Recensione Astro’s Playroom: il primo gioco per Dualsense

La Next-Gen è finalmente realtà, nonostante il lancio non irresistibile di Ps5 e Series X. La pandemia ha colpito duro le aziende, riducendo apparentemente le scorte delle nuove console al lancio e, soprattutto, ritardando lo sviluppo di molti titoli di lancio. Capisco chi non si è fidato, capisco chi ha deciso di posticipare l’acquisto di una console in attesa della vera next-gen. Capisco anche chi ha storto il naso di fronte al fatto che la punta di diamante del lancio di PS5 fosse il remake Demon’s Souls e non una nuova IP. Il fatto è che Sony non ha voluto investire abbastanza nella comunicazione di quello che, al momento, è il primo e unico titolo veramente Next-Gen su tutto il mercato. Parlo di Astro’s Playroom, incluso gratuitamente in ogni unità venduta di Playstation 5 e che giustifica ampiamente l’acquisto di una nuova console al lancio e di quella meraviglia che è Dualsense.

Astro’s Playroom è un salto nel futuro

Astro’s Playroom non è una banale tech demo. È contemporaneamente una finestra sul futuro di Playstation, un manuale interattivo della nuova console e una celebrazione della storia delle console Sony. Un platform 3D che pesca a piene mani da Super Mario (a volte in maniera quasi sfacciata) per poter raccontare tutte le novità di questa nona generazione a cui è affidato il compito di sbalordire i nuovi arrivati con tutti gli assi nella manica preparati da Sony per affrontare i prossimi anni di gaming casalingo. E, credetemi, ci riesce. Con Astro’s Playroom Sony ha cambiato definitivamente il concetto stesso di tech demo. Basta con i video che illustrano passivamente le feature, ora le tech demo vanno giocate sul serio.

Astro’s Playroom poteva essere un novello The Bouncer, un titolo di lancio venduto a prezzo pieno nonostante offrisse contenuti limitatissimi. È invece un punto di riferimento per l’intera industria oltre che faro della generazione che verrà. Team ASOBI ha cucito la next gen addosso ad Astro’s Playroom come un sarto dalle mani fatate, andando ad enfatizzare ogni novità e costruendo l’esperienza di gioco attorno ad ognuna di esse. Oltre ad essere un titolo per PS5, Astro’s Playroom è un titolo per Dualsense. Il nuovo controller Sony è infatti centrale nel design e nell’esperienza pensata da ASOBI.

La Next-Gen da toccare

Astro’s Playroom si apre con una dimostrazione pratica delle funzionalità di Dualsense. Vengono attivati in sequenza il feedback aptico, il sensore di movimento, il microfono integrato e i nuovi trigger dorsali adattivi. Un bello showcase delle novità del controller di PS5 e, all’apparenza, poco altro. Nel momento in cui però si accede al mondo di gioco si impatta con forza con quella che è l’idea di next-gen di Sony. Prendiamo il controllo di Astrobot e Astrobot prende letteralmente vita. Il feedback aptico rende percepibili le differenze tra le superfici su cui camminiamo. Camminare sul vetro è incredibile. Il tintinnio dei passi di Astro sulle superfici in vetro si alterna al feedback tipico delle superfici in metallo. Non è realistico, è reale, ed è una cosa mai vista o provata prima d’ora.

Astro's Playroom Dualsense
Piccola chicca: i fili d’erba sono cavi a nastro scollegati che ondeggiano al vento
I quattro livelli tematici di Astro’s Playroom offrono spunti diversi sulle potenzialità della nuova generazione. In uno di essi ho pilotato una piccola astronave con l’aiuto dei grilletti adattivi, in un altro ho scalato dei muri grazie al sensore di movimento, in un altro ancora sono stato immobile a godermi la pioggia picchiettare sull’ombrello di Astro immaginando cosa sarebbe stato Death Stranding con il supporto di una periferica come Dualsense, perfettamente in grado di restituire il feeling di ogni piccola goccia d’acqua in punti differenti delle mani. E che dire della sensazione dei fili d’erba alta che strusciano sul corpicino di Astro nei livelli dove la vegetazione è particolarmente rigogliosa? Provare per credere, anche perché a parole è difficile spiegare come e quanto cambi l’esperienza di gioco.

Un museo interattivo sulla storia di Playstation

Astro’s Playroom è una festa per gli occhi e per le mani, merito di un comparto artistico ispiratissimo e alle magie di Dualsense. Ma l’esperienza non finisce qui, tutt’altro. Astro’s Playroom è anche una celebrazione della storia di Playstation e delle quattro generazioni di console che hanno preceduto quella attuale. Quello confezionato da Team ASOBI è un tributo alla storia del marchio e alle IP che l’hanno reso grande nei 26 anni passati dal lancio di Playstation sul mercato. La cura messa nella costruzione dei livelli tematici è sbalorditiva, e trovarsi di fronte ai giochi e le periferiche di ogni generazione di Playstation è a dir poco emozionante. Ho avuto i brividi di fronte alla schermata d’accensione di PS2 o al primo Dualshock. L’amore che trasuda ogni citazione verso le IP di Playstation è semplicemente commovente.

Da Silent Hill 2 a Final Fantasy VII, passando per titoli molto meno celebrati come Vib Ribbon, Tearaway o Puppeteer (che inizialmente ho scambiato per Clock Tower rischiando una sincope), Astro’s Playroom non lascia indietro nessuno. Le citazioni sono così tante che è anche difficile riconoscerle tutte al primo colpo. ASOBI, però, non si è fermata ai soli videogiochi. In quello che è a tutti gli effetti il museo interattivo di Playstation chiamato Playstation Labo, ASOBI ha incluso anche periferiche sfrotunate come Pocketstation e addirittura i loghi scartati della prima console. La cura e l’amore dietro a questa operazione nostalgia lasciano davvero senza parole.

