Recensione Atelier Ayesha Plus: The Alchemist of Dusk

Se c’è una software house che ha preso a cuore la sorte di PS Vita è sicuramente Koei Tecmo, che grazie alle sue produzioni multipiattaforma riesce ad offrire una buona offerta fra musou, hunting game e JRPG. Proprio quest’ultimo caso è quello che ci interessa oggi, con il ritorno su console portatili di Atelier Ayesha: The Alchemist of Dusk, primo capitolo della trilogia “Dusk” che si concluderà a Marzo (qua da noi in Europa) e che in questa nuova edizione si arricchisce del suffisso Plus aggiungendo al titolo originale qualche nuova piccola novità. Scopriamo insieme Atelier Ayesha Plus: The Alchemist of Dusk.

O Sister, Where Art Thou?
Ayesha dovrà intraprendere una ricerca che la porterà ad imparare i segreti dell’alchimia
La storia di Atelier Ayesha Plus è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all’originale. Ayesha è una giovane farmacista che vive in solitudine dopo la morte dell’amato nonno e dalla misteriosa scomparsa della sorella avvenuta tre anni prima. Una vita dura quella della povera Ayesha, che ha dovuto farsi coraggio e contare solamente sulle proprie forze. Logorata ancora dalla mancanza di Nio, sua sorella, Ayesha ritrova la speranza di scoprire cosa le è successo quando, visitando la sua tomba, quest’ultima le appare davanti. Ma non è il solo incontro che Ayesha farà all’interno delle rovine dove Nio è sparita. Qua, la giovane, verrà avvicinata da un losco figuro, Keithgriff Hazeldine (che in futuro si scoprirà essere un potente alchimista), che la indirizzerà verso le risposte che cerca: Ayesha dovrà intraprendere una ricerca che la porterà ad imparare i segreti dell’alchimia per svelare il mistero che avvolge la scomparsa di Nio e, possibilmente, salvarla.
Inizia così il viaggio itinerante di Ayesha che in men che non si dica si troverà a girovagare per il regno di Dusk accompagnata dalla sua fida mucca Pana in una corsa contro il tempo che la condurrà alla verità su Nio. Ma non sarà sola in questa avventura, e saranno molti i compagni di viaggio che si uniranno a noi per aiutarci nella nostra missione, allentando così la tensione e rendendo tutto molto più piacevole.

Time After Time
Atelier Ayesha vede protagonista del gioco lo scorrere del tempo
Atelier Ayesha, come i precedenti capitoli della serie di Gust, vede protagonista del gioco lo scorrere del tempo. In questo rinnovato capitolo però, contrariamente al passato la costante del tempo appare più diluita e meno pressante di quello che già conoscevamo. Avremo tre anni per salvare Nio, e in questo lasso di tempo dovremo barcamenarci fra la quest principale e le varie missioni secondari. Ogni azione che andremo a compiere nel gioco richiederà un quantitativo specifico di giorni, che faranno aumentare il calendario del gioco avvicinandoci sempre più alla deadline. Dagli spostamenti sulla mappa, al crafting, passando per gli esperimenti con il calderone ogni azione ci porterà via del tempo prezioso. Questo ci costringe a dosare attentamente i giorni a nostra disposizione, stando sempre attenti alle varie scadenze delle richieste, che saranno sempre ben indicate nel giornale di viaggio a nostra disposizione e raggiungibile attraverso il menù di gioco. Non mancheranno anche eventi legati all’alternarsi delle stagioni, come il Treasure Trove Contest, gare a chi offre l’oggetto più raro ed interessante o il Bazar che si terrà fra le strade di Vierzeberg, la città dove ci andremo a stabilire e nel quale comprare gli strumenti più difficili da trovare. Tutta la narrazione verrà raccontata tramite cut-scene dove i protagonisti interagiranno tra loro, con lunghi dialoghi, molto spesso fini a se stessi. Ogni qualvolta ci sarà un particolare evento, sulla mappa apparirà un punto esclamativo, ad indicarne appunto l’inizio. Anche la durata del gioco in se si esaurisce velocemente, consentendoci di completare il gioco in un arco di ore compreso fra le 20 e le 25. Un tempo tutto sommato accettabile, considerando poi i contenuti post-game e la possibilità di accedere al New Game+, magari con l’intento di assistere a tutti i finali del gioco.
L’aspetto alchemico invece resta quindi legato a doppio filo con il crafting. Per proseguire nell’avventura sarà necessario portare a termine numerose richieste, per fare ciò però dovremo trovare le materie prime per realizzare i vari oggetti necessari per soddisfare i nostri “clienti”. L’esplorazione dei dungeon sarà fondamentale per racimolare tutti gli ingredienti che ci serviranno e che saranno ben identificabili negli appositi punti di raccolta. Una volta tornati alla base, sarà possibile utilizzare quanto collezionato seguendo le ricette in nostro possesso per dare vita a nuovi oggetti e portare a compimento la quest.

