Era l’ormai lontano 2009 quando
Matt Nava lavorava alla direzione artistica di
Flower (
e successivamente, nel 2012, Journey), un titolo a dir poco unico nel suo genere che tentò di avvicinare il più possibile il mondo videoludico al concetto primo di “Arte”. Non senza un certo successo: tra gli splendidi colori della natura in
Flower e le evocative ambientazioni orientali nel successivo
Journey, infatti,
ThatGameCompany era riuscita efficacemente a far chiudere un occhio (
e anche l’altro) sulla scarsa incisività del lato gameplay, lanciando sul mercato due prodotti dall’impatto artistico già considerevole per i tempi. Dopo aver fondato
Giant Squid Studios, però, il buon Nava deve aver pensato che era ora di spostare l’attenzione sulla meravigliosa varietà dei fondali marini: lo scorso 2 Agosto, il neonato studio di sviluppo ha pubblicato
ABZÛ a livello mondiale, rendendolo disponibile per il download su
Steam e
PlayStation 4.
Versione testata: PC
Safari subacqueo
Un mondo avvolto in un alone di mistero
Come di consueto nelle opere con il tipico marchio di fabbrica di Matt Nava,
il giocatore non riceverà alcun tipo di premessa per comprendere la storia o il rapporto del protagonista con essa; subito dopo aver selezionato “Nuova partita”, chi impugna il controller / la tastiera sarà immerso (
letteralmente) nello stupefacente mondo di gioco di
ABZÛ, un mondo fatto di creature marine e colori accoglienti che pulsano vita da ogni angolo delle splendide ambientazioni ideate dal team di sviluppo. Tutto è avvolto in uno strano alone di mistero: un luogo non-luogo che sembra al limite tra il fisico e il metafisico, tra il reale e l’onirico, in cui giochi di luce e meraviglie della natura giocano una continua partita a chi riesce a risaltare di più sullo schermo. Inutile dire che, nel complesso, ogni elemento dialoga perfettamente con gli altri, inscrivendosi in un contesto che funziona proprio nella sua grandiosa e poetica complessità.
Un alone di mistero che circonda anche il protagonista stesso: è un sub? Una qualche creatura marina antropomorfa? O forse qualcosa di totalmente diverso? Non ci è dato saperlo; tutto quello che sappiamo è che dobbiamo andare avanti, esplorare quegli splendidi fondali e quelle costruzioni rocciose sottomarine ricche di elementi naturali, in quella che si rivelerà essere una nobile e criptica crociata in onore della vita stessa.
“Zitto e nuota, nuota e nuota…”
Non di rado vi ritroverete a muovere il personaggio solo per ammirarne le animazioni
La misteriosa creatura anfibia potrà fare affidamento su un paio di pinne per spostarsi più rapidamente attraverso i fondali, che si consumeranno ogni volta che il giocatore eseguirà uno scatto troppo lungo; esse ricresceranno però automaticamente nel giro di qualche secondo, come se fossero parte del corpo della creatura stessa. Ed è direttamente nel nuoto e nelle fasi sott’acqua (
sostanzialmente il 99% del gioco), infatti, che si nota già la cura magistrale nelle animazioni del personaggio: tra giravolte, scatti e movimenti incredibilmente aggraziati,
la strana creatura antropomorfa si muove con indicibile eleganza in qualunque situazione, nuotando come se l’acqua fosse effettivamente il suo elemento naturale. Non di rado vi ritroverete a far spostare semplicemente il personaggio da una zona all’altra della mappa di gioco, anche solo per ammirare i suoi movimenti e per rilassare l’occhio con le splendide animazioni ideate dagli sviluppatori.
“Soffro di perdita di memoria a breve termine!”
Ne consegue che
ABZÛ è, come consigliato dallo stesso team di sviluppo,
un’esperienza che funziona decisamente meglio con un controller in mano, piuttosto che con una tastiera. La fluidità della levetta analogica è impareggiabile, in un caso simile, e non c’è dubbio che il titolo di Giant Squid Studio abbia parecchio da guadagnare anche soltanto dalla semplice scelta della periferica con cui essere giocato. Nell’ultima mezz’ora circa di gioco, inoltre, le cose prenderanno una piega leggermente “inaspettata”, e ci saranno un paio di casi in cui il protagonista sarà costretto a uscire dall’acqua per qualche breve istante, portando un maggiore senso di varietà alla formula di gioco che, fino ad allora, poteva essersi rivelata leggermente ripetitiva.
Una splendida melodia
ABZÛ non va rinchiuso in canoni di giudizio “classici”
È tuttavia pericoloso cercare di rinchiudere un titolo come
ABZÛ all’interno di canoni di giudizio “classici”, così come lo sarebbe stato nel caso di
Flower e di
Journey. Anche qui, infatti, la piccola perla dei Giant Squid Studio si rivela tremendamente debole sul lato gameplay, con una struttura “a sezioni” (
tratta direttamente da Journey) da superare semplicemente risolvendo una serie di “enigmi” e puzzle, tanto facili da oltrepassare quanto banali e ripetitivi nel corso di tutta l’esperienza di gioco. Lo stesso si può dire del tasso di sfida del tutto inesistente (
che, seppur in minima parte, era comunque possibile da trovare in Journey): non esiste un modo per morire, in
ABZÛ, per quanto non siano assenti diversi ostacoli (
come le mine acquatiche) che potrebbero sembrare tremendamente mortali a una prima occhiata. Inoltre, contrariamente a quanto si possa pensare per intuito, non ci sarà nessuna creatura del mare in grado di arrecarci danno: il misterioso sub dialoga in estrema tranquillità con tutti i pesci, dai banali merluzzi ai più temibili squali, senza subire alcun tipo di rappresaglia da parte loro.
