Recensione Criminal Girls: Invite Only

Dopo essere apparso per la prima volta nel 2010 su PlayStation Portable, arriva in Europa in una nuova versione “migliorata” Criminal Girls: Invite Only di Imageepoch in esclusiva su PlayStation Vita, sempre grazie all’instancabile NIS America. Scoprite Criminal Girls: Invite Only con la nostra recensione.

Fifty Shades of Serj
il nostro scopo sarà quello di far redimere l’anima delle giovani criminali
Ormai di parole sull’attuale condizione di PS Vita ne abbiamo spese fin troppe. Sony la snobba, gran parte dell’utenza anche, ma grazie alla buona volontà di molte software house (senza dimenticarci il forte supporto dei team indie) come NIS America e Koei Tecmo, la portatile di casa Sony si è ritagliata un suo pubblico di nicchia, con una softeca prevalentemente giapponese che strizza l’occhio agli amanti dei JRPG e delle visual novel. Molti dei titoli rilasciati in questi ultimi mesi, basti pensare a Akiba’s Trip, Demon Gaze o Senran Kagura: Bon Appétit!, vantano gran parte del loro “fascino” su un fanservice a volte fin troppo marcato, ma apprezzato appunto da chi cerca certi elementi “piccanti”. Criminal Girls: Invite Only rientra di prepotenza in questa categoria, facendo vanto proprio di quel fattore “erotico” che potrebbe anche trarre in inganno, finendo per far passare in secondo piano eventuali qualità nascoste.
Protagoniste del gioco 9 ragazze. Nove criminali, o meglio dire potenziali criminali. Infatti, il nostro ruolo nella storia sarà quello di guidare le loro anime prematuramente strappate alla vita e da un destino che sembrava già scritto, cercando di portarle alla redenzione offrendogli una seconda possibilità. Con noi alla guida di questo folto gruppo, ci sarà chiesto di scortarle in un viaggio all’interno i gironi dell’inferno, aiutandole a superare 4 prove necessarie per la salvezza della loro anima. Con questo incipit decisamente semplice, ma al tempo stesso lontano da trame solitamente epiche rispetto al genere a cui si rifà, Criminal Girls ci accompagna per qualche ora in completa leggerezza, fra battute e immancabili doppi sensi, con una storia capace di catturare e tenere incollati alla console nonostante la leggerezza complessiva del titolo. Perché sono finite li? Quale destino le aspettava? Qual è il loro passato? Queste sono alcune domande che vi baleneranno per la testa e alle quali troverete risposta solamente portando a termine la vostra missione.

 

Criminal Minds
La nostra figura di “educatore” sarà il cardine del gioco, sul quale farà leva l’intero gameplay
La nostra figura di “educatore” sarà il cardine del gioco sul quale farà leva l’intero gameplay del titolo Imageepoch, ovvero la modalità Motivation. Combattendo ogni ragazza guadagnerà oltre alla classica esperienza necessaria a salire di livello, i punti CM, che serviranno per “punire” le ragazze e motivarle in battaglia. Queste fasi non sono fini a se stesse, ma saranno utili per sbloccare nuove abilità, siano queste attive da usare in battaglia, passive (per l’incremento di alcune statistiche) o le Field Skill, azioni utilizzabili al di fuori degli scontri. Una volta scelta la ragazza da motivare e verificati i punti CM necessari si potrà avviare la fase, che avverrà tramite un semplice QTE che vedrà impiegato sia il touch screen che il retro touch pad di PS Vita, per compiere delle semplici azioni.
Completando questi semplici mini-giochi il livello di Motivation della ragazza salirà in base ai nostri risultati, rendendo disponibili le nuove abilità. Capiterà anche che, durante il level-up, le nostre delinquenti mancate ci avanzino delle richieste (a tutti gli effetti delle quest secondarie) che serviranno a migliorare il nostro rapporto con loro e, cosa più importante, porterà dei vantaggi come la riduzione dei punti magia in battaglia o il quantitativo richiesto di CM durante le fasi Motivation. Tutto questo potrà essere effettuato all’interno delle Infermerie, appositi luoghi disseminati nei dungeon che ci consentiranno non solo di effettuare questo “ingrato” compito ma anche di riposare e quindi ripristinare la salute delle ragazze o di accedere allo shop, nel quale acquistare gli item relativi alla cura del nostro party (sempre usando i punti CM). Non solo, ogni infermeria visitata sarà connessa alle altre, elemento che ci garantisce la possibilità di teletrasportarci rapidamente da una parte all’altra dei vari dungeon.

