Recensione Everybody’s Golf

Sempre insieme, come un golfista e il suo caddie. Everybody’s Golf sbarca immancabilmente su PlayStation 4 per continuare a far godere i fan di questo rillassante sport e della precisione ad ogni costo, centrando l’ennesimo Albatross.

Pensando all’universo PlayStation e alle sue icone è inevitabile che un’esplosione di nomi, serie e personaggi cominci ad affollare la mente. Metal Gear Solid, Crash Bandicoot, Final Fantasy VII, Wipeout, Uncharted sono solo la punta dell’iceberg delle combinazioni di lettere che compongono il firmamento del reparto videoludico Sony. Per un motivo o per l’altro, che siano proprietà intellettuali fresche di una generazione o serie divenute negli anni multipiattaforma o evanescenti ricordi, in pochi possono vantarsi di aver accompagnato costantemente PlayStation in questa gloriosa avventura ventennale; il già citato Wipeout, ormai orfano dei suoi creatori from Liverpool, Gran Turismo, il cui nuovo capitolo è ormai in dirittura d’arrivo, e il sempre colpevolmente dimenticato Minna No Golf o meglio, Everybody’s Golf per noi del Vecchio Continente. La serie golfistica che alla sua alba (1997) fu di Camelot, la stessa che poi diventò second party Nintendo per continuare a glorificare il mondo del golf mariesco e non solo (c’è ancora chi aspetta un nuovo Golden Sun), oggi spegne 20 candeline insieme al team adottivo Clap Handz, che anima e corpo si è dedicato negli anni a perfezionare l’arte del golf videoludico su qualsiasi piattaforma la casa madre gli mettesse a disposizione, proponendo costantemente uno stile che sta ormai scomparendo sui lidi Sony, lo stile prettamente giapponese del gioco spensierato e rilassante, tecnico e stratificato, in due parole, “per tutti”. Andiamo quindi a farci queste 18 buche.

Videorelax da respirare a pieni polmoni
Le emozioni e soddisfazioni di Everybody’s Golf vanno ben oltre il sistema di controllo a “tre tocchi”, per dare inizio allo swing, scegliere la potenza e conferire precisione, antico quanto il genere stesso e sempre perfetto. È un esercizio di calma e stile, senza fretta, dove lo studio delle mazze, del terreno e del vento diventano un giochetto mentale matematico e inconscio. Pensare di far cadere la pallina in un determinato punto del campo, in discesa, per farla scivolare dolcemente e guadagnare yard, oppure tentare un Eagle in chip-in da 90 metri, che verrà immediatamente registrato dalle telecamere virtuali, sono solo due esempi di un costante stimolo che parte dalla perfezione dei controlli passando per una fisica simulativa per poi tuffarsi in un level design a tratti artistico. Riuscire a concretizzare i propri pensieri in un’apoteosi sportiva è poi questione di pratica, di level up delle mazze, di colpi speciali provvidenzialmente arcade da sbloccare via via. Un gioco da cecchini, dove la precisione e il pensiero laterale contano più della potenza e della superficialità, il tutto glassato da un’atmosfera giocosa e gioiosa, con una palette cromatica sgargiante (anche troppo, quasi “acida” a volte) e dialoghi tanto surreali quanto simpaticamente tediosi (la prossima volta, un bel tasto “skip”, per favore). Il titolo, nonostante un IA evidentemente non programmata per assomigliare a Tiger Woods (ma comunque stimolante, dopo aver passato le prime ore di gioco e aver impostato la modalità impegnativa), non regalerà nulla e le decine di buche che ci troveremo ad affrontare sapranno essere gloriose o spietate in base al nostro approccio e al nostro tempismo nell’eseguire il peculiare “sculettamento” detto swing, portandoci sempre più verso un godimento dal “gusto lungo” (come un famoso claim) in occasione dei colpi più impensabili.

Everybody’s Golf è il perfetto titolo da dopolavoro e weekend, dove perdersi e tirare il fiato tra tattica e natura, abbassando finalmente il battito cardiaco.

