Recensione Fossil Fighters: Frontier

Spesso i giocatori occidentali sono soliti lamentarsi del mancato arrivo di determinate serie nel nostro paese, vuoi per colpa dei diritti, vuoi perchè non venderebbero abbastanza, negli ultimi anni solo alcune case di produzione hanno voluto rischiare portando i nuovi capitoli di serie rimaste inedite fino alla generazione passata. Alcuni esempi lampanti sono Oreshika:Tainted Bloodlines (secondo capitolo), Conception II (secondo capitolo) e Akiba’s Trip (ancora secondo capitolo), lo stesso sventurato destino ha attanagliato la serie di Fossil Fighters, nata nel 2008 su Nintendo DS e mai giunta in Europa (mentre il Nord America è stato più “fortunato”) fino al terzo capitolo Fossil Fighters: Frontier, in uscita per Nintendo 3DS il 29 Maggio. Sarà riuscito questo titolo preistorico sviluppato da Red Entertainment e Spike Chunsoft a scavarsi un posto nei nostri cuori digitali?

Dissotterrali tutti
Chiariamolo subito, Fossil Fighters: Frontier è un gioco di ruolo che sotto molti aspetti prende ispirazione da Pokémon. Il protagonista (maschio o femmina) dovrà scavare alla ricerca di fossili per aumentare la propria collezione di Vivosauri, allenarli e farli combattere all’interno della Paleoarena in speciali tornei giornalieri. A sfondo di queste battaglie troviamo la semplicissima trama del titolo: un malvagio criminale, vuole ottenere il Vivosauro più potente del globo per soggiogarlo, ma sulla sua strada troverà i Custodi guidati dal capitano Stryker (l’organizzazione in cui milita anche l’avatNibblesar del giocatore). Oltre ai Vivosauri che troverete nelle aree dedicate, verrete affiancati da un dinosauro speciale, in grado di trasformarsi col passare del tempo: pur esprimendosi solo a versi, questo piccoletto rosso fuoco risulta essere il personaggio più caratterizzato del titolo.
Il primo grosso difetto di Fossil Fighters sta per l’appunto nei personaggi scialbi, insipidi e con una caratterizzazione solamente accennata: non regge neanche la scusa del titolo dedicato ai più piccoli, sicchè ad esempio in Inazuma Eleven (praticamente lo stesso target) i comprimari sono tutti ben delineati (per quanto macchiette o stereotipi); vi sono ovviamente un paio di eccezioni ma per far emergere suddette personalità, dovrete andare ben oltre la prima metà del gioco.

Come nella serie a cui è liberamente ispirato, la trama di Fossil Fighters serve solamente da collante alle battaglie tra Vivosauri, ma a differenza dei titoli Game Freak, manca di quel mordente o non riesce ad interessare un giocatore sopra gli otto anni, che di storie del genere ne ha viste fin troppe. Inoltre per “decollare”, sempre che sia possibile definirlo un decollo, bisognerà esplorare tutti i parchi (uno per continente) per una decina d’ore, salvando poveri studiosi o sfidando ragazzine cinesi che ricordano ben più famose combattenti, tra dialoghi banali e facilmente prevedibili da un giocatore maturo.

Fossilstrada ed estrazione
Fossil Fighters mischia tre diverse meccaniche di gameplay: esplorazione, estrazione e combattimento a turni.

l’esplorazione dei parchi risulta la parte più riuscita
Il protagonista si muoverà nei parchi a tema con un Fossilstrada, una macchina le cui meccaniche di guida ricalcano primitivamente quelle di Mario Kart 7, con l’accellerazione su A, il freno e la retromarcia su B e la derapata su R; l’esplorazione dei parchi risulta la parte più riuscita del titolo di Red Entertainment, con strade, ostacoli e pedane di salto disseminate per l’area di gioco e dove il giocatore è spinto a tornare nei siti archeologici già visitati non appena potenziato il proprio fossilstrada, per raggiungere luoghi fino a quel momento fuori portata. Ad L è affidato il Paleoradar, vero e proprio alleato di ogni Custode, che permette di scovare fossili o tesori nascosti nella pietra, una volta individuato il fossilstrada si fermerà e si darà il via all’estrazione.

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Inizialmente avrete a disposizione solo un martello ed una trivella per portare alla luce i molti fossili presenti nel titolo: in una determinata lasso di tempo (che varia dalla dimensione della batteria del fossilstrada, fino all’attacco da parte di vivosauri selvaggi che interromperanno l’estrazione) bisognerà far riemergere dalla roccia la parte di dinosauro, riempiendo una barra mano a mano che pulirete il fossile. Se si supererà il 50 % della superficie, allora la missione sarà compiuta, ed una volta finito il tempo (o riempita la barra) il Vivosauro verrà risvegliato o nel caso sia un nuovo pezzo (per un totale di quattro base, più quattro extra più rari) verrà potenziato salendo di grado ed imparando una nuova mossa. Se all’inizio estrarre fossili e gioielli è divertente, il peso e il mancato approfondimento di questa meccanica si evidenzia nel corso del tempo: una volta aumentati i siti archeologici, con una nutrita schiera di vivosauri a seguito di livello alto (denominato Grado), non avrà più senso ottenerne di nuovi, perchè qualsiasi dinosauro risvegliato, verrà fornito al Grado 1, limitando la nostra scelta tra cinque dinosauri (uno per tipo, ma ne parleremo tra poco) a meno che non siate patiti del farming.