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The Alchemy Between Us
La creazione di oggetti tramite l’alchimia è più profonda di quanto possa sembrare
La creazione di oggetti tramite l’alchimia è più profonda di quanto possa sembrare, e in questo capitolo, si arricchisce di nuove regole che verranno spiegate man mano progrediremo nel gioco. Tutto questo ci porterà alla creazione di item dai vari effetti. Ad esempio l’impiego di un ingrediente rispetto ad un altro influirà nel risultato finale, nella resa qualitativa e nelle statistiche, che a seconda di quello che verrà usato nel calderone, o invertendo l’ordine di utilizzo permetterà di infondere effetti secondari. Tutto questo sistema è inoltre vincolato al livello alchemico di Ayesha. Più tempo passeremo sintetizzare, più il nostro livello crescerà, con la possibilità di sbloccare nuove abilità passive che potremo impiegare in questa fase e che aggiungeranno nuove variabili al processo creativo.
Completando le quest, poi, verremo ricompensati non solo con del “semplice” denaro, che ci servirà per finanziare la nostra missione, comprando nuovi equipaggiamenti o i libri che ci insegneranno nuove ricette alchemiche, ma anche i Memory Point (ottenibili anche interagendo con i vari NPC, utilizzando il calderone o al verificarsi di certe condizioni), che potranno essere spesi nel diario di Ayesha per sbloccare le sue memorie di viaggio. Oltre ad ottenere nuovi dettagli della storia, sarà possibile sbloccare alcune abilità extra. Sempre a proposito di contenuti extra, Atelier Ayesha Plus contiene una serie di obiettivi e sfide interni al gioco, che se portati a compimento permetteranno di accedere a nuovi contenuti relativi ai personaggi, alle illustrazioni e a tutta la componente audio/video. Un motivo in più per impegnarsi durante il nostro lavoro di alchimista.
Ma non sarebbe un JRPG degno di questo nome senza una componente ruolistica marcata e ben definita. La serie non ha mai brillato da questo punto di vista relegando l’elemento combattivo a semplice contorno. Atelier Ayesha Plus, pur non distaccandosi troppo da questa tendenza cerca di mitigare le cose con un combat system che radica la sua natura nella classicità del genere. Gli scontri avvengono a turni, gestiti da una timeline che alterna il nostro party agli attacchi nemici. Durante la nostra fase di attacco potremo decidere quale azione compiere, se attaccare od utilizzare un’abilità o un oggetto, funzione esclusiva della sola Ayesha, o addirittura cambiare posizione in campo per diversificare gli attacchi. Ma non solo, sarà possibile sfruttare al meglio il nostro party utilizzando l’Active Command, un’azione combinata che vede due dei compagni del gruppo (formato da tre membri) collaborare in un attacco congiunto. Basterà premere Triangolo, per eseguire un attacco frontale, o Quadrato, per aggirare il nemico attaccandolo alle spalle, dopo aver impostato l’azione di gioco. Salendo di livello, con l’esperienza ottenuta sconfiggendo i vari nemici presenti nei dungeon, si sbloccheranno anche le Super Move, che come si evince dal nome sono potenti mosse speciali che si renderanno disponibili riempiendo l’apposita barra durante le battaglie.