Vedere la bianca sfera e tutte le sue fossette rotolare sul green, affrontare le pendenze così come ce le eravamo immaginate e infilarsi in una minuscola buca, scavata nell’erba verde e profumata, è una soddisfazione che solo due cose al mondo riescono a regalare: il golf reale e quello virtuale. Ad esaltare e certificare la nostra bravura, oltre agli immancabili Trofei, ci saranno i certificati dell’accademia di golf, elargiti in maniera tanto oscura quanto elegante, appunto per le loro apparizioni a sorpresa, seguendo un criterio tanto basico quanto inattaccabile: più sei bravo e più sali di livello. La barra dell’esperienza invece rappresenta un discorso a parte. Nella modalità single player ci ritroveremo catapultati sull’Isola del golf, hub 3D esplorabile sulla falsariga di quanto visto in Mario Golf World Tour per Nintendo 3DS (non scomodiamo gli episodi per Game Boy e Game Boy Advance, che avevano una mappa decisamente più complessa e tendente all’RPG) in versione stilisticamente povera. Da questa graziosa e superflua isoletta potremo avventurarci nel piatto forte dell’offerta, la modalità Sfida, classica carriera basata sulla partecipazione a tornei a 9 o 18 buche, ufficiali o non, tra regole reali o bizzarre variazioni sul tema (buche larghe come tombini o minuscole come monete), grazie ai quali guadagneremo punti per sbloccare avversari speciali da battere in tiratissimi testa a testa, esattamente come Clap Handz ci ha abituati, vincendone poi abbigliamento e personalità; un vero e proprio furto d’identità legalizzato. Ogni classe ha tre “boss” battuti i quali potremo passare alla successiva e sbloccare un nuovo campo, oltre che sfide sempre più impegnative.

All’aria aperta capita di prendersi un moscerino nell’occhio
Se al gameplay da grande classico moderno non si può proprio recriminare nulla, lo stesso non si può dire per il comparto più strettamente legato alla vista, quella che ci permette di decantare la bellezza di un paesaggio. Se il level design e più in generale il design degli ambienti è sempre incantevole, ciò che manca è proprio la mole poligonale, che pochissimo migliora rispetto al precedente capitolo per PS3 datato 2012. Certo, il colpo d’occhio dei bellissimi percorsi e l’orizzonte lunghissimo si fanno apprezzare ammiccando al giocatore, che finalmente potrà godere di campi ampi con buche ben visibili, un panorama di contorno sempre coerente e perfino esplorabili con la pressione del tasto L3, per rilassanti passeggiate, battute di pesca e scorribande in cart. Forse proprio queste aggiunte, pensate per dare più respiro alla modalità online più che al single player, hanno finito per penalizzare il lavoro di rifinitura tecnica che il prodotto avrebbe meritato. Certo, divertente guidare e pescare (attività comunque prive di una qual si voglia profondità e con un sistema di controllo semplicistico), interessante la possibilità di esplorare i campi in lungo e in largo e scoprire segreti, ma le conseguenze di questa evoluzione sono state un numero di campi risicatissimo, cinque più due DLC salatissimi (Everybody’s Golf 2 per PSP ne vantava dodici) e la sgradevole sensazione che anche gli occhi avrebbero potuto brillare come cinque anni fa sulla terza ammirglia Sony (una vera perla tecnica il precedente capitolo), con i 60fps disponibili solo su PS4 Pro nonostante un motore grafico di piccola cilindrata.

La natura dei campi da golf è sempre splendida, ofuscata però da una fastidiosa nebbia di problemi tecnici che non permettono ai cavalli di PS4 di correre liberi e spensierati.

Ad essere totalmente azzerato è stato anche il reparto personaggi, segno distintivo della serie, dove un potente e divertente editor non può sostituire gli iconici golfisti che ci hanno accompagnato in 20 anni di partite, sempre diversi e sempre caratterizzati divinamente, forse abbandonati per favorire la forte componente online di cui parleremo a breve. Gradevolissima è invece l’aggiunta del pubblico, da infoltire a colpi di vittorie e la vista di tutti i golfisti avversari che corrono qua e la per le buche, apprezzabili facendo salire in cielo la telecamera, sacrificando però la fauna, uno degli aspetti estetici più riusciti ed eleganti della scorsa edizione. Questi difetti riescono a passare in secondo piano solo grazie alle meraviglie di una virtuale madre natura. Un tramonto hawaiiano, la foschia del mattino sulle Alpi, la pioggia (benedetto meteo dinamico, grande tocco di classe) che si sostituisce letteralmente alle splendide musiche in sottofondo, sempre magnifiche orecchiabili e semplicemente ben eseguite, pensate per fondersi alle partite in perfetta armonia, così come tutti gli effetti sonori e voci. Natura e gameplay sono sempre capaci di far sciogliere anche l’animo più critico di chi vi sta scrivendo, a volte.

