Recensione Helldivers 2, l’importante è giocare

Fanteria dello spazio

A ormai circa venti giorni dalla sua uscita, voglio affrontare l’argomento Helldivers 2 da un punto di vista diverso rispetto alla classica analisi del titolo e al giudizio delle sue componenti.

Perché certo, si dovrà parlare un minimo anche del comparto grafico, dello shooting, del sonoro, ma quello che davvero va analizzato in questo caso è il fenomeno che Helldivers 2 è diventato e che forse persino la stessa Sony non si aspettava.

Esporta anche tu la pace!

L’inizio della guerra galattica


Partiamo facendo i compiti di storia: nel 2015 esce il primo Helldivers, un twin stick shooter che, in virtù della visuale dall’alto, permette anche il multiplayer locale. Dopo una prova l’ho trovato divertente, un gioco che si presta a partite mordi e fuggi, sia in solitaria che con qualche amico e che sa scatenare qualche risata a causa del fuoco amico sempre attivo.

Già all’epoca, quelle poche partite sul divano con gli amici mi avevano fatto intuire le potenzialità del gioco, che però era purtroppo relegato ad una nicchia a causa del genere a cui apparteneva.

Nel 2024 esce Helldivers 2 e la realtà dei fatti è che letteralmente spacca tutto. Nel giro di pochi giorni diventa un successo mondiale, scalando le classifiche di vendita di molti paesi e diventando virale sui social.

Eppure è quasi identico al primo capitolo in molte cose, quindi perché questo successo?

Pronti per diffondere la democrazia!

Nel social giusto al momento giusto

Partiamo da una realtà che ormai, nel 2024, non si può ignorare.

Helldivers 2 si è trovato nel posto giusto al momento giusto. Non possiamo sapere se sia un effetto voluto in fase di sviluppo o se sia un puro caso, ma questo titolo è un generatore infinito di clip perfette per Tik Tok.

Se come me siete un po’ più anzianotti, probabilmente questa affermazione vi lascerà indifferenti, ma la verità è che tra consigli per neofiti, clip divertenti o esageratamente epiche, questo gioco macina milioni di views generando tonnellate di pubblicità gratuita – il che funziona meglio di qualsiasi campagna marketing programmata.

Bisogna prendere atto che, così come ormai molti ristoranti puntano sull’estetica dei piatti “instagrammabili”, allo stesso modo un gioco che si presti alla condivisione social ha molte più probabilità di raggiungere il successo in virtù della capillarità con cui viene conosciuto anche all’infuori dei giocatori più assidui.

Questo è un male? Assolutamente no, se il gioco non punta solo ed esclusivamente a quello. Per quanto riguarda Helldivers 2 non credo sia stato un effetto voluto, in quanto anche il primo capitolo si prestava alle stesse dinamiche.

Perché non abbracciarsi in mezzo alle bombe?
L’unico vero grosso cambiamento fra il primo e il secondo capitolo di questa saga è il cambio di visuale, che passa da quella con telecamera a volo d’uccello ad una più mainstream terza persona molto stretta sulla spalla del giocatore, di modo da farlo sentire effettivamente immerso nell’azione e nel sangue alieno.

Basta un cambiamento del genere, per quanto significativo, a rendere un gioco un successo?

La risposta è sì, ma con riserva.

La terza persona valorizza un aspetto che entrambi i capitoli di Helldivers hanno saputo utilizzare bene a proprio vantaggio, ovvero il caos dell’azione. In un gioco in cui non ci sono numerini dei danni a schermo, non c’è loot, non c’è un Hud in tempo reale che visualizza aree di effetto di abilità attive e passive, la schermata è sorprendentemente pulita.

Al tempo stesso, però, su quello schermo regna il caos più totale: una miriade di alieni insettoidi che sciamano verso di noi e che si mischiano ai cadaveri di quelli già fatti fuori, non permettendoci di capire chi sia vivo e chi no, il fuoco incrociato dei fucili dei giocatori mentre un bombardamento chiamato da un compagno di squadra ci esplode fin troppo vicino riempiendo le nostre cuffie di boati e la nostra telecamera di fuoco e fiamme mentre contemporaneamente la nostra torretta automatica decide di mirare i nemici alle nostre spalle crivellando anche noi di proiettili e portandoci ad una morte prematura.

