curia, affermando che il sacrificio di Liliana non farà altro che dare più potere alla Sposa della Luna ed è qui che conosceremo la terza amica d’infanzia del gruppetto, Ruenheid. Le tre si riuniranno mentre Liliana viene scortata alla Curia per adempiere al suo compito, ma qui farà la sua apparizione la Sposa del Tempo e durante lo scontro Aluche perderà la vita, per poi essere resuscitata proprio dalla Curia come Mezzodemone. Appresa la notizia della scomparsa di Liliana, Aluche e Ruenheid si alleeranno insieme per ritrovare la loro amica, questa volta unite dallo scopo comune di salvarla dal suo triste destino. Chi ha avuto modo di giocare il primo capitolo avrà intuito come le premesse del sequel sono quasi le stesse del suo predecessore ma la cosa finisce qui. Il gioco vanta infatti una buona trama, profondamente diversa dal primo e dai toni mai banali. Questa volta il cast è molto più ampio e ciascun personaggio è stato studiato con cura, sebbene con qualche stereotipo di troppo in certi casi. Ognuno ha i suoi problemi da superare, le sue paure e sogni e questi si svilupperanno grazie agli eventi secondari. A sorpresa assisteremo anche al ritorno di Arnice, divenuta demone a tutti gli effetti, e Christophorus, con le due che sveleranno alcuni dei lati oscuri della storia dei due giochi e quello che è successo tra il primo e secondo capitolo. A voler essere brevi, la trama di Nights of Azure 2 è indubbiamente superiore rispetto alla prima avventura, a patto che vi piacciano le storie incentrate sulle relazioni tra donne, dove l’amore è molto più che solo platonico.

Come ti faccio il sequel
 

L’enfasi sull’azione è molto più marcata rispetto al primo capitolo

 

Il primo Nights of Azure si è rivelato essere un buon gioco d’azione e di conseguenza il seguito ha avuto una solida base di partenza ma Gust ha ben pensato di innovare il tutto con ottimi risultati. Anche in questo caso saremo in grado di controllare in maniera diretta un solo personaggio, Aluche, con la ragazza che possiede un set di mosse incomparabile con quello di Arnice nel primo capitolo. La nostra protagonista potrà effettuare salti e conseguenti combo aree, schivate, calci e una serie di abilità speciali a seconda dell’arma in uso. A cambiare profondamente è anche l’uso dei Servan, dei famigli in grado di aiutarci in combattimento. Se nel titolo originale queste bestiole andavano a comporre un party vero e proprio, con comandi a mosse speciali da fargli eseguire, in Bride of the New Moon i Servan hanno svariati utilizzi: alcuni di essi sono in grado di mutare forma e diventare armi che Aluche potrà impugnare come lance e scudi, altri ci permettono di spiccare enormi balzi in aria e altri ancora possiedono abilità che permettono di sbloccare passaggi segreti all’interno della mappa. Quest’ultima resta in linea con il passato, ovvero con luoghi vasti divisi in varie sezioni visitabili tutte entro un limite di tempo stabilito dal livello di Aluche, più la ragazza sarà potente, quindi, più potremo stare in una mappa. A tempo scaduto torneremo obbligatoriamente all’Hotel che fa da base, fallendo anche eventuali obiettivi in corso, e cosa ancora più grave, perderemo un giorno. Nights of Azure 2 presenta infatti un limite di tempo entro quale finire ogni capitolo (7 in totale) pena il game over, sistema che ricorda molto gli Atelier classici. Ogni volta che torneremo da una mappa all’hotel non ci sarà permesso di svolgere altre attività che non siano all’interno del posto, quindi dovremo dormire e passare al giorno successivo se vogliamo continuare ad esplorare luoghi. La gestione del tempo diventa fondamentale per riuscire a svolgere quante più missioni possibili, secondarie e non. Fortunatamente ad ogni nuovo capitolo avremo sempre più giorni a disposizione e al giocatore sarà garantita una buona libertà di scelta, senza correre il rischio di perdere avvenimenti importanti.

Vita da demoni
La struttura a missioni del gioco tende ad annoiare in poco tempo

 

Nights of Azure 2 è completamente strutturato a missioni. Storia principale o eventi secondari, per andare avanti in qualsiasi caso dovremo portare a termine dei compiti specifici e il gioco propone tantissime missioni, anche troppe per i militi di tempo imposti, tant’è che dovremo scegliere con cura quali fare e quali lasciar perdere. Le missioni non solo servono per far soldi, ma forniscono punti da spendere per il potenziamento dei servan. I piccoli demoni hanno delle statistiche da potenziare a piacere, più alto il livello più punti serviranno a potenziare una singola statistica. Una volta raggiunto il livello 30 potremmo compiere l’evoluzione, mentre raggiunto il livello massimo possiamo scegliere di reincarnare il nostro servan. L’evoluzione è ovviamente una versione migliorata del nostro demone, mentre con la reincarnazione la bestiola tornerà a livello 1 ma con le statistiche di base che saranno le stesse presenti a livello massimo, questo fa si che un servan reincarnato sia molto più potente di quello base. Per finire abbiano l‘Ultimate Evolution, da effettuare solo tramite delle rarissime pietre che si trovano nei forzieri sparsi sulle mappe, e che come suggerisce il nome da vita alla forma finale del demone scelto. Andare in missione è obbligatorio anche per potenziare Aluche tramite il sangue blu, ottenuto sconfiggendo i nemici e che possiamo accumulare in grandi quantità, almeno finché ci sono ancora nemici in giro nella mappa, in quanto non esiste respawn degli avversari. Offrendo il sangue blu Aluche salirà di livello e guadagnerà punti abilità da spendere per ottenere ulteriori potenziamenti come ad esempio attacco più forte in base all’arma equipaggiata, più HP e MP o l’aumento del tempo libero dell’esplorazione. Il problema di tutto questo sta nella natura delle missioni estremamente ripetitiva, stesso difetto di cui peccata anche l’originale Nights of Azure e che Gust non è riuscita a correggere.

