Recensione MXGP Pro – Excitebike sapiens

Milestone dipinge la sua Monna Lisa, nel fango.

“Pro” è una dichiarazione d’intenti, la maturità in tre lettere che sottintendono tutta la professionalità e la passione di un team che, dalla sua base all’ombra della madunina, ha sempre e comunque cercato di portare al pubblico racing game pregni del loro stile, trovando negli ultimi anni un’identià precisa, sempre più inclinati verso le due ruote, diventando il punto di riferimento ludico per gli appassionati di due sport agli antipodi, come stile e guida, nelle loro declinazioni più prestigiose, Moto GP e MXGP. E se è vero che su pista i ragazzi si erano già fatti le ossa con la licenza ufficiale Superbike, lo sterrato lo conoscevano principalmente in salsa arcade e quattro ruote, ritrovandosi a dover costruire il loro motore quasi da zero, con la responsabilità di doversi imporre subito come riferimento di un genere assolutamente di nicchia nel panorama ludo-motoristico, riuscendoci. L’anno scorso il passaggio all’Unreal Engine 4 non senza qualche problema, la perseveranza passando per l’ottimo Monster Energy Supercross, titolo dedicato al motocross stars and stripes al profumo di hot-dog, fino a oggi, scrollandosi di dosso la numerazione tradizionale per sostituirla con quel “Pro” che profuma di consacrazione e gas di scarico. Un fil rouge sporco di fango la cui matassa ha cominciato a dipanarsi nel 1984 con l’essenziale, su più piani, Excitebike, il quale oggi può incontrare il suo nipote più talentuoso, dotato, virtuoso.

 

Versione testata: PlayStation 4

Rotolarsi nel fango e goderne come suini
Un compound immerso nel verde smeraldino dei boschi, un motorhome solitario, dove meditare, ripassare a memoria le curve della prossima tappa mondiale, schiaristi le idee, fare qualche giro sul tracciato d’allenamento. Perché la nuda terra, per quando piegata, battuta, modellata sulla base dei desideri umani, è un’entità viva, volubile, capricciosa. Non importa quanti chilometri si hanno sulle spalle e nelle gomme, lei pretende rispetto, imponendo regole di guida marziali, e chi decide di infrangerle lo fa a suo rischio e pericolo, a maggior gloria di sé stessi e del proprio palmares.

La vitalità e gli umori della terra solo le prime cose che assaggeremo pad alla mano, dopo un breve tutorial nel compound, sorta di hub/palestra, e un’occhiata alle impostazioni, regolabili secondo le proprie esigenze proprio come i settaggi della moto. Se non avete mai avuto a che fare con un titolo del genere il consiglio è di partire tranquilli, prendere dimestichezza col mezzo e le sue regole, per poi impostare la fisica “Pro” una volta sicuri dei propri mezzi e godersi il lavoro di cesello che Milestone ha svolto sul motore a quattro tempi che spinge l’intera opera. Perché è inutile girarci intorno, che scegliate gare singole, prove a tempo, campionati o tentiate la vostra personale scalata all’Olimpo dei piloti belgi sulle orme di Cairoli, destreggiandovi tra sponsor, obiettivi di scuderia e gloria personale partendo dalla categoria MX2, saranno sempre e solo le endorfine rilasciate dal piacere della guida a spingervi a farlo. La perversione del guidare pulito nello sporco, creandosi il proprio flow terra-aria , cercando l’equilibrismo perfetto tra il dualismo dei due analogici, il sinistro per il manubrio, il destro per il peso del pilota, facendo lavorare sempre più indipendentemente i due emisferi cerebrali. Si fatica, si lotta contro tutte le forze in gioco oltre che con gli avversari e il cronometro, con la potenza del motore, che sussurra malignamente al posteriore di disarcionarci ogni volta che apriamo il gas in uscita di curva, con il terreno stesso e la sua malleabilità, sempre più dinamicamente scavato e insidioso ad ogni giro, tattilmente differente in base alla sua conformazione, che sia sabbia, terra battuta o fango impregnato di pioggia.

MXGP Pro è l’elogio dell’incontrollabile, un’onda anomala di adrenalina generata dal non avere mai tutto sotto controllo, guidando su terreni volubili, vivi, costringendo sempre il pilota ad uno sforzo cerebro-muscolare.