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Questa versione “Plus” di Atelier Ayesha aggiunge al gioco originale diversi contenuti, rilasciati precedentemente sottoforma di DLC. Fra le novità troviamo costumi alternativi ed accessori, dungeon e personaggi giocabili (Marion e Odelia), un nuovo livello di difficoltà e alcuni potenti nemici provenienti da Atelier Escha & Logy
The Alchemist of frame-rate
troviamo un porting con numerosi problemi legati al frame frate
Ma veniamo ora alle note dolenti di Atelier Ayesha Plus. Come per Atelier Rorona Plus: The Alchemist Of Arland, anche qua troviamo un porting con numerosi problemi legati al frame frate, che in molte occasioni infastidisce, in particolar modo durante alcune transizioni dai filmati alle sezioni in game, dove l’engine del gioco ha un crollo nelle prestazioni, con cali e un vistoso ritardo nel caricare alcuni elementi della scena, in particolar modo gli NPC. Al di la di questa problematica con la quale toccherà convivere, il gioco si ripresenta in maniera del tutto analoga rispetto all’originale, con i dovuti ridimensionamenti grafici imposti dal cambio d’hardware. Piacevole sotto l’aspetto grafico, grazie ad un cambio netto nella direzione artistica e al passaggio del character design, ora ad opera dell’illustratrice giapponese Hidari, nota ai più per le sue light novel. Buoni i modelli dei personaggi, meno convincenti invece i dungeon e i nemici. I primi sebbene più aperti e articolati rispetto al passato soffrono (salvo qualche eccezione) di una piattezza generale nella realizzazione, mentre i secondi invece vengono abusati e ripetuti, con un semplice reskin dei pochi modelli disponibili. In generale però il cell-shading aiuta a mascherare la pochezza grafica del titolo, riuscendo anzi a risultane ancora più gradevole di quello che non è in realtà. Anche musicalmente il titolo Gust offre un’ampia raccolta di brani che ci accompagneranno per tutta la durata del gioco, e che sottolineeranno i vari “stati emotivi” che andremo a vivere con Ayesha. La soundtrack spazia molto, sia come generi che a livello emozionale, fra tracce strumentali e splendidi brani cantati, fra i quali spiccano personalità come Ynagi Nagi. Troviamo inoltre la presenza del doppiaggio giapponese originale, che può essere sostituito a quello inglese, che giù dalla sua prima uscita non aveva proprio convinto. L’adattamento di Atelier Ayesha Plus è disponibile invece nella sola lingua inglese, che però non deve spaventare i meno pratici con le lingue. Sia per gli argomenti trattati, che la qualità dei dialoghi Atelyer Ayesha risulta sempre ben comprensibile, senza troppe complicazioni.

Verdetto
7 / 10
E' finito lo stronzio!
Commento
Da una parte non possiamo che complimentarci con Koei Tecmo per l'attenzione che riversa nella sua fanbase e verso i possessori di PS Vita. Dall'altra però è impossibile non lamentarci dei problemi che il gioco ha sul piano tecnico, che sebbene non influiscano in maniera così predominante, risultano alla lunga fastidiosi. Inoltre sul lato dei contenuti questa riproposizione di un titolo abbastanza recente non offre i giusti stimoli per invogliare chi già si è addentrato nelle lande di Dusk in compagnia di Ayesha. D'altro canto Atelier Ayesha Plus rappresenta un ottimo titolo da cui partire se siete nuovi del genere, un capitolo piacevole, divertente ed accessibile anche a chi solitamente scarta questi titoli a priori. E chiudiamo con una domanda. Noi apprezziamo molto il lavoro di Koei Tecmo, ma ci chiediamo, non sarebbe meglio concentrarsi su un capitolo nuovo, magari studiato avendo in mente PS Vita e le sue qualità?
Pro e Contro
Capitolo adatto ai neofiti del genere
Artwork e direzione artistica gradevole
Sistema di sintesi alchemica funzionale

x Dinamiche JRPG ancora troppo blande
x Frame rate disastroso

#LiveTheRebellion