Recensione Batman: Return to Arkham

Batman è da sempre uno dei supereroi più amati dai lettori di fumetti di tutto il mondo e questo successo non è solamente dovuto al carisma del personaggio e al suo essere “uomo tra gli dei”, ma anche alla capacità di autori di qualsiasi media di riuscire a valorizzarne le capacità con opere di tutto rispetto. I film di Tim Burton, la recente incarnazione di Nolan, la serie tv con il character design di Bruce Timm e la serie LEGO Batman sono solo alcuni dei prodotti di qualità nati dal personaggio inventato da Bob Kane e Bill Finger. I ragazzi di Rocksteady Studios, che abbiamo imparato ad amare nel corso della scorsa generazione di console, sono gli autori della migliore incarnazione videoludica dell’Uomo Pipistrello, riuscendo ad entrare di diritto nell’Olimpo di coloro che hanno compreso alla perfezione lo spirito del personaggio targato DC Comics. Proprio i primi due capitoli della serie dedicata a Batman (Batman: Arkham Asylum e Batman: Arkham City) sono ora stati riproposti per le console di attuale generazione, forti di tutti i contenuti aggiuntivi usciti nel corso del tempo e di un aggiornamento grafico per rimanere il più possibile al passo coi tempi. Sarà riuscito il team britannico a realizzare una raccolta imprescindibile sia per coloro che hanno già giocato ai capitoli in questione che per i neofiti della serie? Come al solito, prima di lasciarvi alla risposta qualche riga più in basso, vi ricordiamo che Batman: Return to Arkham (questo il nome della remastered) è disponibile dal 21 ottobre al prezzo lancio di circa 50 euro (49.90€) per PlayStation 4 e Xbox One.

Versione testata: PlayStation 4

Indovina, indovinello. Chi ha paura del bel pipistrello?!
Per quanto affascinante,Batman: Arkham Asylum non riesce però a raggiungere le vette narrative del suo successore
Come anticipato nel paragrafo iniziale, in Batman: Return to Arkham rivivremo le avventure di Batman: Arkham Asylum e Batman: Arkham City, usciti rispettivamente nel 2009 e nel 2011 per la scorsa generazione di console. Nel primo dei due titoli dedicati al Pipistrello vedremo Batman rimanere intrappolato all’interno dell’Arkham Asylum (il manicomio dove vengono lasciati a marcire i peggiori criminali della città di Gotham) per fermare una rivolta scatenata dal Joker. La location decisa dai ragazzi di Rocksteady Studios si presta perfettamente alle atmofere gotiche del personaggio della Distinta Concorrenza, ma farcisce il tutto con un character design tendendente più verso il genere horror e, proprio per mantenersi su questo stile, introduce gli antagonisti di Batman più mostruosi (ad esempio lo Spaventapasseri, Killer Croc, Bane). Forte di una trama semplice, ma allo stesso tempo estremamente affascinante (scritta dallo sceneggiatore Paul Dini), Batman: Arkham Asylum non riesce però a raggiungere le vette narrative del suo successore. In Batman: Arkham City, infatti, si sacrifica qualche punto per quanto riguarda l’atmosfera, ma per mettere in scena una trama ricca di colpi di scena che siamo certi saprà soddisfare non solo i fan del fumetto, ma anche tutti coloro che cercano “semplicemente” una storia ben raccontata. A partire da questo capitolo, inoltre, appare del tutto chiaro come le vicende ambientate all’interno di questa serie siano completamente slegate da quelle dei fumetti, prendendo una direzione propria e diventando, in tutto e per tutto, un universo alternativo. In Batman: Arkham City, inoltre, faremo la conoscenza di nuovi personaggi provenienti dal mondo del Cavaliere Oscuro e, nonostante non siano sempre tra i più famosi, dobbiamo ammettere che ogni singolo di essi viene caratterizzato a dovere e riesce a lasciare un segno sia sul nostro Bruce Wayne videoludico che sul giocatore vero e proprio. Non ci stiamo sbilanciando, infatti, se diciamo che la serie Arkham è il miglior prodotto legato all’universo di Batman uscito da molti anni a questa parte, superando in qualità e fedeltà sia le ultime pellicole del personaggio che i fumetti veri e propri. Un vero peccato, invece, è la mancanza di Batman: Arkham Origins che, nonostante non sia stato sviluppato da Rocksteady, riusciva ad aggiungere dei tasselli fondamentali per la caratterizzazione di Batman e di alcuni suoi antagonisti (in primis del Joker, grazie anche a delle sequenze tratte dall’immortale graphic novel The Killing Joke).