Lotte e corse al fossile
Una volta completata la sezione di storia relativa a un determinato parco, verranno sbloccate delle Corse al Fossile: sezioni più difficili in cui si potrà ottenere un fossile raro, dopo aver sconfitto un Vivosauro particolarmente feroce. Proprio queste sezioni risultano le più ardue del titolo, perchè se il Vivosauro è facilmente battibile usando l’elemento o la strategia giusta, in assenza di strumenti avanzati (oltre quelli base potenziabili tramite moneta di gioco, si potranno ottenere dei paletti e un’estensione ulteriore di tempo) e di compagni online con cui scavare, affrontare l’estrazione prima delle ultime fasi di gioco non darà alcun frutto, risultando principalmente una perdita di tempo.

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Di tutt’altra pasta invece le lotte, fino ad un massimo di tre contro tre, dove oltre al Vivosauro del giocatore, saremo affiancati da un massimo di due paleoamici (i PNG o gli amici in possesso del gioco sia in locale che online) in scontri a turni che ricordano quasi del tutto Pokémon. Ogni Vivosauro appartiene ad uno dei cinque elementi (Aria>Terra> Acqua >Fuoco e Neutrale) e ha a disposizione fino ad un massimo di quattro mosse (ottenibili estraendo il relativo fossile) che richiedono una determinata quantità di energia per essere utilizzate. All’inizio di ogni turno verrà valutata la velocità dei vivosauri in campo, e di conseguenza l’ordine d’attacco: ogni dinosauro ha un’abilità specifica che gli garantisce

un misto di gameplay ma nessuno dotato della propria identità
bonus e malus, e statistiche migliorabili salendo di grado, mentre ogni mossa oltre a danneggiare l’elemento debole, tiene conto anche della posizione dei mostri preistorici garantendo così un ulteriore vantaggio o svantaggio.
Chiudono le capsule aiuto, utilizzabili durante le animazioni d’attacco e di difesa, che garantiscono incrementi delle statistiche e sono ad utilizzo limitato per ogni scontro.
Oltre che negli scontri previsti dalla trama (fin troppo facili), e quelli contro i selvatici nei parchi, potrete cimentarvi nelle Paleoarene, dove ogni giorno della settimana si terrà un torneo (Fossilthlon) con determinate regole (ad esempio il giovedì ci saranno dinosauri esperti nell’uso di alterazioni di stato e mosse speciali), e una volta vinto avrete accesso alla difficoltà maggiore; nella Paleoarena potrete anche sfidare un amico in possesso del gioco sia in locale che online, funzionalità che purtroppo non siamo riusciti a provare.
Fossil Fighters mescola diversi gameplay ma non riesce a farne spiccare nemmeno uno, risultando un miscuglio indefinito e non ricavandone  una propria identità.

Caricamenti giurassici
Neanche sotto il lato tecnico Fossil Fighters riesce a brillare: i modelli dei dinosauri risultano privi di carisma e facilmente dimenticabili salvo rare eccezioni (tra cui il Vivosauro protagonista e le sue trasformazioni) e lo stesso si può dire della modellazione 3D dei personaggi umani, l’unica nota positiva si rivelano gli sprite 2D dei personaggi, decisamente più riusciti dal punto di vista visivo rispetto alle controparti poligonali.

Ma il vero e proprio punto negativo sotto il lato tecnico si ha quando si trova un fossile o bisogna cominciare una lotta: il gioco si blocca per qualche secondo per poi offrire una schermata nera e caricare la fase successiva, rallentando ulteriormente i già lentissimi ritmi del titolo.
Neanche la colonna sonora spicca per originalità, se non fosse per la main theme orecchiabile che accompagna ogni accensione del titolo; i testi a schermo sono completamente tradotti in italiano e adatti ad un pubblico di tutte le età.

Verdetto
6 / 10
Era meglio lasciarli morti e sepolti
Commento
Sebbene non privo di buone idee, Fossil Fighters : Frontier non ne sviluppa a pieno neanche una, non convincendo il giocatore che si appresta a risvegliare i dinosauri. Il titolo sembra un miscuglio di diverse meccaniche ma che non riesce mai a brillare di luce propria, ma solamente di quella riflessa da altri titoli ben più riusciti. È adatto principalmente a bambini molto piccoli, specialmente se amanti del mondo giurassico o se ignari della presenza di altri titoli dello stesso genere su console Nintendo.
Pro e Contro
Main theme musicale piacevole
Qualche idea buona

x Manca di identità
x Personaggi insipidi e facilmente dimenticabili
x Sistema di fossili rivedibile

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