Recensione Déraciné – Prepare to VR

Se siete nerd incalliti, al solo sentir pronunciare il nome di “Miyazaki” vi dovrebbero venire alla memoria immediatamente due figure. Quella del noto regista dello Studio Ghibili e il “papà” di Dark Souls e Bloodborne.

 

Proprio quest’ultimo dopo la fine della sua crudelissima serie si è preso una pausa, per una nuova collaborazione con lo Japan Studio di Sony. Un’avventura pensata per PS VR e lontana da quel gameplay al vetriolo che per anni ha fatto imprecare milioni di giocatori.

 

Ecco a voi, Déraciné.
 

Con Déraciné, Hidetaka Miyazaki punta a ben altre atmosfere, sebbene sia facile trovare un fil rouge dal sapore gotico che lega tutte le sue produzioni.

Déraciné è un racconto che prende vita una volta indossato il casco di Sony e impugnati i Move. Avviata l’avventura verremo catapultati all’interno di un collegio.

 

Molti dettagli vengono trascurati volutamente, perchè non necessari al racconto. Le poche informazioni ci verranno suggerite dagli abitanti del collegio, 6 ragazzi e un anziano direttore.

I toni son quelli di una fiaba, le atmosfere patinate, i ritmi lenti, quasi immobili.

Questo perchè andremo ad impersonare un fantasma, uno spirito buono che è tornato nel mondo dei vivi, per una qualche ragione a noi oscura. E così muovendo i primi passi nel collegio, verremo a conoscenza di un’antica credenza che lega le persone agli spiriti, facendo entrare in contatto i due mondi.

Purtroppo però non potremo comunicare direttamente con i ragazzi, ma “leggere” le loro memorie”, frammenti d’essenza lasciati nel nostro piano senza tempo. Così potremo familiarizzare con i personaggi, e stringere un’amicizia che sembra quasi ossessiva da parte di alcuni di loro. Gli spiriti poi hanno dei poteri, ed è per questo che gli umani sono attratti da loro.

 

Ad esempio possono togliere e dare la vita con il semplice tocco. Rubare l’essenza vitale di un essere per donarla ad un altro morente. Addirittura viaggiare tra i piani temporali, cambiandone il passato.

 

Man mano che passeremo i giorni in compagnia dei nostri nuovi amici, inizierà a delinearsi il nostro scopo.

 

Arrivati a questo punto, data la brevità del titolo FromSoftware, non vogliamo addentrarci maggiormente su dettagli che potrebbero rovinarvi la sorpresa. Però, nonostante la lentezza iniziale che fatica a dare un senso al gioco (per via di una serie di elementi che analizzeremo a breve), non appena la verità dell’intreccio narrativo verrà a galla, tutto sarà più chiaro.

E sinceramente, per la piega presa nelle fasi iniziali, non ci saremmo aspettati certi sviluppi tanto cupi quanto inaspettati.

 

Del resto la firma di Miyazaki la si percepisce, specialmente nel modo di “raccontare” la lore, che nonostante la fugacità del titolo, riesce a creare una sua mitologia.

Così, Déraciné, finalmente trova la sua quadratura.

A conti fatti, Déraciné si presenta come una moderna avventura punta e clicca 3D, il tutto vissuto in prima persona. Dovremo risolvere semplicissimi enigmi, che si susseguiranno uno dietro l’altro seguendo un preciso ordine.

 

Contrariamente all’iconica difficoltà di Dark Souls, qui si viaggia su livelli ben più accessibili. Anzi molte soluzioni saranno fin troppo scontate, e non saremo mai nella condizione di non sapere quello che fare.

 

Insomma, la tendenza sarà quella di andare avanti più per scoprire il mistero che lega i ragazzi con lo spirito piuttosto che la sfida in sé.

Combinando insieme realtà virtuale ed ambienti 3D nasce subito l’annosa questione legata al movimento. Trattandosi di un’avventura che pesca a piene mani dal gameplay dei punta e clicca, FromSoftware ha deciso di sfruttare un sistema di movimento che andasse ad annullare completamente ogni problematica legata alla chitenosi.