Free Flow Combat Mon Amour
La serie Arkham è entrata nella storia dell’industria videoludica per avere introdotto il concetto di Free Flow Combat
Per quanto riguarda il gameplay, la serie Arkham è entrata nella storia dell’industria videoludica per avere introdotto il concetto di Free Flow Combat, ovvero lo stile di combattimento di Batman utilizzato poi per decine di altri titoli (Remember Me e L’Ombra di Mordor sono soltanto due tra questi). Tramite questa tipologia di gioco, volteggiare tra i nemici non è mai stato così semplice, permettendoci di alternare attacchi, schivate, contrattacchi, mosse finali e l’utilizzo di oggetti con una semplicità disarmante. Ma non si vive di sole scazzottate in Batman: Return to Arkham; sono presenti, infatti, anche sezioni stealth dove saremo costretti a mettere ko una serie di nemici cercando di non farci vedere da loro per evitare di essere colpiti da una raffica di colpi (ricordiamo che Batman è forte, ma non immortale). Queste sezioni sono già presenti in Batman: Arkham Asylum, ma riescono a dare il loro meglio solamente in Batman: Arkham City grazie ad un level design più curato e ad aree più aperte che permettono al giocatore di agire con maggiore libertà. Proprio questo secondo capitolo, vista l’ambientazione cittadina e non più chiusa come nel manicomio, introduce un open world che, pur non essendo particolarmente vasto, permette di perdersi nella ricerca di missioni secondarie e di enigmi da risolvere. I suddetti enigmi, infatti, sono uno degli elementi fondamentali della serie targata Rocksteady e ci costringono a risolvere puzzle ambientali per ottenere determinati oggetti in modo da tracciare la posizione dell’Enigmista e sconfiggerlo una volta per tutte. Pur essendo una parte accessoria alla trama (che probabilmente molti di voi affronteranno una volta terminata l’avventura principale), questi enigmi risultano ben congegnati, divertenti e capaci di aumentare considerevolmente il numero di ore totali che passerete nei panni del Pipistrello. Nella raccolta Batman: Return to Arkham, inoltre, sono presenti tutte le sfide aggiuntive (delle arene dove dovremo sconfiggere determinati nemici con determinati modificatori per ottenere il punteggio migliore) e i contenuti dedicati agli aiutanti (e non solo) di Batman. Nulla che valesse i soldi che costavano quando sono usciti all’epoca, ma che si dimostrano sicuramente un valore aggiunto in questa nuova edizione, completa in tutto e per tutto.

Stesso Batman, nuovo look!
Il passaggio dall’Unreal Engine 3 all’Unreal Engine 4 si nota sotto tutti gli aspetti
Come in ogni remastered che si rispetti, è giunto ora il momento di trattare il lato tecnico della produzione. Da un punto di vista grafico dobbiamo ammettere che il passaggio dall’Unreal Engine 3 all’Unreal Engine 4 si nota sotto tutti gli aspetti, presentando dei titoli migliorati sia per quanto riguarda la modellazione poligonale dei personaggi che per l’utilizzo di luci e ombre completamente rivisto e capace di lasciare ancora a bocca aperta. Se Batman: Arkham Asylum dimostra ancora qualche problema tecnico, lo stesso non possiamo dire per Batman: Arkham City che, con questo nuovo aggiornamento, riesce davvero a stupire e a dimostrare un buon colpo d’occhio generale. Impeccabile anche il comparto sonoro che, nonostante manchi la possibilità di passare al doppiaggio originale (con un Mark Hamill nei panni di Joker da capogiro), presenta il doppiaggio fedele alla serie d’animazione degli Anni 90 e una colonna sonora ricca di tracce meravigliose che sicuramente non dimenticherete facilmente. Per quanto riguarda i problemi tecnici dobbiamo ammettere di non aver compreso la motivazione della presenza di alcuni cali di frame in Batman: Arkham Asylum, presenti anche in alcuni momenti poco caotici. Nulla di particolarmente fastidioso, sia chiaro, ma ancora una volta Batman: Arkham City si dimostra ottimizzato in modo migliore rispetto al proprio predecessore.

Verdetto
8 / 10
Nolan dovrebbe prendere lezioni da Rocksteady
Commento
Batman: Return to Arkham è una raccolta semplicemente imperdibile per coloro che non hanno ancora avuto l'occasione di mettere mano al lavoro di Rocksteady. Se siete tra le persone appena citate aumentate senza problemi il voto finale di un punto, in quanto state per avvicinarvi a due titoli estremamente validi non solo per quanto riguarda la trama, ma anche per un gameplay che, al momento, ancora in molti tentano di imitare. Per tutti coloro che hanno già avuto il piacere di accompagnare il Pipistrello nelle sue avventure dobbiamo fare una precisazione: è vero che manca Batman: Arkham Origins e che è presente qualche sbavatura di natura tecnica, ma questa raccolta si dimostra essere un ottimo (e completo) aggiornamento di due titoli stupendi che siamo certi vorrete giocare e rigiocare ancora in futuro. La scelta finale, comunque, sta a voi.
Pro e Contro
Due titoli imperdibili
Trama e atmosfera al top per il personaggio
Gameplay solido e ricco di sfacettature
Tante cose da fare
Lavoro di rimasterizzazione ottimo

x Manca Batman: Arkham Origins
x Qualche problema di natura tecnica

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