Questo è Helldivers 2: puro caos della battaglia in cui siamo immersi fino al collo grazie alla telecamera così stretta sul personaggio. 

Detto così potrebbe sembrare soffocante e potreste pensare che non sia poi così divertente. Non potreste sbagliarvi di più: una volta tanto, il fulcro non è il danno che fai ai nemici attraverso complessi calcoli matematici dati da astrusi moltiplicatori percentuali dati da equipaggiamenti che hanno richiesto ore e ore di farming per essere ottenuti. Non c’è divisione accurata dei ruoli, non c’è una tattica predefinita da usare in un dungeon 200 volte.

Il nostro Helldiver è pura e semplice carne da cannone che deve sopravvivere il più a lungo possibile e terminare la sua missione, niente di più.

Un concetto semplice, che slega il giocatore dalle responsabilità del serrato e complesso gioco di squadra e che gli permette di godersi qualsiasi battaglia come se fosse totalmente unica, generando situazioni sempre diverse e divertenti, specialmente se si è in una chat vocale con i propri commilitoni.

Anche io faccio la mia parte!

Condividere la democrazia

Commilitoni: è stata questa parola, scritta qui quasi per caso, a farmi accendere un’ulteriore lampadina che potrebbe diradare i miei dubbi sul come mai Helldivers 2 funzioni così bene.

Ho chiesto allora ai miei due compagni di incursione in terra aliena di spiegarmi perché si stessero divertendo così tanto, tenendo presente che rappresentano due tipi di giocatore molto diversi fra loro.

Il primo, un assiduo giocatore single player, amante degli RPG sia occidentali che orientali e praticamente quasi privo di esperienza negli sparatutto sia single che multiplayer, (che qui però ha scoperto una particolare predilezione per il lanciagranate) mi dice: 

Mi piace il fatto che venga data la libertà, sia in termini di spazio che di tempo, di esplorare a tuo rischio e pericolo le mappe in cui veniamo catapultatati di volta in volta e che questo venga anche premiato a fine missione. In più il contesto esageratamente patriottico al punto da risultare ridicolo ti mette nel mood giusto per giocare le partite in maniera caciarona e disordinata, non mettendo il focus sul fare la migliore azione possibile ma su quella più divertente da realizzare e che spesso genera risate del gruppo.

Il secondo commilitone è invece un giocatore di sparatutto di vecchia data, che ha dalla sua molta esperienza anche nei multiplayer e che sottolinea che:

L’azione in game è molto semplice ma è comunque sempre appagante.

Nonostante il caos non sempre ti permetta di apprezzarli, ci sono dettagli che in altri titoli mancano, come la possibilità di danneggiare separatamente le varie parti di un nemico che non è semplicemente una spugna per proiettili.

In più gli effetti visivi di armi, esplosioni, sangue e arti che volano sono realizzati molto bene e ti immergono totalmente nell’azione.

Menzionerei anche il minigioco che serve a richiamare gli stratagemmi, perché dover replicare delle sequenze precise di 5 o 6 tasti nel bel mezzo dell’azione contribuisce a creare quel caos e ansia che fa spesso sfociare le cose in momenti che strappano una risata a causa di errori del giocatore.

Insomma, anche qui, quello che alla fine salta fuori è proprio il fatto che Helldivers 2 riesca a farti sentire parte di un gruppo in cui conta solo divertirsi, a discapito della riuscita o meno della missione.

Proprio per questo aggiungo anche che, come da notizia di pochi giorni fa, quei giocatori che buttano fuori dalle partite chi non ha degli equipaggiamenti ritenuti “meta” non hanno evidentemente capito lo spirito di un gioco in cui, che si vinca o che si perda, quello che conta è divertirsi con la propria squadra.

