Quando il mio udito viene solleticato da musica epica nell’atto di imbracciare un fucile, l’associazione mentale a Bungie è inevitabile. Oggi la recensione di Destiny 2 Shadowkeep, ieri il me stesso di un tempo, chino dinanzi all’Xbox intento a falciare Covenant e Flood. Questo nei primi anni 2000, dopo essere stato pervaso da un’aura di sacralità – sotto le suggestive note del menu principale – che mi indirizzava allo sterminio, alla nobile pratica della pulizia dell’universo dagli elementi nocivi.
Nella nuova espansione Shadowkeep i guardiani, condotti da Eris Morn, sono chiamati a fronteggiare una minaccia che si genera direttamente dalle ombre del passato. Alleati e soprattutto vecchi nemici riprendono vita sotto forma di Incubi, e si avvinghiano alla pura nostalgia degli utenti. A caratteri cubitali i riferimenti al primo Destiny, ma impressioni e déjà vu differenti per ciascuno. Nel mio caso, i bei tempi di Halo Combat Evolved e successivi. Storia degli FPS, ma anche di Bungie, ora pienamente in possesso dell’universo. Quello di gioco almeno.
Destiny 2 Shadowkeep è un tuffo nel passato, ma che segna allo stesso tempo un nuovo, storico inizio. Anche se gli saranno naturalmente preclusi i contenuti legati alla campagna e ad altre attività – specie quelle più remunerative, in termini di loot – tutti gli utenti potranno intraprendere il loro viaggio nell’universo, avendo accesso fisico a tutte le zone della mappa. La versione free-to-play, chiamata New Light, apre essa stessa le porte a un’esistenza di avventure e imprese, da vivere in veste di cacciatori solitari o di appartenenti a clan.
Vita nuova, guardiano nuovo.
Un nuovo inizio non sarebbe tale senza un reset appropriato. E’ vero, c’era la possibilità di trasferire i propri personaggi dall’account Blizzard fino alla vigilia dell’uscita di Destiny 2 Shadowkeep, ma per avere un’esperienza il più pura possibile ho scelto di partire da zero. Per modo di dire. Tutti i nuovi guardiani partono infatti dal lv.750 di potere, un ammontare da giocatore avanzato, visti e considerati gli ormai vecchi standard. Dopo un breve tutorial – ripreso direttamente dal primo Destiny – mi sono così diretto all‘hub centrale del gioco, la Torre, già pullulante di vita. E non solo in termini di NPC.
Lì ho fatto ciò che farebbe qualunque veterano di titoli aventi meccaniche RPG-MMO: interagire con qualunque essere vivente capace di parlare.
(Non) l'avessi mai fatto.
Pronti al decollo. O forse no
Una sfilza di imprese si sono aggiunte alla lista di missioni. Una ventina e passa di voci differenti che mi volevano in tutti gli angoli dell’universo, a compiere le azioni più disparate. Normalmente sarei stato una vita a riflettere e valutare da dove iniziare, ma dovendo scrivere la recensione di Destiny 2 Shadowkeep, non ho dovuto spremere le meningi più di tanto. E così, in sella alla nave, sono partito alla volta della Luna, sulle tracce di Eris Morn. O almeno ci ho provato. La sera del primo ottobre, infatti, un gran numero di giocatori è stato eiettato fuori dal gioco. Forse non si aspettavano così tanti utenti, ma pare che i server siano finiti con l’esplodere, quel giorno. E non solo quello.
E il naufragar m’è dolce in questa Luna.
Smaltita la frustrazione con una corroborante dormita, sono ripartito con il mio migliore amico al seguito. Generalmente la maggior parte dei contenuti è affrontabile senza ausilio alcuno, fatta eccezione per Assalti, Crogiolo ecc. Attività PVP e PVE dove i giocatori richiesti vengono pescati direttamente dal gioco. Di fatto per i guardiani solitari sono preclusi solamente alcuni raid – guarda caso quelli con il bottino migliore. Grrrazie Bungie –, che necessitano di ben sei elementi in totale, da reclutare manualmente. La via più facile e pratica è la fondazione di un clan, o l’unione a uno pre-esistente.