Riot grrrl
criminal Girls porta su PS Vita una visione abbastanza peculiare di quello che è il genere dei dungeon crawling
Ma passiamo adesso all’aspetto ludico nudo e crudo. Criminal Girls porta su PS Vita una visione abbastanza peculiare di quello che è il genere dei dungeon crawling, offrendo un gameplay che si distacca nettamente dai classici del genere. L’esplorazione dei sotterranei avverrà tramite la tradizionale vista dall’alto, con il dungeon che si svelerà a noi ogni qualvolta visiteremo una nuova area, che apparirà automaticamente sulla mappa segnalando eventuali tesori. Nessun nemico verrà visualizzato a schermo (tranne rari casi) e il tutto è affidato alla casualità degli incontri random. I combattimenti si svolgeranno a turni, e fin qui nulla di strano. Ad ogni turno però potremo eseguire solamente un’azione delle 4 disponibili, e ogni opzione è relativa ad una delle ragazze del party (a questo si esclude la possibilità di usare un oggetto curativo o rivedere la formazione del party). La gestione delle battaglie però, specialmente nelle prime fasi di gioco appare abbastanza confusionaria e abbandonata al caso. Infatti ogni ragazza proporrà un’azione “ottimale” da usare a seconda della situazione, sia questo un banale attacco fisico, una magia o una più potente sequenza che involve due o più personaggi.
Tutto questo renderà imprevedibile ogni battaglia, in quanto non sempre ci verrà fornita una soluzione uguale rispetto al combattimento precedente anche in presenza dello stesso nemico. La differenza però la si avrà dopo aver snocciolato diverse ore il gameplay e aver capito l’importanza del motivare le ragazze. Questo spingerà il giocatore a intense sessioni di grinding necessarie per accumulare punti CM da impiegare per sbloccare nuove abilità e ampliare così le possibilità in fase di lotta.
La differenza in battaglia la faranno proprio le ragazze, ognuna con le proprie caratteristiche e affinità combattive. Avremo ad esempio la pettoruta Tomoe, specializzata negli scontri fisici e in quelli di gruppo, o le gemelline Yuko e Sako, una abile curatrice l’altra votata alle magie di fuoco, e così via. Starà a noi interpretare lo scorrere della battaglia, cercando di schierare in campo il party più adatto e di svilupparlo in maniera da essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione. Sempre relativo allo sviluppo del party saranno essenziali i Bond Attack, che vedranno due personaggi unire le proprie forze in attacchi devastanti ad ampio raggio, in grado di arrecare danni ingenti ai nemici sul campo.

 

[nggallery id=”417″]

Nebbia in val padana
Criminal Girls scivola su una censura quasi immotivata
Sul piano tecnico invece ci troviamo di fronte ad un titolo che mostra il peso degli anni nonostante il cambio di piattaforma, pur mantenendo intatto quel gusto vagamente retrò dell’era 16-bit. Sprite animati grossolanamente e poco definiti, fondali degni del miglior RPG Maker, insomma, al di là di un character design apprezzabile, il lato grafico non è quello che ci ha colpito di più di Criminal Girls. Poi c’è la gravosa questione della censura. Già che il titolo sia arrivato da noi è gran cosa. Solitamente un titolo così “giapponese” fatica a radicare nelle intenzioni di una localizzazione anche nel più volenteroso dei publisher. NIS America da sempre si è dimostrata attenta alle attenzioni e ai bisogni del “suo pubblico” cercando di mantenere intatta l’esperienza, vedi con adattamenti fedeli e la presenza di doppiaggio originale. Criminal Girls invece scivola su una censura quasi immotivata, che va a nascondere le figure delle ragazze durante le “punizioni” con una innaturale nebbia viola che svanirà man mano senza però abbandonare completamente la scena, rimanendo presente in alcune “zone critiche”; così come le urla e i gemiti vengono eliminati, in favore di una musichetta d’accompagnamento. Una censura che sinceramente non abbiamo apprezzato e che abbiamo trovato del tutto superflua, sia per il concetto di censura in sé (chi si rivolge a certi titoli, ovviamente sa cosa si troverà davanti) sia perché il tipo di “taglio” o meglio “copertura” effettuato non lascia molto all’immaginazione facendo trasparire quello che in realtà era il gioco originale.
Per il resto ci troviamo di fronte al solito iter: doppiaggio giapponese, colonna sonora godibile (senza però mai brillare se non per qualche brano) e la presenza della sola lingua inglese per i testi dei dialoghi e dei menù di gioco.

 

Verdetto
7 / 10
Monella, Monella, Monella
Commento
Che dire di Criminal Girls: Invite Only. È un titolo che paga lo scotto di una censura invasiva e del tutto superflua per un livello di contenuti tutto sommato in linea con altre produzioni arrivate nei mesi scorsi sempre da Nis America. Sorvolando sulla questione però quello che resta è un dungeon crawler atipico, che ci ha convinto sul piano narrativo ma un po' meno su quello ludico, con un gameplay che sulla carta sembrav funzionare ma all'atto pratico risulta abbastanza abbandonato alla casualità delle sue azioni, e quando inizia ad ingranare dopo poco ci troveremo all'epilogo del gioco. Come sempre, se siete alla ricerca di un titoli diverso dal solito e il fanservice (sebbene molto censurato) sia il vostro pane quotidiano, allora Criminal Girls merita sicuramente una possibilità.
Pro e Contro
La storia si rivela più interessante del previsto
Sistema di combattimento interessante...

x ...che necessita di tempo per svelare il suo potenziale
x Censura immotivata
x Tecnicamente vecchio
x Longevità al di sotto delle aspettative

#LiveTheRebellion