Recensione Morphite

Nel bene e nel male, fra mille critiche e problematiche, No Man’s Sky ha sicuramente segnato l’industria videoludica, lasciando dietro di sé una scia di “cloni” più o meno ispirati e riusciti. We’re Five Games, (in collaborazione con Crescent Moon games e Blowfish Studios) è forse una di quelle software house rimaste folgorate dalla creatura di Hello Games e Morphite ne è una sorta di figlio illegittimo, che si ispira nel suo gameplay anche ad altri punti fissi del genere platform esplorativo, su tutti Metroid Prime e Ratchet & Clank.

 

Disponibile dallo scorso Settembre, su console, PC e dispositivi mobili, Morphite sbarcherà dal prossimo 2 Novembre anche sull’eShop di Nintendo Switch al prezzo di 14,99€.

Siete pronti ad esplorare l’universo?

 

Versione Testata: Nintendo Switch

Sky’s the Limit
Myrah Kale è una ragazza senza famiglia, che è cresciuta sotto l’ala protettiva del suo mentore, Mr. Mason, il quale le affida di tanto in tanto delle missioni di ricognizione dove recuperare materiali da vendere al miglior acquirente. Durante uno dei tanti viaggi spaziali, Myrah trova le tracce di un antico materiale, il Morphite, creduto da molti ormai poco più di una leggenda, e risalente ad una antica civiltà aliena. Presa dalla curiosità, Myrah intraprenderà un viaggio che la porterà ad esplorare gli angoli più remoti dell’universo, cercando di scoprire qualcosa di più su i Morphite e su un mistero che aleggia sul suo passato.

 

morphite offrire un’esperienza single player fortemente story driven
L’esplorazione sarà quindi il tema portante di Morphite, che rifacendosi in gran parte alle meccaniche di No Man’s Sky, vi vedrà girare in lungo e in largo per l’universo, visitando pianeti generati in maniera procedurale e randomica, alla ricerca di indizi che possano portarvi più vicino alla verità sui Morphite. Contrariamente però dalla sua “musa”, Morphite viaggia su altri binari, scegliendo di offrire ai suoi giocatori un’esperienza single player fortemente story driven e concreta. Nell’arco di 10 ore, il tempo minimo necessario per arrivare ai titoli di coda, Myrah dovrà viaggiare di pianeta in pianeta, recuperando risorse da utilizzare per potenziare il proprio equipaggiamento o seguendo le tracce lasciate dai Morphite.
La storia si svilupperà gradualmente e sarà necessario recuperare diversi oggetti chiave che ci permetteranno di proseguire nell’avventura. Da questo punto di vista le somiglianze con Metroid Prime non mancano (viene pure citato tra le fonti di ispirazione del gioco) sebbene il tutto venga spalmato in maniera più “aperta” rispetto al classico metroidvania tridimensionale. La scelta di ambientare il gioco in un universo infinito e ricco di pianeti, rende l’esplorazione stimolante e meno basata sul backtraking (sebbene sia sempre presente) , senza andare a diluire troppo quello che è il racconto principale. Morphite lascia la libertà decisionale al giocatore su come comportarsi, e questo sarà libero di agire come meglio crede dedicando il suo tempo a spasso per i pianeti.

Mentre quelli visitabili sono generati in maniera procedurale, le location destinate alla storyline principale hanno una loro morfologia ben precisa, scelta dovuta proprio alla presenza di una storia, e godono di un level design più curato che sfrutta a pieno tutti i potenziamenti e gli equipaggiamenti ottenuti fino a quel momento, e le attività da compiere vanno ben oltre il semplice catalogare specie animali e vegetali con lo scanner o la raccolta di risorse, ma ci troveremo a risolvere puzzle ambientali e sconfiggere minacciose creature aliene che punteranno alla nostra vita, fra giganteschi boss o pericolosi pirati spaziali.

Per rendere più semplice la nostra missione potremo avvalerci di un ricco arsenale, fra pistole ad energia, lancia razzi, droni da combattimento, mentre la nostra tuta potrà essere potenziata sbloccando mimetiche ottiche o visori più potenti, o ancora rendendola più resistente alle varie temperature, così da permetterci di visitare i pianeti più inospitali. Il potenziamento avviene come già detto tramite la raccolta di risorse, e queste saranno ottenibili visitando i pianeti. Maggior tempo dedicheremo a questa attività, migliore sarà lo sviluppo degli equipaggiamenti e a sua volta più facile la nostra missione. Proprio in quest’ottica alcuni degli strumenti, vedi lo scanner o la pisola per creare piattaforme olografiche, subiranno gli effetti benefici dei potenziamenti rendendoli più facili da usare, e soprattutto più efficaci.