Il golf per tutti… Con tutti!
Godere del golf è un’attività per solitari e comitive, questo nella realtà quanto nel virtuale. Proprio il gioco in compagnia è stato al centro di un grande lavoro di ammodernamento da parte di Clap Handz che, mazze e tool di sviluppo alla mano, è riuscito a creare un ambiente online che riesce a trovare un senso anche alle aggiunte superflue di cui sopra. Passeggiando sull’isola/hub troveremo infatti tre cancelli, uno verde, uno viola e uno rosso, porte che uniscono gli amanti del golf per tutti di tutto il mondo. Nel primo troviamo l’essenza del titolo, campi aperti (divisi tra 9 buche IN e OUT) dove svolgere tutte le attività che abbiamo criticato finora, che però trovano un senso nell’atmosfera di divertita caciara generale, dove decine di altri avventori saranno ben visibili mentre si schiantano contro un albero in cart, si allenano e competono per scalare le classifiche globali e giornaliere. Tra passeggiate e sano “cazzeggio” potremmo prendere parte a partite su singole buche o su tutte e 9 sempre e solo puntando alle leaderboard online, chiacchierando o osservando nel frattempo i nostri avversari, per lo più giapponesi (il titolo è già schizzato in testa alla classifica settimanale nipponica), “apprezzando” anche vistosi rallentamenti di tanto in tanto.

La dimensione online riesce a trovare un posto e un senso a tutte le aggiunte pensate da Clap Handz, dalla pesca ai golf cart passando per le passeggiate all’aria aperta

La via di mezzo invece, quella che dovrebbe rappresentare il cuore più competitivo del multiplayer, con i suoi tornei, è al momento inaccessibile, in attesa del rilascio di un apposito aggiornamento che attendiamo con ansia. Il golf sa essere anche adrenalina, ed è proprio questa che possiamo trovare nella sezione rossa, con gare a squadre “All’ultima Buca“; un cronometro, una manciata di giocatori e l’obiettivo di segnare il maggior numero di punti prima del triplice fischio finale, correndo a piedi, nuotanto e facendo a sportellate per giocare quante più buche possibili. Questi gli ingredienti di una modalità assolutamente geniale e divertentissima, tutta da ridere e da vivere col cuore in gola. Certo tutto bellissimo e interessante, ma il multiplayer locale fino a 4 giocatori dove condividere il Dualshock 4 come se fosse un moderno e luminescente calumed della pace (anzi, della sfida), soprattutto se avete un fratello che non sa perdere, è davvero l’Everest videoludico di una produzione nata e cresciuta con l’intento di divertire farci sentite tutti più spensierati. Everybody wants to rule the golf.

Verdetto
8.5 / 10
Hole-in-one is a state of mind
Commento
Svesto un attimo i panni del redattore per infilarmi nel comodo pigiama del fan. Everybody's Golf per chi ve lo ha raccontato oggi è amore puro, che affonda le sue radici in 200 ore di gioco godute sui campi del suo predecessore e un centinaio sugli indimenticabili (e forse ancora insuperati) episodi PSP. Spiazzato da un'avvio complesso, tra una veste grafica che non ha mosso quasi un passo in 5 anni e un character design da mani nei capelli, tutto impostato sulla personalizzazione estrema (il mio alter ego è particolarmente gradevole alla vista, come la versione reale d'altronde!), ho riscoperto un titolo eccezionale dal punto di vista del gameplay e particolarmente curato nella sua veste online, sempre divertentissimo, rilassante e traboccante d'amore per questo sport, ormai ragione di vita per il team Clap Handz, che è riuscito ancora una volta a dare nuova linfa a una vera icona PlayStation. Applausi.
Pro e Contro
Gameplay iconico
Level design da applausi
Il relax è un "Pro" impagabile
Atmosfera unica
Online godereccio e ricco di novità...

x ...superflue nel single player
x Tecnicamente old gen
x Solo 5 percorsi sono imperdonabili

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