Con appena due membri, la Chippendall Squad si è così diretta sulla Luna. Due veterani di looter shooter che si sono sentiti subito a casa, nonostante la distanza dal pianeta Terra.
Un feeling stupendo con il combat system, unito all’immediata disponibilità di tutte e tre le classi con relative sottoclassi, ci ha proiettati in un autentico paese dei balocchi. Un divertimento – interrotto saltuariamente da messaggi di errore della connessione ai server aventi nomi improbabili, come “olive” – autentico a sperimentare abilità e sinergie varie, con build più o meno elaborate da provare sulla pelle degli sventurati pseudo-Covenant. E così, tra paesaggi suggestivi e schiere di alieni bellicosi, l’avventura ha continuato a dipanarsi lungo cacce agli Incubi, farming e scorribande varie. Quasi da non riuscire a smettere.
Shadowkeep è un'espansione periodizzante per l'universo di Destiny 2. Uno spartiacque tra passato e futuro.
La maggior parte delle attività, campagne comprese, richiede il lv.750. Cosa che apre, letteralmente, un universo di possibilità nei confronti del giocatore – veterano o neofita che sia, a livello di lore –. Che si inizi o meno con la campagna di Ombre dal Profondo, le cose da fare saranno comunque un’enormità. A partire dai costanti aggiornamenti, in pieno stile MMO, di contenuti ed eventi a tempo limitato.Il nuovo ciclo del titolo di Bungie è stato inaugurato dall’offensiva Vex, una razza di alieni-macchina che invadono la Luna materializzandosi dal cielo. Inutile dire che ho passato diverse ore a smantellare nutriti gruppi di robottini e robottoni, alla ricerca di equipaggiamenti e in generale materiali preziosi.
Preclusa invece l’annessa Incursione Giardino Della Salvezza, che richiedeva il lv.940. Non tanto per essere materialmente giocata, ma letteralmente superata: in Destiny 2 anche una decina di livelli di scarto può rivelarsi determinante.
Un evento settimanale sostanzialmente riservato a quelli che avevano effettuato il trasferimento del salvataggio, e che dunque si trovavano, anche solo a poter raggiungere in tempi ragionevoli, quel determinato livello. La progressione risulta essere costante e neanche troppo lenta, almeno fino al primosoft cap, il lv.900. Da lì in poi trovare armi ed equipaggiamenti migliori, e quindi poter salire di livello di potere, diventa decisamente più ostico. Ma per chi viene da centinaia di ore trascorse tra i vari Borderlands, il bottino è una ragione di vita. Trovarne di nuovo, e farne uso per trovarne dell’altro migliore a propria volta in un ciclo infinito, è esso stesso parte integrante del divertimento. Fatto di esperienze da vivere e avventure da raccontare, dove essere parte di qualcosa è la chiave di volta.
Verdetto
8.5 / 10
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...
Commento
Dopo essersi completamente slegata da Activision, Bungie è tornata di prepotenza su una serie che nel corso del tempo era finita un po' alla deriva. Destiny 2 Shadowkeep costituisce il punto di arrivo di un percorso che si è districato tra alti e bassi, soprattutto per via di una gestione poco lungimirante dei vari contenuti extra. Punto di arrivo, ma anche di partenza: un nuovo inizio, o luce, parafrasando il titolo della versione free-to-play, che promette di portare l'universo di Destiny più in alto che mai, lì, dove sarebbe dovuto stare fin dal principio. La mancanza di un'autentica introduzione, che di fatto getta i nuovi giocatori in pasto ai lupi con riferimenti sparuti o nulli, si fa sentire. Ma come per la tenuta altalenante dei server, di fatto non basta a cancellare quanto di buono c'è, ed emerge, all'interno del mondo di gioco. Che ci si trovi da soli o in compagnia, costruirsi dei ricordi basati su imprese più o meno memorabili rimane l'azione più naturale e spontanea che si possa concepire giocando.
Pro e Contro
✓ Una ripartenza incoraggiante per la serie. ✓ Un universo di cose da fare. ✓ Gameplay dinamico e divertente.
x Introduzione per nulla intuitiva. x Tenuta ballerina dei server.
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