La pausa è finita, sta per riprendere l’ultimo atto dell’opera. Mi riaccomodo in sala e cerco il mio posto nella platea. Mi siedo ed attendo che inizi lo spettacolo. In un secondo le luci si spengono e inizia l’atto finale. I figuranti, sul palcoscenico, si apprestano a mettersi ai loro posti. Li ritroviamo di nuovo da dove li abbiamo lasciati.
L’agente 47 insieme alla sua mentore, Diana Burwood, sono sulle tracce della Costante, ed in questo capitolo, cercheranno di finire il loro lavoro. Nella mia poltrona comoda, assisto al muoversi degli eventi e alla scenografia allestita per l’occasione.
Ma come si fa una buona opera? Beh, prima di tutto gli attori e la trama devono fare il loro lavoro e stare nei loro ruoli. Cosa che Hitman III fa alla perfezione. Anzi, i registi hanno cercato anche di dare una componente umana ai vari comprimari che danzeranno sul palcoscenico.
Inoltre, rispetto alle passate iterazioni hanno cercato di rendere la trama più fluida anche per chi si affaccia per la prima volta a questo titolo. In particolare le missioni di addestramento, che danno una panoramica generale sull’addestramento dell’assassino e sulle sue origini.
La pecca più grande, purtroppo, è nella parte finale del gioco. Non tanto perché la missione si discosta dai canoni del gioco, anzi, a livello di trama ha senso ed è perfettamente contestualizzata, ma perché sembra che abbiano cercato di accelerare il finale. Un vero peccato, visto che l’opera stava andando con i giusti tempi e le giuste pause. Purtroppo, l’andando veloce fa si che l’intera composizione di adagio lento stoni con l’intera partitura.
La scenografia, inoltre, riveste un ruolo chiave in questa opera. Tutto ciò che vi si paleserà allo schermo è una gioia per gli occhi, complice il gran lavoro degli scenografi, e già nell’introduzione del primo atto di questo capitolo finale, vedrete la grande opera messa in piedi.
Al momento come opera non è male.
Ma ciò che deve essere ancora più importante per la buon riuscita dell’opera, riguarda la composizione. Ogni nota, ogni pausa deve essere al posto giusto, per dare un suono armonioso durante lo spettacolo. Studiare la partitura, prima di iniziare a suonare, è fondamentale per una riuscita perfetta.
Ad ogni avvio di missione, quindi, studiare l’ambiente circostante è fondamentale. Come ogni opera stealth che si rispetti, dovremo fare affidamento sulla pianificazione. Certo, potremo eseguire un prestissimo allargando, eliminando qualsiasi cosa ci si para davanti, ma otterremo un‘opera pessima e il pubblico non apprezzerà lo spettacolo.
Invece, se studieremo l’intera partitura e utilizzeremo i tempi dettatici dallo spartito, otterremo un valutazione positiva da parte del pubblico. Quindi dovremo ponderare ogni nostra esecuzione!
Purtroppo, non ci sono state grosse modifiche rispetto alle composizioni precedenti. Certo, grazie alla struttura bianca dello spartito possiamo portare a termine la missione come meglio crediamo. Ma a lungo andare sembrerà di suonare sempre la solita sinfonia.
E finisce l’opera. Rimango seduto sulla poltrona a pensare. Certo opere così sono belle. Ma sono opere che, viste una volta, sono quasi sempre le stesse. Non cercavo l’opera della vita, certo. Hitman III è uno di quei prodotti, che si rivolge ad un pubblico che vuole quello e quello soltanto.
E’ la comfort zone di chi cerca un buon gioco, ed in questi tempi in cui i Tripla A scarseggiano, vuoi per l’emergenza Covid-19, vuoi perché al momento esistono poche idee nel settore, Hitman III è uno di quegli acquisti che potreste prendere in considerazione. Il gioco, inoltre, vi garantirà un buon tasso di sfida grazie anche alla classifica online in cui potrete cimentarvi per battere il punteggio dei altri utenti.
Quindi non vi resta che sedervi anche voi sulla poltrona e ad assistere a questo atto finale.
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