Recensione Killer 7 – Sono il signor Wolf, risolvo problemi

 

Nel 2005 uscì per Game Cube e PlayStation 2 l’avventura in cell shading Killer 7. Ultimo dei Capcom Five, faceva parte di un progetto esclusivo per il supporto della console Nintendo da parte della stessa Capcom, poi in seguito naufragato. Goichi Suda, conosciuto ai più con lo pseudonimo di Suda51, è il fondatore di Grasshopper Manufacture, e nel corso degli anni ha fatto parlare molto di se nell’ambiente videoludico per aver realizzato progetti molto azzardati, sia stilisticamente che per contenuti trattati.

Killer 7 è sicuramente il titolo più emblematico tra quelli realizzati da Suda51, senza comunque dimenticare produzioni di assoluto rilievo come The Silver Case No more Heroes. Oggi Killer 7 arriva in quel di Steam, crocevia tra titoli indie e tripla A. Dopo ben 13 anni dalla sua uscita su console è ora disponibile agli utenti PC in modo ufficiale. Se sarà ben accolto, non è detto che non riapprodi nuovamente su una console Nintendo, parola di Suda51.

Suda51 mescola diversi concetti, che vanno dalla cultura popolare giapponese, alla cinematografia in stile Pulp Fiction

Sette personaggi in cerca d’autore
In Killer 7 siamo chiamati a vestire, e a switchare, le personalità di un gruppo eterogeneo di assassini al soldo degli Stati Uniti. I nostri obbiettivi sono gli “Heaven Smiles“, marionette antropomorfe invisibili a prima vista, che però annunciano la loro presenza con una risatina stridula tutt’altro che paradisiaca. A capo di queste bizzarre minacce terroristiche, che se non eliminate in  breve tempo vi raggiungeranno in men che non si dica facendosi letteralmente esplodere su di voi, c’è il villain Kun Lan.  L’Alter ego misterioso si contrappone all’altrettanto inquietante boss del vostro sindacato di assassini Harman Smith, un vecchio killer ridotto su una sedia a rotelle, o almeno così sembra…

 

Fin da subito, e senza molti preamboli, ci ritroviamo nel bel mezzo dell’azione impersonando Garcian Smith impegnato nella prima missione di sterminio, che funge da tutorial per prendere confidenza con il sistema di comando tutt’altro che intuitivo. Garcian è il luogotenente  di Harman, ha il compito di resuscitare le personalità immateriali degli altri killer durante l’avventura, andando a prelevare la loro testa nel luogo della caduta.

 

 

Il 7, sia nella cultura medio orientale che occidentale, rappresenta spesso il numero della completezza sulla quale si fondano concetti astratti o concreti. Questo concetto è palpabile nell’economia di Killer 7 come non mai. I vostri sicari, sebbene armati con armi da fuoco differenti, posseggono delle abilità senza le quali non sarebbe possibile proseguire nel gioco. Dan Smith è un personaggio equilibrato,  il classico Ryu della situazione, restando in casa Capcom. Coyote Smith è un esperto scassinatore funambolico capace di raggiungere location non alla portata di tutti. Kevin Smith si avvale di capacità mimetiche. Mask de Smith, sproporzionatamente forte, può sfondare ostacoli che metterebbero oltremodo i bastoni tra le ruote al vostro team, mentre Kaede Smith, unica donzella del gruppo, è munita di una infallibile arma telescopica con l’abilità di rivelare passaggi nascosti. Infine Con Smith, un teenager con una velocità superiore alla media. Alcune di queste abilità sono provvidenziali per risolvere gli enigmi (basici) dell’avventura. Altre invece, anche a causa di un loro non perfetto bilanciamento, sono meno fondamentali,  preferendo in pratica certi personaggi rispetto ad altri.

 

Il sangue è la vita… e sarà mio!
Nell’economia di Killer 7 bisogna badare bene a non spargere sangue, o meglio, essendo voi dei killer, dovrete essere tanto precisi nel colpire il punto debole di ogni Heavens Smile quanto veloci. Di fatto se affinate le vostre capacità di tiro, il sangue versato con un solo colpo verrà immagazzinato in fialette che da Thin Blood potrete tramutare in Serum nella stanza di Herman. Questo luogo è anche adibito ai salvataggi tramite la cazzuta cameriera Samantha Sitbon, alla selezione dei personaggi sintonizzandovi sulle frequenze di un TV catodico old style, o accedere al tutorial del gioco grazie al vostro fido scimmiesco Iwazaru. Questo è anche l’unico luogo dove si può reclutare Garcian, e utilizzare il serum per potenziare le skills o i parametri vitali degli Smith.

 

 

Il Gameplay, che ai tempi minò la giocabilità su console, è migliorato nei caricamenti ora praticamente assenti. La grafica è ora in HD a 60 fps, nonostante le cinematic siano rimaste a 30. Ne consegue un aspetto più pulito su schermo, privo di quei rallentamenti anche durante le situazioni più caotiche viste in passato. Sia chiaro, non vi servirà un pc da gaming (da quanto si evince dai requisiti minimi e consigliati),  considerando che il porting è praticamente un copia incolla dalla versione Game Cube con le migliorie sopra citate. Non c’era da aspettarsi molto altro, senonché, si vocifera da qualche tempo, una presunta volontà di Suda di voler aggiornare il titolo agli standard odierni.

