Poteva MixedBag esimersi dal portare l’apprezzatissimo forma.8 anche su Nintendo Switch – un ecosistema che ha praticamente dato i natali al sottogenere dei metroidvania?
È naturale che i primi vagiti di una piattaforma appena nata siano accompagnati da ri-rilasci di software già presente sul mercato, che si tratti di edizioni rivedute e corrette di titoli first party o di produzioni realizzate da altre case. Switch per il momento su questo fronte si sta muovendo per quanto possibile, riconfezionando alcuni dei giochi più solidi di Wii U ma con le terze parti che in massima parte nicchiano. Su eShop però la musica è diversa, e sono paradossalmente gli studi più piccoli quelli che suonano la carica e provano a mettersi in mostra: era inevitabile quindi che anche
MixedBag si cimentasse nell’impresa, forte di un
forma.8 che lo scorso febbraio ci aveva pienamente convinti.
Il silenzio è d’oro
Esplorare. Tutto qua
forma.8 fa parte di quella scuola di prodotti minimali, dove utilizzare la tecnica dello
spiegone per raccontare al giocatore cosa sta succedendo – ma anche cosa bisogna fare, come vedremo – dietro allo schermo coinciderebbe con distruggere il fascino e la magia che sezione dopo sezione il titolo costruisce. Ai comandi di una sonda inviata nello spazio alla ricerca di fonti di energie, il giocatore è chiamato a svolgere un compito semplice da capire, ma non così facile da portare a termine:
esplorare.
È tutto qui, non c’è praticamente altro da dire sull’antefatto narrativo dietro forma.8, e a dirla tutta c’è pochissimo altro da aggiungere su quanto succede nel corso dell’esperienza.
forma.8 è un’esperienza silenziosa ed introspettiva, che convince chi sta davanti allo schermo a comportarsi allo stesso modo
Si gioca in silenzio, immersi nell’alternanza di suoni ed immagini che vengono proiettati sulla tv di casa (o sul display di Switch, in modalità portatile) e si è da soli con i propri pensieri e considerazioni. Soli, perché
anche gli sviluppatori abbandonano il giocatore: nessun tutorial esplicito, nessuna spiegazione, nessun indizio: bisogna cavarsela con le proprie forze, intuendo come muoversi – impresa non sempre facile o immediata – e sfruttando quella manciata di azioni eseguibili dalla sonda, specie nelle prime battute dove i poteri a disposizione sono ancora tutti nascosti in giro per la mappa.
Stile e sostanza
forma.8 mette sul piatto stile e sostanza, riuscendo ad essere allo stesso modo splendido da guardare e da giocare
Al di là dei trucchi da prestigiatore utilizzati (sapientemente) da MixedBag per impacchettare il tutto, forma.8 è all’altezza della sua estetica anche per quanto riguarda gli aspetti più propriamente ludici. Per quanto la fase di esplorazione – almeno agli inizi – appaia forse un po’ lenta,
la realizzazione della fisica del gioco è a dir poco stupefacente e influenza fin da subito il tutto. La sonda risente dell’inerzia dei movimenti impressi con lo stick analogico sinistro e quindi non può compiere movimenti bruschi e innaturali, cosa di cui bisogna tener conto sia quando si affrontano i nemici presenti sullo scenario – boss o
minion che siano – che quando sono gli enigmi a richiederlo. Da questo punto di vista si spazia dai puzzle logici a spezzoni di giocato che invece
richiedono una certa abilità pad alla mano, azzeccando movimenti e tempismo per riuscire a colpire il nemico di turno o a superare la sezione che si sta giocando. Le regole cambiano di continuo e molto difficilmente una soluzione si ripete uguale a sé stessa (o anche solo in modo simile), conferendo al tutto quella ricchezza che qualche mese fa – in occasione della prima recensione pubblicata qui su I Love Videogames – ha permesso a forma.8 di portarsi a casa un rotondo e solidissimo 9. Valutazione che non si poteva che confermare anche qui su Switch:
MixedBag ha fatto bene i compiti a casa, sia per quanto riguarda la sfida, come abbiamo detto, che sul fronte del level design, riuscendo a non cadere nella trappola dell’abuso del backtracing (difetto congenito di molti metroidvania) e a realizzare sapientemente le zone e gli scorci che vengono realizzati durante l’esperienza. Non a caso tra i pro qui sotto troverete le parole “
design riuscitissimo”, senza far precedere il tutto dalla parola “level”:
forma.8 eccelle tanto dal punto di vista artistico quanto da quello realizzativo.
La bellezza dei vettori
Ed il bello è che forma.8 raggiunge queste vette di eccellenza
senza davvero mostrare i muscoli dal punto di vista tecnico. O meglio, rimanendo (paradossale, visto che si parla di un gioco ambientato nello spazio) con i piedi per terra dal punto di vista delle risorse computazionali richieste, visto che il tutto è realizzato con uno
stile fortemente minimale, dove tutto praticamente è una forma a due dimensioni (pur “posizionata” su livelli diversi, visto che talvolta si può “passar dietro” a qualche ostacolo) e la paletta cromatica difficilmente si concede più di una decina di tonalità, riuscendo ugualmente a
dare un tono ad ogni ambiente. Quando si viaggia nelle zone più “basse” della mappa è subito chiaro che la lava ha preso il posto dell’acqua – causando tra l’altro conseguenze anche sulle caratteristiche dei nemici – anche se il gioco ha semplicemente virato dal blu verso il rosso dal punto di vista cromatico.
Riuscire a raccontare così tanto utilizzando così poco è la cifra stilistica di forma.8, ed è una considerazione che vale per praticamente tutti i suoi aspetti.
L’unico neo? C’è capitato,
in una sezione in particolare, di notare qualche scatto subito dopo il caricamento dell’area.
Nulla di irrimediabile – tutto torna al suo posto nel giro di un paio di secondi al massimo – ma è un comportamento che balza subito all’occhio, visto che la performance per il resto è alle soglie dell’impeccabilità.
Verdetto
9 / 10
Da lasciare senza parole
Commento
Pro e Contro
✓ Design riuscitissimo
✓ Buona longevità
x Spesso criptico
#LiveTheRebellion