Poi arriva Ritorno al 1994, dove si consuma una delle bosssfight più emozionanti di sempre

Te lo ricordi Dino? Dino era la prima tech demo inclusa in Demo1, la prima delle storiche raccolte di demo per Playstation. All’epoca la conta poligonale del modello era una cosa mai vista prima e contribuì a rendere famosa Playstation tra addetti ai lavori ad appassionati nel mondo.Astro's Playroom Dualsense

L’ultimo livello “segreto” di Astro’s Playroom riprende il citazionismo sparpagliato in giro per i mondi di gioco e lo trasforma in linguaggio ludico. All’ingresso mi sono trovato di fronte ad una PS1 collegata ad un vecchio CRT in una stanza buia. Nel lettore c’è il glorioso disco Demo1. Basta saltare sul tasto d’accensione e lo sportello si chiude, sullo schermo appare la storica schermata d’accensione di PS1 e compare una scala nel vuoto. Ogni gradino è una Memory Card che ci invita letteralmente a scalare la nostra memoria riportandoci dove tutto è cominciato. Al termine di quella scala ci aspetta il boss finale di Astro’s Playroom. È Dino, il T-Rex nato come Tech Demo per la prima Playstation e diventato in seguito icona della console Sony.

Sono passati 26 anni dalla sua prima apparizione. Io sono nato solo un anno più tardi, e ho acceso Playstation per la prima volta che di anni ne avevo quattro. Eppure di fronte alla schermata di Astro’s Playroom che si restringe per tornare momentaneamente ai 4:3 di un’epoca finita da quasi due decenni non ho potuto non fermarmi a pensare a tutto quello che è successo in questi 26 anni. Sono cambiati i videogiochi e sono cambiato io, ma il mio amore non è cambiato di una virgola. I poligoni di Dino ad oggi sembrano pochissimi e io ho qualche capello bianco, unici metri per misurare realmente il tempo passato assieme.

26 anni d’amore e innovazione

L’ultima chicca di ASOBI è una battaglia contro Dino in 4:3 e con un numero di poligoni a schermo sensibilmente inferiore a quanto siamo abituati, ed è una delle dichiarazioni d’amore per Playstation più sincere e potenti che si possano immaginare. Astro’s Playroom ci mette di fronte alla storia e ce la fa sentire tra le mani grazie a Dualsense. Ve lo assicuro, è un’esperienza incredibile a cui non dovrebbe rinunciare nessuno.

A questo si aggiunge poi la raccolta in giro per le mappe di collezionabili da trasferire all’interno del Playstatio Labo. Qui è possibile interagire con una gashapon per ottenere artefatti e i pezzi del puzzle/murales che circonda il laboratorio. Simpaticissima anche l’idea di poter interagire con gli artefatti esposti in PS Labo. Astro’s Playroom è quindi sia celebrazione che museo di Playstation, oltre che bugiardino della next-gen e di Dualsense. Sono passati 26 anni dalla prima volta in cui abbiamo acceso una Playstation, e ripercorrerli pad alla mano in questo modo è forse l’approccio migliore verso ciò che ci attende in questa nona generazione di console.

Astro’s Playroom è il migliore degli antipasti possibili

Astro’s Playroom aveva un compito preciso: preparare la strada alla nuova generazione. Ci è riuscito? Eccome. Staccarsi da Dualsense diventa complicato, è una frontiera che una volta conquistata rende quasi obsoleto qualsiasi cosa sia venuta prima. Anche lo stesso Demon’s Souls, per quanto meraviglioso sia a livello estetico, sembra un po’ più vecchio di Astro’s Playroom, soprattutto perché a mancare è quel tipo di implementazione delle feature di Dualsense.

Che Astro’s Playroom sia l’inizio di qualcosa di grande e che possa raccogliere la pesante eredità di queste ultime quattro generazioni. Nel frattempo abbiamo già modo di farci venire l’acquolina in bocca. Le premesse sono esaltanti.

Buona vera next gen a tutti.

Verdetto
9.5 / 10
Prendere in prestito da Super Mario per raccontare PS5 sembra un paradosso, ma ASOBI ci è riuscita davvero.
Commento
Astro's Playroom è tante cose: museo interattivo, foglio illustrativo di Playstation 5 e celebrazione assoluta delle potenzialità di Dualsense. Riuscire a percepire la consistenza dei materiali su cui si mettono i piedi o il dolce scrosciare della pioggia sull'ombrello di Astrobot fa parte di quella che sembra essere l'idea di next-gen di Sony: l'immersione completa nel mondo di gioco. Meraviglioso nella dolcezza con cui racconta 26 anni di Playstation, ispiratissimo nella creazione dei mondi di gioco tematici, divertentissimo nella sua continua ricerca di chicche ed easter eggs. Astro's Playroom è, ad oggi, la più grande esperienza Next-Gen presente sul mercato, ed è gratis all'interno di ogni unità di PS5 venduta. Da non perdere, proprio perché una volta messe le mani su Dualsense è difficilissimo tornare indietro. Non una "banale tech demo" ma uno dei motivi principali per cui spendere i soldi e portarsi a casa una PS5.
Pro e Contro
L'implementazione di Dualsense
La celebrazione di 26 anni di Playstation
Prima e unica esperienza Next-Gen sul mercato

x Staccarcisi è veramente difficile

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