Recensione Disc Jam

Quell’insaziabile voglia di giocarci nella realtà.

Il frisbee è decisamente uno delle cose a cui non riesco a dire di no. C’è tutta una pretesa di libertà, la voglia di sovvertire le leggi della gravità che ci vogliono ancorati a terra, è un “effetto rallentatore” che spezza le catene del tempo, magia di plastica che si libra nell’aria leggiadra e senziente, sospinta dal vento e dal lavoro di polso. Penso che nessuno, a ragion veduta, abbia mai scritto qualcosa di pseudo-poetico e pretenzioso su questo fantastico oggetto, e ancora meno hanno provato a farlo con Disc Jam, titolo che reinventa il frisbee come agonismo estremo, futuristico e perché no, futuribile, magari senza che esploda ogni volta che si segna un punto, ecco. Tralasciando il fatto che giocarci mi ripora alla memoria lo Slamball in tutto il suo non senso e che il Fliying Disc è già una disciplina sportiva a squadre, simile al Rugby e incredibilmente divertente da guardare, High Horse Entertainment ne reinterpreta i canoni per avvicinarsi più al nobile tennis, dando a Windjammers quello che è di Windjammers, ovviamente, e lanciandosi nel mare popolato da squali degli e-sport, tirando fuori dal cilindro un titolo mordi e fuggi dalla spiccata e naturale propensione al multiplayer che sorprende per profondità come demoralizza per mancanza di contenuti. Premettendo che sono forse il disc jammer più scarso di sempre, lasciatevi servire e beccatevi questa recensione, potreste trovare una nuova vocazione e-sportiva, vai a sapere.

Versione testata: Nintendo Switch

I dolori del giovane disc jammer
Innanzitutto questa versione per Nintendo Switch funziona da dio e soprattutto l’online (che è poi l’unica cosa che da un senso all’intero gioco, data la quasi totale mancanza di sfide single-player) sfonda i muri della console war per regalarci partite cross-platform con tutti gli altri atleti virtuali in circolazione (su PS4 e PC), rendendo il matchmaking veloce, riducendo le attese a una manciata di secondi e prendendo da subito scappellotti sulla nuca da chi ci gioca ormai da mesi, essendo sul mercato da praticamente un anno. E questa è la prima delle cose da testare in un gioco del genere. La seconda è il gameplay, e qui siamo davanti a un qualcosa di leggermente grezzo, certamente da rifinire, eppure incredibilmente puro, ricco di tecnicismi capaci di restituire un feeling pazzesco una volta entrati in simbiosi col proprio alter ego, a scelta tra 4 personaggi con abilità e statistiche differenti più 2 da sboccare con i sudati crediti guadagnati. I tutorial sono qui quanto mai didattici e formativi, facoltativi si ma ardentemente consigliati dal sottoscritto, perché dietro il suo design sciapo e dimenticabilissimo e i contenuti da tirchia open beta, si nasconde un mondo di possibilità virtu-atletiche che neanche immaginate. Partiamo dalle regole di base. Le sfide si giocano 1vs1 o 2vs2 in puro stile tennistico, c’è una rete altrettanto tennistica che divide le due metà del campo, come avrete visto da video e immagini qui in giro, e soprattutto i punti non hanno un valore prefissato, variano in base a quanti scambi si riescono a fare, partendo da 5 e andando verso l’infinito. Una volta segnati 50 punti il set è vinto-perso. Questo rende imprevedibili a tesissime le sfide man mano che i giocatori si scambiano il disco, dando una sensazione di “santo Dio se adesso segna sono nella melma” costante.

 

Però, appunto, i punti vanno segnati. Come?

