Monster Boy rappresenta un nuovo inizio per la serie Wonder Boy.

Un’operazione per un certo verso simile a quella di Sonic Mania, anche se per Monster Boy e il Regno Maledetto, Sega non si è scomodata nella distribuzione ne tanto meno nel concedere il nome della serie. Nonostante questo, Monster Boy è a tutti gli effetti un nuovo capitolo di Wonder Boy. E, scomodando nuovamente l’ultimo capitolo 2D del porcospino blu, è anch’esso un ritorno al massimo della forma.

L’anno scorso, analizzando il remake di LizardCube, speravamo che il team mettesse mano ad altri titoli dell’epoca. FDG Entertainment e Game Atelier invece li ringraziano, raccolgono tutti  i fattori positivi di Dragon’s Trap e confezionano un capitolo ex-novo, abbandonando perfino il Wonder del titolo.

Monster Boy e il Regno Maledetto è però, a tutti gli effetti, un nuovo Wonder Boy.

Nella trama, nel gameplay e negli scontri coi boss, lo spirito della saga di Ryuichi Nishizawa rivive, anche grazie alla collaborazione del team con lo sviluppatore. Disponibile dal 4 Dicembre su tutte le piattaforme, scopriamo come è stato completare al 100%  questa nuova avventura.

Monster Boy è a tutti gli effetti un nuovo capitolo di Wonder Boy. Cambia il nome ma non lo spirito.

Versione testata: PlayStation 4
Il Monster World di FDG Entertainment e Game Atelier cerca di non discostarsi troppo dalle trame  della serie. In un giorno all’apparenza tranquillo, una maledizione trasforma tutti gli umani in animali. Jin, il nostro protagonista, diventa un porcellino ma non perde il proprio coraggio, partendo alla ricerca di cinque magiche sfere necessarie a spezzare la maledizione. Tutto qui, Monster Boy e  il Regno Maledetto porta il giovane Jin ad esplorare una mappa vastissima, con vulcani, foreste, templi inca e magioni  spettrali. In quasi tutte, si nasconde una sfera e di conseguenza una nuova trasformazione per Jin, in grado di aiutarlo contro i pericoli ambientali e contro i mostriciattoli che vogliono attentare alla sua salute.

Entra così in gioco uno dei fattori predominanti della serie: la difficoltà. La prima metà di Monster Boy scorre serena senza troppi grattacapi, cercando di far abituare il giocatore alle forme meno potenti di Jin. Con l’aumento dei poteri di quest’ultimo però, anche gli ambienti inizieranno a diventare più letali, invitando  il giocatore a cercare i tesori e i diversi equipaggiamenti nelle diverse location. Sei diversi set vanno a comporre l’equipaggiamento, ognuno può essere potenziato dai diversi fabbri e conferire allo stesso Jin abilità extra utili a sconfiggere i nemici. FDG Entertainment e Game Atelier hanno distribuito scrigni e potenziamenti in ogni singolo angolo della mappa, spingendo fortemente  sull’aspetto Metroidvanesco di Monster Boy.

Il backtracking è l’altro punto focale del titolo. Inizialmente tornare sui propri passi per  trovare un tesoro potrà sembrare lungo e scomodo, soprattutto se  lo scrigno non è segnalato sulla mappa. Fortunatamente, basterà pazientare fino all’ottenimento di un determinato oggetto, con cui potremo teletrasportarci quasi -liberamente da ogni punto della mappa ad uno dei portali principali. Anche la segnalazione dei tesori è un’aggiunta della seconda metà di gioco, sebbene buona parte siano nascosti dietro enigmi ambientali brillanti e diversi tra loro. È proprio questo insieme di esplorazione e azione  il punto di forza di Monster Boy e il Regno Maledetto.

Monster Boy prende nota dei difetti del passato, li corregge e diverte fino in fondo.

Uno dei punti negativi del remake di Dragon’s Trap, era l’assenza di check-point. Se Wonder Boy  cadeva in battaglia, si era costretti a ripartire dal villaggio, hub centrale dell’avventura. Un difetto che veniva ereditato dalla conversione 1:1 del classico Sega, e che in questa nuova avventura non  v’era motivo di inserire. Quindi, anche morendo un numero spropositato di volte, Jin rinascerà da uno dei numerosi Check-point sparsi per Monster World. Questo abbassa la difficoltà del titolo, ma rende anche il tutto meno frustrante e più divertente da affrontare.

L’altro aspetto decisamente invecchiato male  di Dragon’s Trap erano le boss battle. Anche in questo caso, Il Regno Maledetto è diversi gradini sopra. Non solo ognuno dei boss ha una strategia diversa per essere affrontato, ma  soprattutto negli ultimi due, si vede proprio l’intento del team di proporre qualcosa di nuovo, stimolante e divertente. Per non parlare del character design di ogni singolo abitante di Monster World, con animazioni 2D dettagliate sugli sfondi statici della mappa di gioco.

Ogni trasformazione di Jin è curata nel minimo dettaglio.

Quando si abbassa, quando ingoia nemici o oggetti, perfino quando para le sfere di fuoco (sebbene l’hit box non lasci spazio ad errori) possiamo intravedere lo sforzo del protagonista nel resistere all’urto. Il tutto in un tripudio di colori e di musiche orchestrali di alta qualità. Proprio l’aspetto sonoro è tra i più riusciti di Monster Boy, complice anche la collaborazioni con grossi nomi della musica nipponica, tra cui Yuzo Koshiro (Shenmue) e Motoi Sakuraba (Tales of).

 

Verdetto
9 / 10
Wonder Boy V, con un altro nome!
Commento
Shakespeare diceva "Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo." pur senza portare il Wonder nel titolo, Monster Boy e il Regno Maledetto è a tutti gli effetti il quinto capitolo della serie Sega. Divertente, con un livello di sfida crescente e pieno di segreti da scoprire, FDG Entertainment e Game Atelier hanno raccolto l'ottimo lavoro di Lizard Cube e l'hanno ulteriormente perfezionato. L'avventura di Jin è consigliata a tutti gli amanti degli Action-Platform ed è un ottimo regalo da farsi per questo Natale.
Pro e Contro
Vario e divertente
Dungeon divertenti
Buona curva di difficoltà
Enigmi e segreti ben nascosti...

x ...alcuni fin troppo
x Il backtracking inizialmente sembrerà fastidioso

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