La sola cosa più democratica di un Helldiver? Quattro Helldivers!

Un piccolo cambiamento per un uomo, un grande cambiamento per un Super Cittadino.

Ma il gioco?

In tutto questo mio blaterare di caos, di commilitoni e di risate, vi starete chiedendo: “sì, ma il gioco in se è valido?

La mia risposta non può che essere un gigantesco sì.

Il comparto grafico non fa urlare al miracolo, ma si difende più che bene e sa tirare fuori anche qualche picco in caso di pianeti con un’estetica abbastanza ispirata.

Si, perché quello che ancora non vi ho detto è che Helldivers 2 ha la potenzialità per essere un titolo pressoché infinito, visto che lo sviluppatore non deve fare altro che posizionare nuovi pianeti che possano fungere da campo di battaglia nella guerra galattica, lasciando poi che il sistema procedurale generi di volta in volta delle mappe di missione sempre diverse fra loro ma coerenti con il pianeta.

Nel corso di questi giorni ho combattuto sciami di insetti fra le dune del deserto o in ambienti rocciosi inframezzati da grandi laghi d’acqua, ho respinto ondate di robot assassini in mezzo alle bufere di neve o su pianeti con una nebbia così fitta da non poterli gestire a distanza e dover aspettare che arrivassero a portata del mio fucile a pompa.

Insomma, ogni vittoria, ogni conquista, ogni minima goccia di sudore versata dagli Helldivers si cristallizza in un ambiente che vedremo una sola volta nelle nostre partite e poi mai più, permettendoci davvero di sentirci presenti su dei pianeti, più che in mappe prestabilite.

Ogni duna nasconde una minaccia
Il comparto sonoro è semplicemente perfetto: dai suoni delle armi e delle esplosioni, sino ad arrivare alle musiche fin troppo epiche che contribuiscono a creare il giusto mood.

Così come lo shooting, in grado di fornire quel feedback che spesso nei giochi online viene a mancare proprio in virtù della moltitudine di armi con 0,5 % di danno da fuoco da aggiungere al danno totale.

In Helldivers 2 le bocche da fuoco non sono tantissime, ma questo ha permesso al team di concentrarsi su ognuna di loro perché potesse dare un feedback unico in base non solo all’arma ma anche al tipo di nemico e di quale parte di quel nemico stiamo colpendo.

Vi assicuro che preparare il mio cannone automatico portatile ed infine esplodere un singolo colpo in grado di attraversare da parte a parte un insetto alieno alto svariati metri, facendolo letteralmnte esplodere in pezzi, è a dir poco galvanizzante.

Unica menzione di disonore va fatta per quello che riguarda la situazione server.

E’ sempre ora di un po’ di democrazia!
Il successo del gioco è stato di tale portata che i server semplicemente non erano abbastanza spaziosi per accogliere così tante nuove reclute per la guerra interstellare e questo ha dato vita a lunghe code di attesa per entrare in partita.

La situazione però va risolvendosi giorno dopo giorno grazie ad un potenziamento dei server continuo ed ormai si riesce a giocare quasi istantaneamente, il più delle volte.

Insomma, se fino adesso avete vissuto sulla Super Terra ignari delle minacce spaziali che potrebbero colpirvi da un momento all’altro, fate una scelta consapevole ed entrate a far parte degli Helldivers. Fra una carneficina di insetti alieni ed un urlo al vostro compagno che vi ha appena fatto saltare in aria, riscoprirete il divertimento del godersi una partita in compagnia senza pensare al risultato.

Voto e Prezzo
8 / 10
45€ /45€
Commento
Helldivers 2 è un gioco esagerato e sopra le righe che mette il divertimento di gruppo al di sopra del raggiungimento di obiettivi, raid o loot vari. Riesce finalmente a riportare l’interazione fra giocatori al centro della scena.
Pro e Contro
Comparto sonoro e grafico
Ironia tagliente
Azione frenetica

x Problemi tecnici dei server
x In solitaria perde molto della sua magia
x Poca progressione del personaggio

#LiveTheRebellion