 

C’è tutta una scienza dietro. Ovviamente lanciando il disco vero l’area armata di laser alla fine del campo, assistendo a una deflagrazione molto coreografica e alle meraviglie dell’esilarante fisica rag-doll, applicata agli incauti avatar che cercheranno disperatamente di salvare il punto, venendo però investiti dall’innocua, ai fini della partita, esplosione. Sono le infinite strade dello score, però, che svelano tutte le meraviglie dell’avere tra le mani un enorme frisbee e la precisione con cui gli sviluppatori hanno confezionato il gameplay. Il terreno di gioco (singolare perché c’è proprio un solo campo) è costeggiato da reti metalliche che santificano il gioco di sponda, i tiri ad effetto disegnano eleganti e naturali parabole d’alta scuola, lob e smorzate sono infidi e bastardi come la rucola (è una vera libidine lanciare il disco vicino alla rete e vedere l’avversario caracollare per cercare di salvarlo, soprattutto perché faccio schifo in tutto il resto), lo scudo energetico in dotazione sarà tanto utile nel gioco a rete quanto nel bloccare il disco e rispedirlo al mittente con una delle mosse speciali, una “super” unica per ogni personaggio, e soprattutto le scivolate danno quel dinamismo al moto che fa tanto Vanquish nei panni di Marco Materazzi. Inoltre la forza del lancio scema col passare del possesso, e il rilancio al volo vale un boost di potenza da non sottovalutare.

Disc Jam è puro agonismo senza esclusione di colpi che eleva il frisbee ad arma letale, sottraendo eccessivamente contenuti per far brillare un gameplay esaltante.

La cosa formidabile è vedere giocatori più esperti crearsi uno stile di gioco unico, facendo loro tutto ciò che gli sviluppatori mettono a disposizione, scremando il superfluo e esaltando le loro preferenze. Vedere per credere una delle sfide tra pro in giro per YouTube. È un gioco di nervi, adrenalinico, veloce, elegante, e capire il rivale diventa una seduta psicanalitica in cui interrogarsi sulla sua vita, morte e miracoli in qualche decimo di secondo, scoprendone abitudini e livello di infamia di cui è capace una volta in campo e agendo di conseguenza, mentre le dita vorrebbero davvero ghermire un frisbee, tra prato e cielo, oppure un impossibile periferica da lanciare in salotto. Disc Jam, nel suo piccolissimo, è capace di trasmettere alcune tra le sensazioni e-sportive più esaltanti in cui mi è capitato di affondare i pollici, speciale nel suo essere brodo primordiale di carambole, azzardate predizioni e supposizioni psicologiche, nonché un prodotto capace di stimolare l’improvvisazione e regalare momenti di sano e ignorante divertimento. Un titolo che nutre la sua stessa community con il divino nettare della sfida, spingendo i nuovi adepti ad allenarsi duramente o mollare il colpo e rifugiarsi in un FIFA qualsiasi, lasciando il retrogusto amaro dei soldi spesi a caso e della sconfitta bruciante, quella che fa male a sedersi. Per fortuna che la modalità Ghost Arcade, unico rifugio per il giocatore solitario, cui mi sento comunque di sconsigliare l’acquisto, ci permetterà di prendere frisbee sui denti dai fantasmi di giocatori reali, per farci le ossa e metabolizzare meglio il duro allenamento, cercando di non diventare sfidanti materasso nei tornei periodici. Oppure si può sempre optare per sfidare in locale un amico più scarso di noi.

 

Verdetto
7.5 / 10
I wanna jam it with you!
Commento
La desolante mancanza di contenuti, le poche modalità, il suo singolo terreno di gioco e i suoi 6 personaggi non devono trarre in inganno: Disc Jam è lo sport del futuro. O forse no, però ci prova con un cuore grande così, concentrando tutte le sue forze nel regalare un gameplay totalmente fisico, malleabile secondo il proprio stile e ricco di sfaccettature e modi di segnare, dando vita a sfide funamboliche, adrenaliniche e tiratissime. Pagando la tassa di iscrizione di 14,99€, entrerete in un club di aficionados sempre pronti alla sfida, cercando di farsi rispettare a suon di carambole e inventiva. Potrebbe diventare una vera droga psico-atletica.
Pro e Contro
Atleticamente profondo
E-sport esaltante, veloce, tecnico e dinamico
Si respira l'aria di una bella community

x Pochi contenuti e single player ai minimi storici
x Estetica oltremodo anonima

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