Nella recensione di Dreamo si parla anche di una start up fondata cinque anni fa, Carbon Studio e il suo team difatti sono l’esatto esempio di piccoli sviluppatori indipendenti che si sono fatti le ossa e la gavetta nel mondo videoludico contando soltanto sulle loro forze, sui loro sogni e sull’entusiasmo di portare in porto il loro progetto; ovvero sviluppare il più a fondo possibile un titolo basato sulla realtà virtuale. Dopo averci provato con Alice VR nel 2016, la consacrazione arriva l’anno dopo con il pluri apprezzato The Wizards, considerato ad oggi uno dei titoli sviluppati per Oculus Rift meglio riusciti; fate un giro su metacriticsper rendervene conto ad esempio. Ma veniamo al dunque, cosa aspettarci da Dreamo per PC, ultima fatica di questi ragazzi polacchi?
Davvero un bel lavoro quello svolto da Carbon Studio, un caleidoscopio di tematiche profonde proposte con semplicità attraverso un luogo comune
Nell’onirico universo di Dreamo vestiremo i panni del Dott Jack Wilson, o meglio, interpreteremo la sua coscienza farsi largo in quel che rimane della sua memoria, sia semantica che episodica, dopo quel che sembrerebbe una sorta di riabilitazione metafisicadopo un presunto incidente aereo.
Essendo tuttavia un’avventura con una storia già scritta di fondo, la nostra interazione da giocatori si traduce nel risolvere dei rompicapi per rimettere in moto, è proprio il caso di dirlo, i meccanismi e le reminiscenze che stanno dietro l’inconscio di Jack. Questi puzzle consistono in artefatti a forma di cubo sui quali applicare delle rotelle di varie dimensioni, e dove solamente un ingranaggio ruota all’inizio: la sfida è riuscire a completare la sequenza che porterà a far ruotare l’ingranaggio di attivazione che da principio è ovviamente fermo, così facendo Jack, con l’aiuto della voce fuori campo di Tara, una misteriosa Dott.sa che a suo dire ci sta aiutando, riusciremo a far luce sulla vicenda che ci vede ripercorrere i ricordi di una vita.
A guardarli bene questi artefatti sembrano scrigni con ricordi preziosi da svelare
Detto così sembra semplice ma le caratteristiche dei cubi, dei perni su di essi (non sempre “fissati”) e le rotelle cambieranno, o saranno influenzati da varie condizioni man mano che ci spingeremo sempre più vicino alla verità. Durante la recensione di Dreamo non ho mai avvertito un livello di sfida banale o dall’approccio semplicistico, considerato appunto la sua breve durata, anzi l’empatia che si viene a creare, e l’interesse, dopo tutto, in nozioni di vita da tutti i giorni fa trascorrere le ore di gioco in maniera fluida e piacevole.
Ovviamente la trama ruota intorno al simbolismo più disparato, dalla morale alla psicologia, oppure a tutti quei meccanismi abituali ai quali non prestiamo attenzione, ma che di fatto fanno parte delle conseguenze delle nostre scelte di vita. Parlare oltre di uno story driven potrebbe svelare alcuni punti focali, quindi lascio a voi scoprire cosa si cela dietro l’identità di Jack, tuttavia, durante i tre livelli di gioco ci verrà spesso da chiederci quale sia davvero la natura del protagonista o di quello che stiamo vivendo…cosa o chi sono… è un sogno oppure un esperimento?
Meccanismo ludico
Tecnicamente non spenderei molte parole per descrivere gli aspetti video ed audio di Dreamo in questa recensione. Ci troviamo davanti un titolo che cerca di tradurre un percorso concettuale con elementi di vita, magari anche un poco sci-fi, e li lega insieme facendo del suo meglio anche in prospettiva di calarvisi dentro con un (costoso) VR. Questo vuol dire che l’atmosfera creata dall’ ottimo inglese parlato (sottotitolato ma niente italiano) le musiche d’effetto sia angoscianti che rincuoranti, e la grafica molto satura di colori con ambientazioni poligonali semplici ma degne di un sogno multi strato, concorrono a creare un esperienza videoludica appagante ed empatica, che posso senz’altro consigliare.
Verdetto
7.5 / 10
“Quando non si può avere la realtà, un sogno vale la realtà”
Commento
Non saprei da quale spunto in Carbon Studio siano partiti come incipit di Dreamo, forse la frase fatta "non hai le rotelle a posto" potrebbe calzare a dovere, visto che il perno del gioco è essenzialmente farle funzionare per ricordare e ragionare su se stessi, ma essendo più dispregiativa che altro non renderebbe onore all'esperienza di tutto rispetto vissuta. Forse è semplicemente un puzzle game dove dobbiamo spremerci le meningi per ricordarci che ogni tanto abbiamo anche un cervello. Comunque sia, da che punto volete vederla, Dreamo oltre che coinvolgerci, ci accompagnerà nel corso di un pomeriggio in una storia che fa parte anche delle nostre scelte.
Pro e Contro
✓ Storia ben narrata ✓ Difficoltà crescente ✓ Non serve granché per il 2d...
x ...Ma la profondità del Vr si paga x Rimane uno story driven x Carbon Studio finisce in fretta...sigh!
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