Il titolo di Giant Squid Studio è una melodia che esplode sul finale
Ne consegue che
ABZÛ è sicuramente ben lontano dall’essere un semplice “gioco” da “affrontare” dall’inizio alla fine, magari superando sfide mortali e mettendo alla prova le proprie capacità di sopravvivenza;
ABZÛ è più un titolo che va “vissuto” e “ammirato”, un viaggio che va gustato fino in fondo con la mente e il corpo. Non a caso, la colonna sonora (
anch’essa da togliere il fiato, firmata Austin Wintory) non abbandonerà mai il giocatore nel corso di tutta l’esperienza di gioco, accompagnando i momenti chiave della trama e le sezioni di semplice esplorazione in maniera a dir poco magistrale;
ABZÛ è una melodia, un crescendo di emozioni e sensazioni che esplode sul finale e lascia il giocatore a bocca aperta, grazie a un incredibile dialogo tra suoni e arte visiva in un’armonia quasi poetica tra i due elementi.
Virtuosismo Ludico
Non c’è dubbio che il medium videoludico sia cambiato parecchio, negli ultimi anni,
forse proprio grazie al contributo indiretto di titoli come ABZÛ. Non è raro vedere giochi del genere sul mercato, ormai, ed è innegabile che il “palato” di una larga fetta di videogiocatori stia ormai iniziando a mutare sempre più col passare del tempo, imparando ad apprezzare anche titoli come l’ultima fatica di Giant Squid Studio. Ciò nonostante, non è possibile ignorare il fatto che
ABZÛ non è un titolo adatto a tutti: l’assenza di un vero e proprio tasso di sfida e il comparto gameplay ridotto all’osso sono solo un paio dei tanti aspetti che fanno di
ABZÛ un “gioco non-gioco”, un’esperienza visiva e sensoriale prima ancora che ludica, e dunque un titolo che, a conti fatti, potrebbe lasciare scontento più di un acquirente.
ABZÛ non è un videogioco convenzionale
E, tuttavia, è doveroso far notare che
ABZÛ funziona proprio perché è ben lontano dall’essere un semplice videogioco convenzionale, nonostante sia tutt’altro che perfetto anche in quel caso. Chiudendo un occhio sul prezzo decisamente troppo alto per la durata del gioco (
€19,99 su entrambe le piattaforme, per circa 2-3 ore di gioco complessive), però, il titolo di Giant Squid Studio è una vera gioia per gli occhi e per le orecchie, un’esperienza che difficilmente dimenticherete nel corso della vostra vita di videogiocatori e che chiunque,
casual o
hardcore, meriterebbe di vivere almeno una volta dall’inizio alla fine.
NB: La versione PC del gioco è consigliata soltanto se siete in possesso di una macchina piuttosto potente: nel corso delle nostre sessioni di prova, il titolo di Giant Squid Studio si è rivelato estremamente pesante per una macchina di fascia medio-alta, risultando in continui
crash del motore grafico e in una performance complessivamente al di sotto della mediocrità. Traspare, inoltre, la sensazione che il
porting sia stato effettuato senza tener troppo in considerazione la piattaforma di riferimento: non sarà possibile cambiare opzioni grafiche all’interno del gioco senza riavviare l’applicazione, e i lunghi caricamenti iniziali fanno sì che un tale procedimento risulti decisamente tedioso per un utente PC medio. Nel complesso, quindi, ove possibile, è decisamente consigliato puntare sulla versione
PlayStation 4 del gioco, al fine di godere al meglio dell’esperienza offerta dagli sviluppatori.
Requisiti di Sistema (tratti dalla pagina Steam del gioco)
MINIMUM:
- OS: Windows 7, 64-bit
- Processor: 3.0GHz CPU Dual Core
- Memory: 4 GB RAM
- Graphics: Geforce GTX 750 / Radeon R7 260X
- DirectX: Version 11
- Storage: 6 GB available space
- Sound Card: DirectX compatible sound card
RECOMMENDED:
- OS: Windows 7, 64-bit
- Processor: 2.4GHz CPU Quad Core
- Memory: 8 GB RAM
- Graphics: Geforce GTX 780 / Radeon R9 290X
- DirectX: Version 11
- Storage: 6 GB available space
- Sound Card: DirectX compatible sound card
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Verdetto
8.5 / 10
Mi sono bagnato tutto!
Commento
Pro e Contro
✓ Comparto artistico fenomenale
✓ Animazioni eleganti e splendide da vedere
✓ Colonna sonora in perfetta armonia col gameplay
✓ Incredibile da vedere e da giocare
x Debole sul lato Gameplay
x Un po' troppo breve
x Pesanti problemi di ottimizzazione (esclusivamente su PC)
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