Recensione Apex Construct

Fortunatamente Sony sta continuando a supportare PlayStation VR di mese in mese, dando così modo ai possessori del visore di giocare a piccole perle come Apex Construct.

Quando si parla di titoli per la realtà virtuale, il fattore “immedesimazione” è inevitabile che venga analizzato, per quanto presenti delle caratteristiche innegabilmente soggettive. Esistono, inoltre, due tipi d’immedesimazione: uno è quello emotivo, con il quale bisogna valutare quanto e come un dato titolo faccia vivere al giocatore una storia nei panni di un personaggio virtuale, mentre l’altro è quello ludico, nel quale ci si deve discostare dal comparto narrativo per focalizzarci sull’impianto ludico e su come esso ci faccia sentire immersi in un mondo digitale. Possono sembrare aspetti molto simili tra loro, ma in verità si tratta di elementi estremamente diversi, che vanno a definire la qualità generale di un prodotto per VR. Esistono, infatti, titoli come The Inpatient che possiedono marcatamente il primo tipo d’immedesimazione e altri, come Raw Data, che fanno del secondo genere il loro punto di forza, ma solamente le opere che riescono a ibridare entrambe le tipologie sono quelle che vengono ricordate come “ottimi prodotti” (Resident Evil 7). Il team svedese di Fast Travel Games prova rientrare in quest’ultima categoria con il suo Apex Contruct, ma sarà riuscito nella difficile impresa?

E voi quale tipo d'immedesimazione preferite? Quella narrativa o quella ludica?

Skynet, sei tu?!
Apex Construct vuole  fondere il comparto narrativo con quello ludico, dando così vita a un’esperienza di realtà virtuale completa
Come anticipato nel paragrafo di apertura, Apex Construct vuole essere un titolo capace di fondere sia il comparto narrativo con quello ludico, dando così vita a un’esperienza di realtà virtuale completa. La trama ci vede risvegliarsi in un mondo che non riusciamo a riconoscere e, guidati da un’intelligenza artificiale di nome Fathr che sembra intenzionata a fare di tutto pur di aiutarci, dovremo scoprire cosa è successo al mondo e fronteggiare Mathr, un’altra IA dagli obiettivi molto più drastici rispetto al nostro alleato. Senza approfondire troppo la trama per evitare di rovinarvi un paio di colpi di scena interessanti, possiamo ammettere di esserci trovati coinvolti nella narrazione e, per quanto uno dei due colpi di scena si sia dimostrato eccessivamente prevedibile, siamo riusciti ad emozionarci più volte nel corso del nostro viaggio. Peccato, però, che durante tutta l’avventura abbiamo spesso provato una sensazione di già visto che non ci ha lasciati fino alla fine del gioco. Fine del gioco che, inaspettatamente, arriva dopo circa sette ore con indosso il visore, garantendo così ad Apex Construct una longevità più che sufficiente, soprattutto vista la sua natura di titolo per la realtà virtuale. Ad aumentare ulteriormente le ore di gioco nel mondo creato dai ragazzi di Fast Travel Games ci pensano poi i segreti e i collezionabili che potremo raccogliere nei vari livelli di gioco e che, oltre a contribuire alla lore del titolo, sono presenti anche come trofei da esporre all’interno dell’area iniziale che fa da hub tra una missione e l’altra.