Per approfondire:
No Man’s Sky
Morphite Prime
La risposta ai comandi non è sempre pulita ed immediata
L’aspetto combattivo pur passando in secondo piano rispetto a tutto il resto è sempre ben presente e si avvale dei classici comandi da FPS moderno, sfruttando un sistema di lock della visuale durante gli scontri che si aggancia sul nemico permettendoci di attaccare senza problemi (meccanica derivata in particolar modo dalla natura mobile del gioco). I comandi sono semplici e questo contribuisce a prendere facilmente padronanza con il gioco dopo i primi minuti, sebbene si noti una certa legnosità in alcune azioni, con un gunplay non così entusiasmante e un sistema legato ai salti non troppo preciso, che rende diversi passaggi (specie nelle fasi finali) abbastanza frustranti, per lo più a causa di una gestione dei check point non proprio brillante.

Anche l’esplorazione, per quanto abbiano cercato di renderla varia e stimolante introducendo eventi casuali e quest secondarie, rischia di diventare fine a sé stessa: alla lunga i pianeti tenderanno ad assomigliarsi un po’ tutti, lo stesso avverrà con gli eventi, e al di fuori della storia principale, una volta ottenuti i potenziamenti faticherete ad essere invogliati a vagare nello spazio senza una meta ben precisa.

Gli spostamenti fra i vari sistemi stellari avvengono tramite mappa, e una volta impostata la destinazione potremo spostarci di pianeta in pianeta a patto che i serbatoi di carburante siano pieni. Così come l’equipaggiamento anche l’astronave potrà ricevere dei preziosi upgrade, che ne andranno a migliorare diversi aspetti, come la maggior distanza coperta, la resistenza o gli armamenti, da usare in caso di attacco di pirati spaziali. In ogni sistema solare è presente una stazione nella quale potremo fare sosta, magari approfittandone di fare rifornimento o eseguire qualche potenziamento. Come per i pianeti, anche qua di tanto in tanto assisteremo ad alcuni eventi casuali, e ci ritroveremo a viaggiare fra una pioggia di meteoriti, o a sventare l’attacco dei pirati spaziali che cercheranno in tutti i modi di distruggerci. Proprio in questo caso, passeremo ad una visuale in prima persona dell’astronave e potremo contrattaccare sfruttando il sistema di difesa della stessa. 

Planet Home
Questa versione Switch soffre di alcune problematiche tecniche
Morphite si “muove” grazie alla versatilità di Unity, motore che ha permesso di rendere scalabile il gioco da iPhone fino a PlayStation 4, con buoni risultati su tutte le piattaforme, Nintendo Switch compreso. Il particolare stile low-poly utilizzato rende ogni pianeta accattivante con scelte cromatiche che riescono a creare atmosfere intriganti e visivamente evocative, sebbene dopo averne visitati a decine la tendenza ad assomigliarsi gli uni con gli altri non tarderà ad arrivare.
Come già detto il lavoro migliore è stato svolto proprio sui pianeti della storia, che mantengono una loro identità e un level design degno di questo nome. Purtroppo però, la versione Switch che era slittata di qualche mese rispetto alla release originale per colpa di qualche problematica tecnica, soffre di diversi inconvenienti, partendo da una fluidità non sempre convincente a numerosi bug di varia natura (compenetrazioni poligonali, sparizioni improvvise del fondale di gioco e così via) e crash (durante i nostri test almeno 4 o 5 volte, costringendoci a riavviare) che minano, seppur non in maniera segnante, un’esperienza che poteva essere sicuramente più pulita e gradevole.

Il gioco è completamente in inglese, sia nei testi che nel doppiaggio, ma non avrete alcun tipo di problema nel seguire le avventure di Myrah. Nota positiva del comparto sonoro la troviamo nell’ottima soundtrack, ad opera di Evan Gipson, che propone una serie di tracce synthwave, una retro electro anni ’80 che si sposa alla perfezione con le atmosfere futuristiche e i viaggi spaziali raccontati in Morphite, e che in qualche modo va a riallacciarsi proprio con le sonorità di Metroid Prime.

Verdetto
7 / 10
Verso l'infinito e oltre. Ancora. E ancora. E ancora.
Commento
Nonostante la natura fortemente derivativa di Morphite, il titolo di We're Five Games dimostra di avere carattere ed offre ai giocatori un'esperienza spaziale intrigante e concentrata maggiormente sulla storia. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai diversi problemi che affliggono il gioco, su tutti i numerosi bug tecnici o un gameplay non proprio pulito, che minano questo interessante viaggio nello spazio, ma vogliamo in qualche modo premiarlo per tutte le altre ottime qualità evidenziate, come le atmosfere, la storia che ci accompagnerà all'incirca per una decina di ore e una colonna sonora dal retrogusto anni '80 che riesce ad immedesimare nella parte. A contribuire questa nostra volontà, troviamo un prezzo di vendita decisamente abbordabile, e la speranza che nei prossimi mesi, in particolar modo questa versione Switch, riceva il giusto supporto tecnico, e almeno le varie magagne tecniche vengano risolte.
Pro e Contro
Atmosfere spaziali low-poly intriganti
Ottima colonna sonora
Storia intrigante

x Bug e Crash continui
x Risposta ai comandi non sempre pulita
x Molti pianeti tendono ad assomigliarsi dopo un po'

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