Yuri is the purest form of love
 

Il Lily System è una novità molto gradita

 

La novità più importante di tutto il sequel è legata al Lily System. Le Lily sono tutte ragazze alleate di Aluche che combattono al suo fianco. Ogni lily si distingue da stili di combattimento e abilità diverse, c’è chi attacca da lontano con le magie come Liliana, chi passo passo alla protagonista con la spada o chi preferisce colpire a sorpresa come Veruschka. Ogni lily ha tre abilità specifiche, attivabili in particolari condizioni: la prima è quella per il singolo personaggio, che soddisfatte certe condizioni in combattimento ci permette di usare di usare una mossa speciale dove siamo chiamati a premere ripetutamente il tasto cerchio. La seconda abilità è una skill speciale che si ricarica col tempo e che si attiva premendo due tasti contemporaneamente (cerchio e triangolo su PS4) mentre la terza è il Lily Burst, potentissimo attacco combinato condito da una cutscene speciale, che diventerà disponibile solo dopo aver riempito l’apposita barra usando attacchi combinati. Ogni ragazza potrà imparare nuove abilità se decideremo di dedicarci ai suoi eventi secondari, eventi che una volta completati sbloccheranno nuove mosse che i personaggi useranno in maniera autonoma durante il combattimento. Questi eventi secondari consistono solitamente in scenette dov’è evidente che si va ben oltre la semplice amicizia e aumentare l’affinità tra Aluche e le lily servirà a sbloccare il vero finale del gioco, ragion per cui relazionarsi con le ragazze presenti è altamente consigliato.

Un sequel non proprio perfetto

Tecnicamente Nights of Azure 2 è uno dei giochi più riusciti di Gust, almeno sotto certi aspetti. A livello visivo il titolo è inferiore solo a Blue Reflection per quanto riguarda i modelli dei personaggi, ma con il vantaggio di avere animazioni di gran lunga migliori. Ogni ragazza è realizzata splendidamente e in modo sensuale con grande dispendio dei dettagli, unica pecca il lip-sync decisamente fuori posto. Nonostante anche i vari ambienti siano ben realizzati, come ad esempio l’hotel, le mappe sono un po’ troppe spoglie ma soprattutto poche in termini di varietà. Tolta la nostra base ci sono solo 6 mappe in tutto il gioco e questo intacca anche la longevità, davvero scarsa anche per un esponente del genere. A salvarsi sono le due mappe finali, lunghe e molto articolate in termini di level design. Sottotono anche la colonna sonora, che lascia un po’ a desiderare ad eccezione di “Lucia”, il brano principale del gioco. Ad aggiungersi a questi difetti abbiamo anche cali di framerate abbastanza frequenti in sporadici punti delle mappe e ultimo, ma non per importanza, è la telecamera, che in un gioco d’azione dovrebbe essere uno degli elementi più curati ma che qui presenta una gestione pessima, soprattutto fissando il target del nemico, che in certe situazione porta a perdere di vista Aluche. Nota positiva, come sempre del resto per giochi del genere, il doppiaggio originale giapponese.

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Verdetto
8.5 / 10
“Botte, amore e notti insonni 2: il ritorno"
Commento
Nonostante qualche pecca di troppo che si poteva evitare, Nights of Azure 2 è un perfetto esempio di come sviluppare un sequel. Tante sono state le novità proposte da Gust e funzionano tutte in maniera eccellente, dal Lily System al gameplay rinnovato che strizza l'occhio ai giochi d'azione in maniera più marcata rispetto al primo capitolo. Nonostante queste migliorie, il gioco è penalizzato da fastidiosi cali di framerate, frequenti e in certi casi troppo marcati e una gestione della telecamera davvero mal fatta. Anche la colonna sonora non è entusiasmante. A conti fatti questo sequel risulta riuscito solo in parte, certamente non inferiore al suo predecessore, ma la sensazione è che il gioco sia stato per certi versi "limitato" da PS Vita come successo con Atelier Firis e Blue Reflection. Detto questo Nights of Azure 2 è altamente consigliato a chi ha amato il titolo originale e a tutti i fan di Gust.
Pro e Contro
Tante belle ragazze
Buona trama
Ottimo battle system
Le nuove aggiunte funzionano benissimo

x Poco longevo
x Quest secondarie ripetitive
x Qualche calo di framerate di troppo
x Gestione della telecamera da rivedere

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