Recensione King’s Quest: The Good Knight

Dopo più di un anno e quattro capitoli alle spalle, la nuova saga di King’s Quest realizzata dai ragazzi di The Odd Gentlemen arriva ormai alla sua conclusione, con l’episodio finale “The Good Knight“. Tra alti e bassi, momenti che scaldano il cuore e altri che gelano l’animo, nel bene o nel male siamo giunti all’ultima avventura di Re Graham di Daventry. In più di un senso…

Versione Testata: PC

 

 

Tra una storia e l’altra…
CHRISTOPHER LLOYD TIENE BANCO PER L’INTERO EPISODIO
Prima di gettarci nell’analisi dell’ultima storia racchiusa nel cappello ormai sgualcito del re, doppiato da un eccezionale Christopher Lloyd che tiene banco per l’intero episodio, è utile fare un breve ripasso di ciò che ci ha portato fin qui. Uscito nel Luglio 2015, l’esperimento di The Odd Gentlemen è stato a metà strada tra una rinascita e una affezionata lettera ai fan dell’era d’oro di Sierra. Nei precedenti quattro capitoli, abbiamo visto evolversi l’intera vita di Graham, da giovane scudiero, a re insicuro, a padre di famiglia, in storie che si insinuano tra gli spazi vuoti lasciati dalla serie originale.

 

Tuttavia, questo ha sempre significato la necessità di avere una certa conoscenza degli eventi base per godersi appieno tutti i riferimenti, sottintesi, battute e addirittura evoluzioni caratteriali dei personaggi secondari. Saltare da un punto all’altro di una vita con stacchi così netti, purtroppo, ha remato contro l’intero contenuto originale della saga episodica. Tuttavia, già nello scorso Snow Place Like Home si iniziava ad intravedere un ribaltamento tra cornice narrativa (l’anziano Graham che narrava) e storia narrata (gli eventi interattivi affidati al controllo del giocatore). In The Good Knight, questo ribaltamento avviene del tutto, con diverse chicche che invadono anche il gameplay, probabilmente il migliore visto nell’intera stagione.

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Una vita di ricordi
Gli eventi di The Good Knight prendono il via laddove c’eravamo lasciati: l’imminente dipartita dell’amato re Graham e gli effetti che questa notizia scatena nella famiglia, in particolare nella nipote Gwendolyn. La coscienza della propria mortalità, tuttavia, non sembra aver rallentato lo spirito di Graham, che nonostante in questo capitolo finale appaia più fragile che mai, rifiuta di andarsene senza aver prima avuto un’ultima avventura.

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MANIPOLARE I RICORDI DI GRAHAM E’ LA CHIAVE PER PROCEDERE
La fine incombe, però, e i ricordi iniziano a vacillare: i dettagli delle campagne di Daventry non sono più così nitidi, e tocca a Gwen (e di riflesso, al giocatore) intervenire per tappare i buchi. Letteralmente, visto che i ricordi e il paesaggio muteranno secondo le nostre scelte, permettendoci di aprire nuovi passaggi o ottenere oggetti da mescolare con altri presi in diverse versioni dello stesso ricordo. Pur rivisitando i paesaggi del primo episodio, The Odd Gentlemen riesce a mantenere una buona freschezza nel design, creando l’illusione di uno spazio ben più ampio di quanto i confini dei livelli suggeriscano. Anche le “barriere” e i percorsi obbligati vengono integrati in questa caccia al ricordo, con porte apribili solo recuperando sprazzi da un ricordo all’altro.

 

Il rovescio della medaglia è una certa mancanza di consequenzialità tra un’area e l’altra, ma la creatività nel design degli enigmi è tale che può essere tranquillamente scusabile. Il vero motivo per cui i difetti passano in secondo piano, tuttavia, è un altro…

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Una Fine Fantastica
IL COMMOVENTE FINALE CHIUDE UN CERCHIO INIZIATO UN ANNO E MEZZO FA
Con il ribaltamento della cornice narrativa di cui vi accennavamo sopra, infatti, emerge in tutta la sua potenza la storia originale narrata da The Odd Gentlemen, fino ad un inevitabile e commoventissimo passaggio del testimone tra Graham e Gwen. Una conclusione che, sebbene limiti parzialmente l’interazione del giocatore, chiude un cerchio iniziato più di un anno fa con il primo episodio, sia per quanto riguarda i temi toccati (avventura, vecchiaia, una vita ben spesa e fatta di ricordi), sia per le scelte passate: vedremo finalmente tirare le fila di molti eventi e storie secondarie lasciate in sospeso dagli scorsi capitoli, anche se da questo punto di vista, onestamente, ci aspettavamo qualcosa di più. Il ritorno alle campagne di Daventry, inoltre, offre la possibilità di prendersi qualche minuto, confrontando ciò che abbiamo contribuito a creare e modificare nel corso di una vita intera.

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Il senso di chiusura è dato anche dai nuovi richiami a quella che è stata la fonte d’ispirazione principale di questa nuova saga episodica: il film “La Storia Fantastica”. In un finale all’insegna dell’eroismo, infatti, vedremo il Manannan doppiato da Wallace Shawn impegnato in una sfida d’intelletto con dei calici avvelenati contro il Graham di Lloyd. Se questo già di suo basterebbe a tracciare dei paralleli con la famosa scena di Vizzini (interpretato sempre da Shawn), le parole di Manannan sono un continuo richiamo, parola per parola, al criminale siciliano del film.

Verdetto
8 / 10
Il ritorno del Re!
Commento
Se capitoli come A Knight to Remember e Once Upon a Climb erano stati in grado di emozionare e offrire un'avventura degna di questo nome anche sotto l'aspetto del gameplay, Rubble Without a Cause e Snow Place Like Home avevano affossato completamente la nuova saga di The Odd Gentlemen. In questo scenario, The Good Knight è stato un po' il capitolo "o la va o la spacca", a cui sono state affidate le sorti dell'intero progetto. Un eventuale fiasco nel dare una degna conclusione agli eventi originali, avrebbe dato all'intera serie un gusto particolarmente amaro, bollando il tutto come l'ennesimo insuccesso nel resuscitare un brand fermo al 1998. Fortunatamente così non è stato, e nonostante qualche pecca, The Good Knight è una conclusione fiabesca, estremamente toccante e al contempo divertente da giocare, che prende a piene mani non solo dalla base costruita più di vent'anni fa da Sierra, ma anche da sé stesso e dalla continuità costruita negli scorsi cinque capitoli. Sicuramente si tratta di un capitolo autoreferenziale, che purtroppo si porta dietro degli strascichi degli errori di sviluppo fatti nei predecessori, ma riesce comunque ad impastare il tutto in una conclusione che rischia di strappare più di una lacrima commossa. Il sacrificio di Re Graham riesce così a salvare sia la Daventry digitale che la rinnovata saga, spalancando di forza le porte al ritorno del brand.
Pro e Contro
Level design ed enigmi particolarmente intriganti
Più richiami alla nuova storia che alle classiche
Perfetta conclusione, che lascia spazio a nuove stagioni

x Conseguenze dei capitoli precedenti appena abbozzate
x Poca profondità nei personaggi secondari

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