Aspettare il promettentissimo titolo di Runic Games,
Hob (
in arrivo proprio domani), ci ha messo fame di titoli di stampo “zeldiano”. Gli ingredienti di questo piatto, ideato 30 anni fa dai pluristellati chef di Kyoto sono
avventura,
azione ed enigmi, amalgamati sapientemente e impiattati in mondi aperti, senza soluzione di continuità, che siano essi 2D o 3D, in cui la loro scoperta va di pari passo con la crescita del personaggio. Questa ricetta ha dato origine, negli anni, a tantissimi titoli di questo genere, alcuni dei quali hanno saputo eguagliare e reinterpretare la formula Nintendo. Runic Games, senza timori reverenziali, si sta per tuffare in questo modo di intendere il videogioco, e noi nell’attesa ci siamo abbuffati di 8 giochi che racchiudono in loro l’essenza delle “avventure dinamiche”, come vengono chiamate in ambito accademico.
Buona avventura a tutti!
The Legend of Zelda : Breath of the Wild
Partiamo subito col botto, in un articolo dove andiamo a elencare anche i cloni spudorati di The Legend of Zelda, non potevamo esimerci da consigliarvi quello che è (
per il momento) tra i migliori giochi del 2017, e tra i migliori capitoli del brand: Breath of the Wild. Le lodi per il titolo le abbiamo già tessute in sede di
recensione. L’Hyrule più vasta di sempre, che cambia per non cambiare mai, non può che incantarvi e farvi desiderare di isolarvi dal mondo reale, per accedere a quello fittizio e violento dell’ultima avventura di Link. Ora che la libreria di Nintendo Switch inizia a farsi corposa, è l’occasione buona di recuperare anche Breath of The Wild, nel caso non l’abbiate ancora giocato.
Majin and the Forsaken Kingdom
Salvare il mondo da una calamità oscura, farsi aiutare da un’enorme Majin e ottenere via via nuovi poteri che ci permetteranno di portare l’equilibrio nel regno. Questa a grandissimi tratti, è la descrizione dell’avventura di Tepeu, il giovane protagonista di Majin and the forsaken Kingdom, sleeper hit di Bandai Namco Entertainment del 2010, ai tempi disponibile su PlayStation 3 e Xbox 360. Passato i nsordina e sconosciuto ai più, Majin and the Forsaken Kingdom portava qualche briciolo d’atmosfera Zeldiana in mezzo agli innumerevoli FPS che avevano sommerso il mercato. E soprattutto la portava fuori da una console Nintendo.
Darksiders
Se c’è un gioco che unisce i due punti del titolo di questo listone, è sicuramente il primo Darksiders. Classe 2012, e con le matite di Joe Madureira alle spalle, Vigil Games ci mise nei panni di Guerra, uno dei Cavalieri dell’Apocalisse, incastrato per un crimine non commesso e costretto a riabilitarsi. L’influenza di Zelda (e di Metroid) sul primo Darksiders è lampante, ma la guerra contro angeli e demoni è capace di regalare davvero dei bei momenti, sebbene non sia esente di difetti ( come abbiamo visto nelle due recensioni dedicategli). In attesa del terzo capitolo, ora in sviluppo, potete recuperare Darksiders nella sua Warmastered Edition, su PlayStation 4, Xbox One, PC e Wii U.
The Legend of Zelda: A Link to the Past
Ed insieme a Breath of the Wild non potevamo non citare anche A Link to the Past, quello che dopo anni, è ancora il miglior capitolo 2D della serie Nintendo. A Link to the Past portò tutta una serie di introduzioni all’interno della serie, che da lì in poi sarebbero state la base per il futuro. Un capitolo che, giocato oggi (
magari sul Super Nes Mini in arrivo questo Venerdì) è ancora fresco e appassionante. una vera e propria definizione di gioco immortale. Era dunque improponibile non citarlo, anche se in minima parte, all’interno del nostro listone.
Okami
11 anni fa, Hideki Kamiya, al timone di Clover Studio sotto l’egida di Capcom, creò quello che è forse il titolo che più di tutti racchiude in se l’amore per la saga di Link (
non è un segreto, Kamiya si ispirò proprio ad A Link To The Past per cofezionare questo progetto), riuscendo anche a superare il maestro con trovate geniali, un racconto commovente e uno stile grafico da dipinto giapponese in perpetuo movimento. Semplicemente una delle migliori avventure di sempre, incastrata in un loop che lo vedrà reincarnare nell’ennesima riedizione HD il prossimo 12 dicembre, occasione perfetta per chi se l’è perso finora, ennesimo colpo al cuore per chi lo vorrebbe veder tornare nelle mani del suo creatore.
Hyper Light Drifter
Heart Machine, amore infinito per i classici da sfruttare per dare un futuro al 2D. Hyper Light Drifters mescola (ancora lui) A Link To The Past e Diablo con una pixel art tra le più belle mai viste, avveniristica nelle sue basi anni ’80 e un gameplay avventuroso ma decisamente pendente verso il lato action, con un combat system elegante, versatile e fluido che dona una nuova dimensione al genere di appartenenza. Chi ha detto che non si possono creare prodotti freschi partendo da basi classiche come le colonne del Partenone?
Boktai
Ormai quasi introvabile nella sua cartuccia originale per Game Boy Advance, Boktai è ad oggi uno dei titoli più geniali di sempre, sviluppato da Konami sotto lo sguardo vigile di un Kojima-san in veste di producer. Grazie al sensore fotovoltaico presente sulla cartuccia, gioco e sole (
quello vero che “bacia i belli”) riescono a interagire, creando una sinergia che sfonda la quarta parete influendo sul mondo virtuale in modi incredibili. Dalla pistola a carica solare del protagonista passando per la necessità di illuminare gli oscuri dungeon popolati da mostri e vampiri (
vero obiettivo del protagonista) per combattere e risolvere enigmi, il titolo è una continua sorpresa. Unico, inimitabile, ecologico.
Beyond Good & Evil
Tornato alla ribalta grazie all’apparentemente incredibile secondo capitolo, finalmente presentato in pompa magna all’ultimo E3, la creatura cult di Ubisoft e Michel Ancel anno 2003 è una fusione tra la fantascienza di Luc Besson, lo stealth di Splinter Cell e l’ampio respiro delle avventure “zeldiane” tridimensionali, da cui però si scosta tanto da ritagliarsi uno spazio tutto suo nella storia videoludica, grazie anche a un cast indimenticabile capitanato dalla giornalista d’assalto Jade. Un nuovo classico che non stanca mai, da giocare e rigiocare.
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