La storia raccontata in Hob: The Definitive Edition è quanto di più criptica ci possa essere, con testi, dialoghi e soundtrack praticamente assenti, verremo gettati nell’avventura di gioco non avendo la più pallida idea di quello che stia accadendo. Tuttavia, dopo non molto diventa palese che le cose non stiano andando per il verso giusto. Sia chiaro fin da subito che non c’è nessuna principessa da salvare o villain malefico da sconfiggere, ma nonostante ciò dovremo prodigarci per risolvere i vari enigmi che incontreremo nel corso della quest propostoci dai ragazzi che hanno dato alla luce la saga di Torchlight.
Dopo aver perso il braccio, prontamente sostituito da una protesi meccanica ricevuta in dono da un misterioso quanto amichevole Golem che ci accompagnerà nel corso dell’avventura, ci metteremo in gioco per chiarire cosa stia lentamente sconquassando il mondo di Hob e possibilmente porvi un rimedio. Lo faremo correndo a più non posso attraverso strutture ancestrali, saltando e arrampicandoci da luoghi tetri fino a vette e scorci mozzafiato, risolvendo tonnellate di puzzle e meccanismi, e spesso con nostro stupore rimodellando il terreno su cui poggiamo i piedi creando nuovi percorsi e livelli di gioco.
Il meraviglioso e bellissimo ecosistema di Hob è l'interprete principale dietro le quinte che regge anche la trama simbolica dell'intero gioco
Nonostante il frame rate sia in versione portatile che docked è saldamente ancorato sui 30 fps (con qualche incertezza nelle cut scene), la risoluzione, che in portatile fa perdere alcuni dettagli, soprattutto in modalità Tv sembra diluita da un filtro antialiasing che ammorbidisce di molto la grafica e il dettaglio stesso lasciando qualche dubbio se l’hd sia effettivo, inoltre, alcuni effetti particellari sono qui più blandi. Questo compromesso, come detto, va incontro al certo non robusto, ma mai deludente hardware della piccola Switch, scelta probabilmente effettuata dagli sviluppatori per bilanciare al meglio risorse ed esperienza utente.
Non importa la versione che scegliete, sebbene Hob: The Definitive Edition sia proposta con l’intento di rendere usufruibile Hob ai neofiti, il gameplay di base rimane il medesimo. A parte il duo di protagonisti e la misteriosa creatura che infesta il pianeta, il mondo meraviglioso e bellissimo di Hob è l’interprete principale dietro le quinte che funge anche da trama simbolica dell’intero gioco. Questo pianeta funziona come un gigantesco meccanismo in frantumi a causa di una minaccia biologica sconosciuta. Sarà possibile rimetterlo in sesto, ma ci vorrà tempo, pazienza e molto lavoro e dedizione. Spesso dovremo tornare sui nostri passi, restando tuttavia ripagati e ammaliati da come il gameplay e le strutture dei livelli siano così interconnesse tra di loro, come se ogni luogo fosse un tassello che si incastona perfettamente con l’altro semplicemente facendo la cosa giusta.
Hob: The Definitive Edition non cerca di riscrivere il genere, ma di interpretarlo con un level design immersivo e funzionale al gameplay stesso
Discorso a parte invece è il comparto platform, vero cuore pulsante che in passato ha fatto venire il fiatone a chi Hob lo conosce da tempo. Se con mouse e tastiera l’abilità del giocatore doveva scontrarsi anche con problematiche tecniche, oltre che con i certo non vari avversari, con la Definitive Edition finalmente i comandi ottimizzati impediranno la frustrazione di non aver effettuato un salto al millimetro, e la telecamera rivista non ci ingannerà così spesso sulla prospettiva da seguire mentre saltiamo da una piattaforma all’altra o ci arrampichiamo su di una scala.
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