Sangre y arena, una battaglia contro gli elementi circondati dall’abbraccio (credibilissimo, colorato, pulsante) dei tifosi in visibilio, armati di passione, fumogeni, bandiere, e noi sempre più ammaliati da un motore fisico che delizierà gli amanti delle simulazioni motoristiche via pad. C’è una manualità eroica ed erotica nel sistema di controllo, muscolare, verace, che fa sentire il giocatore aggrappato al manubrio, capace di impostare ogni salto al millimetro, spostando la moto negli interminabili secondi di vuoto per poi atterrare morbidi e placidi, perfettamente in traiettoria con la prossima curva, come se quella rampa fosse stato semplicemente un volo pindarico, un desiderio di librarci nell’aria. Parlavo della libidine di guidare pulito su terreni in cui farlo, fisiologicamente, è parecchio complesso, piegandone la fisica e inseguendo la massima efficiacia, ma le possibilità che questo sudatissimo titolo ci da per plasmare il nostro personale stile di guida sono infinite. Una volta apprese le sue basi, giocando col peso del pilota, col freno anteriore e posteriore, perfino con la frizione, tutto sarà possibile. Entrate in curva in derapata pinzando il freno posteriore, prendere tornanti strettissimi, mordendo con l’anteriore bloccato per puntare la traiettoria, con il gas già spalancato per ripartire a cannone, sequenze di salti dove modellare la posizione, attutire i sussulti ed eseguire scrub (mettere la moto in orizzontale) per atterrare in fretta e perdere meno tempo possibile. La vera bellezza è non sentirsi mai in controllo, essere sempre sul filo dell’errore, cercando di muoversi costantemente sulle vie di mezzo, senza eccedere nell’utilizzo dell’accelleratore e del freno. A contribuire a questa splendida instabilità ci pensa la planimetria dei tracciati e la loro credibilissima influenza su sospensioni, forcelle e gomme. L’attrito è quello giusto, quel feeling che ci si aspetta di sentire sulla pelle accapponata, come se il terreno cercasse ora di ghermire, ora di far scivolare la moto in ogni modo, mentre il mezzo cerca di liberarsi dalla sua morsa, scavandolo e ferendolo con le sue “tassellate”, uno sforzo sottolineato dalle splendide animazioni, del pilota come di tutti i componendi meccanici che gli ruotano attorno, costringendo anche un purista come me a tornare sempre alla visuale in terza persona pur di godermele.

Un’ossatura simulativa, davvero “professionistica”, che però non si dimentica mai di divertire, anche in full manual, rimanendo accessibile e godibile pur con l’occhio rivolto al giocatore hardcore, ma ospitando sempre l’anima arcade e giocosa di Excitebike (anche grazie alla possibilità di attivare il classico rewind), diventando un vero parco giochi per gli appassionati di motori che sfogano nel virtuale le loro brame reali. Un sistema di guida che diventa modello anatomico da seguire, un punto di arrivo per le due ruote tassellate, con cui ogni possibile concorrente dovrà fare i conti, così come noi dovremo fare coi tenaci avversari, mai domi, sempre in gara fin dai livelli di difficoltà più bassi (diciamo “medio”), sempre più aggressivi e capaci, facendoci dimenticare gli ostacoli in movimento di molti altri frachise e riscoprendo il piacere della bagarre contro la CPU. Sfida che continuerà anche nel paddock, con rivalità da coltivare in base alle risposte che daremo alle dichiarazioni dei nostri colleghi, un simpatico minigioco che da un po’ di colore al tutto, anche se la vera soddisfazione, oltre alle vittorie, sarà poter acquistare nuovo equipaggiamento con cui abbellire noi stessi e la nostra moto, con un’infinità di pezzi rigorosamente su licenza ufficiale, trasformando i produttori in sponsor che ci chiederanno di completare determinate sfide durante l’arco della stagione, un diversivo che aggiunge ancora più pepe alle gare.

Polvere negli occhi
Con tutto il ben di Dio che c’è da guidare verrebbe voglia di seppellire i difetti sotto metri di terra battuta, ma la mia posizione me lo impedisce. L’Unreal Engine 4 è qui più funzionale che spettacolare, assolutamente fluido e privo di sussulti, ma con una resa meramente estetica che arriva solo (ma tranquillamente) alla sufficienza per quanto riguarda gli ambienti, laddove i picchi qualitativi si toccano nelle già citate animazioni, nei modelli delle moto e sui terreni. Anche a livello audio si riscontra qualche basso, laddove con parecchie moto vicine capita che i rombi invece di sovrapporsi si fondano oppure si annullino, mentre quando non succede tutto resta assolutamente credibile, col rumore del terriccio smosso che è un vero tocco di classe, così come le trombette e i boati del pubblico. Da dimenticare lo speaker, assolutamente privo di verve e monotono nelle presentazioni dei tracciati, anche se l’aspetto più fastisioso della produzione sono i caricamenti, lunghi e frequenti, quasi d’altri tempi, abbastanza fastidiosi e démodé, benché sopportabili, per carità.

Goccie di fastidio in un oceano di piaceri sporchi, materiali, pronti ad esplodere in un orgasmo ludico che gli appassionati del genere, pochi ma rumorosi, cercavano da tempo.

Verdetto
8.5 / 10
Unc de trà via!
Commento
Il motocross è la disciplina più rock 'n' roll del panorama motoristico due ruote, e così suona anche nel virtuale. MXGP Pro non tradisce le intenzioni di Milestone nel rendere il suo prodotto più credibile a livello fisico, più divertente e completo, centrando in pieno pole position, holeshot e primo posto in gara 1 e 2, grazie ad un modello di guida finissimo, meravigliosamente manuale nel suo estremismo "pro", fluido, indomabile, capace di restituire sensazioni di guida credibili e divertentissime. La gestione dei terreni è complice di questo piacere, con differenze sostanziali a livello planimetrico e tattile in base al tracciato e alla sua composizione, sempre credibile, sempre imprevedibile. Una prova di maturità superata a pieni voti, un salto di qualità che renderà la software house milanese sempre più importante nel panorama ludo-motoristico.
Pro e Contro
Fisica Pro appagante e totale
Ottima gestione dei terreni
Divertentissimo, longevo, ufficiale
Pietramurata è poesia su sterrato

x Caricamenti d'altri tempi
x Qualche sbavatura audio-visiva

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