 

E per farlo si è affidata ad una soluzione tramite “teletrasporto”, meccanica già sfruttata in altri titoli per la realtà virtuale, come ad esempio Skyrim VR.

 

 

Basterà puntare con lo sguardo uno degli eterei indicatori blu a video per far modo che il nostro avatar virtuale si sposti. Così facendo eseguirà una breve transizione in avanti, soluzione non bellissima da vedere, ma sicuramente più pratica e meno fastidiosa del movimento libero tramite pad. Purtroppo però in questo modo si va a limitare il campo d’azione, incanalando il giocatore su binari preimpostati.

L’uso del teleport è dovuto anche all’impiego in gioco di due PlayStation Move. I controller di movimento di Sony vengono qua sfruttati anche per replicare le geasture delle mani.

 

Potremo quindi afferrare gli oggetti, interagendo con essi, magari per leggere la descrizione che li accompagna. La mano destra, che indosserà un misterioso anello, potrà assorbire poi l’essenza vitale degli oggetti. La sinistra invece, una volta completato l’obiettivo, ci consentirà di tirare fuori un orologio, per viaggiare tra le pieghe del tempo, cambiandone gli esiti.

Il gameplay si riduce a questo.

Ad un titolo facilmente abbordabile da chiunque, contrariamente alle altre produzioni del noto team giapponese. L’esplorazione delle varie stanze del collegio sarà la nostra attività principale, e dovremo stare attenti a coglierne tutti i dettagli utili alla risoluzione dei problemi dei ragazzi.

 

Purtroppo però tutto risulta abbastanza statico. Non solo questo è dovuto al fattore temporale del nostro piano dimensionale, ma anche per la scarsa interazione con l’ambiente. Solo gli elementi interattivi saranno utilizzabili, mentre il resto fungerà solamente da fondale. Anche dove potremo attivare gli oggetti chiave saremo sempre guidati, visualizzando a video l’ombra di quello che dovremo usare per risolvere l’enigma di turno.

Déraciné si mostra piacevole una volta che inizieremo a perlustrare in lungo e largo il collegio.

Le ambientazioni, per quanto semplici sono ben realizzate, mostrando una buona costruzione degli elementi poligonali. La staticità del gioco riduce anche gli effetti indesiderati legati al frame rate, sebbene si percepisca particolarmente l’onnipresente aliasing, croce delle produzioni VR. Anche i ragazzi godono di una buona modellazione poligonale.

 

Tuttavia, le animazioni facciali sono meno convincenti trasmettendo il tipico effetto “bambolotto” di certe produzioni nipponiche. Per il resto troviamo un buon accompagnamento musicale che riesce a creare una buona atmosfera, e un inaspettato doppiaggio in italiano, che gode di una qualità paragonabile a quella riservata ai titoli dai budget decisamente più importanti.

Verdetto
7 / 10
LA LORE [CIT.]
Commento
Déraciné è un esperimento riuscito purtroppo solamente a metà. Un titolo che punta sicuramente sulla narrativa, aspetto decisamente centrato, ma che non riesce a trarre reali benefici dall'uso della realtà virtuale. A frenare l'entusiasmo del nuovo titolo di Miyazaki troviamo una serie di enigmi che risultano un semplice intrattenimento rispetto al racconto proposto. Forse una sfida più impegnativa avrebbe sicuramente alzato il livello di un titolo che tutto sommato ha il suo perché. Se siete fan di FromSoftware e amate lo stile i Miyazaki nel raccontare le sue storie provate a dargli una possibilità. Non sia mai che Déraciné si riveli più connesso di quanto sembri al sequel di Bloodborne.
Pro e Contro
Parte narrativa piacevole
Doppiaggio di qualità
Tecnicamnete buono
Gameplay funzionale ed immediato...

x ...ma fin troppo lineare
x Componente enigmistica

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