Pur di finire Card Shark in tempo per la recensione ho barato.

Immagino sia parte della natura umana. Davanti ad un exploit/a un baco del sistema/alla possibilità di ottenere un vantaggio illegittimo quantomeno ci pensi. Qualcuno di noi si frena, bloccato dalla sua indole o dalla sua educazione. Qualcun altro invece ne approfitta. Card Shark parla soprattutto di questo: non perché racconta la storia di una coppia di bari, ma perché in modo extradiegetico rivolge continuamente al giocatore la stessa domanda. Sei tu un baro?

E sì, io ho scoperto di essere un baro. Soprattutto quando è il gioco per primo ad essere disonesto nei miei confronti

Diegetico? In Card Shark dobbiamo barare in modo diegetico (cioè interno al gioco) per trama. Ma si può barare in modo extradiegetico approfittando di qualche difetto…
Card Shark è in buona sostanza una serie di minigiochi sulle carte da eseguire al tavolo per vincere la partita e passare al prossimo trucco. È una serie di quick time event, di sfide che incalzano la cordinazione occhio-mano, di azioni da eseguire sul touchscreen di Nintendo Switch oppure usando i controlli fisici. Oppure. Il primo exploit è qua. Se durante una mano di Card Shark si passa da un sistema di controllo all’altro – toccando lo schermo se si stavano usando i tasti o viceversa – il gioco avvisa che non è possibile passare da un sistema all’altro durante la manche. Se vuoi cambiare controlli, beh, le carte tornano nel mazzo e il turno ricomincia da capo.

Quante volte ho abusato di questo sistema. Quando stavo sbagliando un trucco, o semplicemente perché il tempo era andato troppo avanti, facendo insospettire gli altri personaggi al tavolo. L’ho fatto praticamente ogni volta che mi son trovato a litigare con i comandi. Ci sono trucchi che sono complicatissimi da eseguire usando lo stick analogico del proprio Joy-Con sinistro, ma che passando il dito sullo schermo diventano ridicoli nella loro facilità. Altri trucchi, tipicamente i segnali, con il touchscreen richiedono una precisione che con il controller non serve.

Il punto di Card Shark, quindi, diventa essere abbastanza skillati da eseguire i trucchi sapendo di poter resettare la mano. O a volte capire cosa bisogna fare

Card Shark introduce ogni nuova partita a carte con una spiegazione abbastanza dettagliata di come si dovrà barare. A parte verso la fine dell’esperienza, dove le informazioni diventano più criptiche e ad un certo punto vengono volutamente taciute al protagonista, che deve arrivarci da solo. In un paio di momenti però si abbandona il mazzo di carte e le cose si fanno molto meno leggibili. È questa la giustificazione a cui mi sono aggrappato ogni volta che baravo. Anche quando lo stavo facendo con i mezzi concessi dal gioco giocando partite col solo fine di accumulare denaro.

Non è che ci sia tanto altro da dire. Cioè, sì, potrei parlare dell’art direction del gioco, dire che la trama ha un paio di colpi che arrivano a tradimento e altre banalità del genere. Ma alla fin fine di Card Shark, a me, resterà soprattutto il ricordo di aver barato a quel gioco sui bari. E di averlo fatto per ripicca contro tutto quello che penalizzava l’esperienza di gioco.

Voto e Prezzo
7.5 / 10
10€ /20€
Commento
Card Shark è intelligente ma non si applica. Parte veramente forte per poi perdersi sotto una coltre di indicazioni poco chiare e controlli a tratti macchinosi. Il fascino di una Francia alla soglia della Rivoluzione c'è tutto, la storia ha anche un paio di twist interessanti, solo che se mi è venuta voglia di barare pur di arrivare alla fine si vede che non mi stavo godendo il viaggio come avrei dovuto. O no?
Pro e Contro
Concept interessante
Art direction sontuosa

x Controlli a tratti da galera
x Poco chiaro in un paio di passaggi

#LiveTheRebellion