Armati di arco e frecce si fa di tutto
L’elemento principale di gameplay di Apex Construct non sono le sparatorie, ma l’esplorazione delle varie aree di gioco
Per quanto si possa pensare che Apex Construct sia un titolo dalla forte componente action, bisogna ammettere che la sua caratteristica principale è in verità l’esplorazione delle varie aree di gioco. Una volta intrapreso uno dei livelli dall’hub centrale, infatti, sarà possibile esplorarlo a fondo per trovare indizi sul passato del mondo e per proseguire con la trama pensata dagli sviluppatori. Ovviamente saranno presenti dei nemici, ma il combattimento con essi non occupa certo la maggior parte del tempo che passerete all’interno di questo mondo virtuale. Dovrete, piuttosto, accedere ai vari computer per sbloccare nuove aree, risolvendo semplici puzzle ambientali che vi costringeranno a mettere mano a tastiere digitali per utilizzare un linguaggio DOS molto basilare. Proprio il suddetto utilizzo della tastiera, purtroppo, risulta essere uno dei punti più deboli della produzione, in quanto sarà necessario utilizzare i PlayStation Move (unico tipo di controller utilizzabile) come fossero gli indici delle nostre mani per tamburellare lentamente sulle varie lettere come la peggior bibliotecaria di provincia, ben lontana dalla tecnologia “moderna”. Anche il sistema di movimento risulta essere spesso macchinoso, con il classico sistema che ci permette di muoverci di una data angolazione all’interno del mondo di gioco. Peccato, però, che gran parte delle volte l’imput non venga preso, obbligando il giocatore a muoversi ad angoli di 180° e danneggiando considerevolmente l’immedesimazione. Anche il sistema a teletrasporto presenta qualche problematica, facendo finire spesso il giocatore in angoli oscuri e costringendolo a fare marcia indietro per tornare a vedere attorno a sé. Impeccabile invece è la gestione dell’arco e delle altre armi del gioco, in grado di dare un’immedesimazione quasi totale grazie alla resa dinamica dei vari scontri “a fuoco” . Per difenderci dagli assalti nemici basterà invece premere un solo tasto, attivando così lo scudo presente sul nostro arco e parando il colpo dei nostri avversari (solamente fino a quando non consumeremo la relativa barra di energia). Molto interessante anche l’hub di gioco, utilizzabile per potenziare il nostro equipaggiamento, per leggere i documenti trovati nel corso dell’avventura e per posizionare una determinata serie di gadget sui nostri scaffali per farne bella mostra.

Graficamente bello e brutto allo stesso tempo
Tecnicamente Apex Construct è un ottimo titolo, ma ammettiamo di aver trovato il design generale molto scialbo
Da un punto di vista tecnico, Apex Construct presenta modelli poligonali perfettamente realizzati e un mondo di gioco nitido come raramente si è visto in un titolo per PlayStation VR. Peccato non si possa dire la stessa cosa, però, del comparto artistico, che non solo risulta essere estremamente banale, ma che proprio nei momenti più forti emotivamente (lo scontro finale, per esempio) abbassa di molto l’interesse del giocatore con un design dei nemici non all’altezza delle aspettative. Più che sufficiente il comparto sonoro, che vanta musiche perfette in ogni momento (seppur non memorabili) e un doppiaggio in inglese perlopiù discreto. Evidenziamo come, per i non anglofoni, non siano presenti i sottotitoli nella nostra lingua, rendendo alcune sequenze, caratterizzate da un lessico non proprio banale, di difficile comprensione per i non pratici della lingua della regina. Nel corso della nostra prova, fortunatamente, non abbiamo constatato problemi tecnici di alcun tipo, cosa che ci ha permesso di completare l’avventura senza alcun fastidio, motion sickness compreso.

Verdetto
7.5 / 10
Turok con i robot
Commento
Apex Construct riesce nell'intento prefisso da Fast Travel Games, ovvero quello di realizzare un titolo che riesca a ibridare alla perfezione l'immedesimazione narrativa con quella ludica, per la creazione di un prodotto che possa dirsi completo sotto tutti i punti di vista. Peccato, però, che qualche problema tecnico legato al movimento del nostro personaggio e un comparti artistico molto spoglio e privo di concept interessanti vadano a minare l'intera produzione, non permettendogli di arrivare al livello del mai troppo elogiato Resident Evil 7. Siamo comunque certi che la software house svedese sia assolutamente da tenere d'occhio per le produzioni future, in quanto hanno dimostrato di aver compreso alla perfezione il "lessico" dei videogames in realtà virtuale. Per il resto non possiamo che consigliare questo titolo a tutti coloro che sono alla ricerca di un'avventura equilibrata e dal sapore fantascientifico, soprattutto se intenzionati a tornare a indossare PlayStation VR dopo un periodo non particolarmente pieno di opere interessanti.
Pro e Contro
Narrativamente interessante
Combattimenti riusciti alla perfezione
Tecnicamente solido

x Sistema di movimento non privo di magagne
x Comparto artistico povero

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