Tuttavia, l’aspetto tecnico che lascia ancora oggi esprimere un sorriso, è il magistrale uso da visual novel dark del cell shading, che con la sua tecnica spoglia fatta di chiari scuri (più che di colori) restituisce una profondità visiva notevole, capace di immergere il giocatore, oggi come allora, in quella atmosfera noir, pulp, claustrofobica e onirica di cui Killer 7 ha meritata fama. Da applausi i tagli registici e fotografici che ci accompagneranno dalla prima all’ultima visuale dell’avventura. Anche i dettagli, i movimenti e la fluidità con la quale si muove la nostra banda di assassini sono curati e mai legnosi, anche se visti cento volte.

 

 

I vostri passi che riecheggiano nei corridoi saranno, insieme alle schizofreniche risatine degli Heaven Smile, come marchi di fabbrica di questa avventura. La soundtrack, dal sapore noir, ma dalla forte timbrica alternativa e progressiva vi farà entusiasmare, o avvilire, in base agli eventi o ai luoghi che visiterete durante il gioco. Con Jean Depaul, ad esempio, si ascolta un motivo durante una sparatoria, il ritmo è piuttosto incalzante con un’atmosfera gioviale, proprio come la caratterizzazione del personaggio lascerebbe intuire. In “corner building” l’atmosfera omogenea da la sensazione che qualcosa si trovi sempre in agguato nell’ombra.  ‘Fukushima Restaurant’, invece, ha un tono di solitudine e disperata desolazione. Il mio consiglio e di procurarvi la soundtrack originale e ascoltarla come merita, un altro elemento della realizzazione di questo titolo da non sottovalutare.

 

 

Il sistema di comando è molto personalizzabile e basilare, soprattutto su PC dove, oltre a tastiera e mouse, si può configurare anche un joypad. Richiede anche una curva di apprendimento decisamente atipica. Difatti, come da tradizione nipponica, il giocatore non ha mai molta libertà di movimento negli story driven, e in questa avventura dinamica meno che mai. Le uniche libertà concesse sono: andare avanti e indietro e ruotare di 180° sul percorso predefinito. Quando poi si arriva a dei bivi, appaiono dei ballon stilizzati, e si potrà scegliere dove andare con l’utilizzo sempre di un paio di tasti. Durante gli scontri a fuoco contro gli Heaven Smile possiamo attivare la modalità in soggettiva, e con i piedi ben piantati per terra,  prendere la mira per un tiro al bersaglio forsennato ma limitato al solo mirino.

 

 

Fin qui si è parlato di tutto quello che Killer 7 è, in base a metodi riconducibili ad una logica; grafica “old gen” che regge il passare del tempo, gameplay basilare quanto atipico e a tratti smorzato, soundtrack minimale che regala coinvolgimento in base a ciò che si vive su schermo. Killer 7  però è noto soprattutto per la sua sceneggiatura assurdamente tortuosa e interpretabile a più livelli di lettura, le sue rappresentazioni di violenza, sesso, traffico d’organi e lottatori Wrestler (!?). Ma forse è noto soprattutto per le sue polemiche. In particolare, immagina un “futuro” di ciò che accadrebbe se le relazioni tra Giappone e Stati Uniti tornassero a crescere, eliminando l’articolo 9 della Costituzione giapponese che vieta al Giappone di ospitare le forze armate per scopi bellici nel secondo dopoguerra. Addirittura reminiscenze di Mishimana memoria.

 

 

 

 

Verdetto
8 / 10
Pleased to meet you, Mr. Killer Garcian.
Commento
Che Suda51 abbia voluto accompagnarci per mano nel suo visionario luna park, o che questa realtà sembri a tutti gli effetti una forma di metaverso concettuale, rebus di paradossi e luoghi comuni, questo sfugge alla nostra comprensione. Tuttavia che lo sviluppatore abbia voluto dare la possibilità ai giocatori di riflettere su concetti importanti è senz'altro un pregio che rivive ancora inalterato in un prodotto di generazioni addietro. Senz'altro Killer 7 non è adatto a tutti. Tematiche disturbanti distribuite in maniera folle potrebbero essere mal digerite dai più. Rimane da chiedersi se siamo quel genere di casual gamer, lusingati da gamplay più dinamici e in apparenza appaganti, o se facciamo parte di "quegli altri", magari attratti dalla direzione artistica e tecnica di pregio messa in gioco da sviluppatori talentuosi come Grasshopper Manufacture. In questo caso Goichi avrebbe colpito nel segno già a distanza di anni.
Pro e Contro
Direzione artistica, tecnica e sceneggiatura che vale il biglietto
Tematiche dure e crude
Atmosfera impagabile
Somma delle parti consistente
Modalità killer 8 sbloccabile

x Gameplay controverso
x Italiano non supportato
x Ciclo di gioco a volte ripetitivo

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