Cosa dite? il titolo è in lingua madrilena e non in Italiano? Va tutto bene o quasi, o meglio, la Spagna c’entra poiché i ragazzi di Playstark, software house con sede dalle parti di Barcellona ci ha consentito di provare in open beta il suo ultimo work in progress, Agents: Biohunters, attualmente disponibile in free to play, ma che tuttavia vedrà tra non molto la dirittura di arrivo sugli scaffali virtuali della nota piattaforma videoludica, non solo per PC, ma anche per PS4 e Xbox. Il Mondo è in pericolo, stavolta enormi creature stanno minacciando l’esistenza del pianeta e starà a noi Agents porre fine a questa minaccia.
La trama di Agents: Biohunters è sostanzialmente semplice, tanto quanto il gameplay che si traduce in un tag battle tra un paio di squadre da tre che, mentre si fanno fuori a vicenda, affrontano le creature ostili disseminate sulla mappa, il tutto mentre si tenta di capire gli obbiettivi della missione.
Esplorazione, collaborazione e strategia...ma nei tag battle le varie squadre sapranno cogliere il meglio da Agents: Biohunters ?
Per prima cosa, dobbiamo localizzare i cristalli sparsi qua e la, una volta trovati bisogna eliminare un certo numero di creature per impossessarsene. trovati tre cristalli dobbiamo difenderli dalla squadra avversaria per accedere all’arena principale dove ci scontreremo con il boss che dovremo fare a “pezzi “, ma prima che lo faccia l’altra squadra dalla quale dovremo ovviamente difenderci. Detto così sembra complicato, ma trovare il giusto bilanciamento nel formare la squadra da una rosa di sei agenti, posizionare le stazioni per il respawn, torrette varie per difesa e attacco saranno cruciali per la strategia di gioco.
Forte del “Technology Innovation Award” conferito dal Wall Street Journal nell’ormai lontano 2009, il software Unity si è rivelato flessibile nell’adattarsi al multiverso videoludico. E perché non utilizzarlo, si son detti in Playstark, mentre cercavano il calcio d’inizio almeno sotto il profilo tecnico? Ma non sempre è tutto oro quello che luccica, e anche Unity, soprattutto rispetto a motori grafici più evoluti, ha bisogno di esperienza per poter rendere. Questo preambolo per dire che, allo stato attuale il lavoro svolto dai discendenti di Miguel de Cervantes, risulta fin troppo acerbo perfino per un open beta, nonostante lo stile grafico adottato si riveli gradevole e quantomai azzeccato nel suo stile cartoonesco.
Il primo impatto non è stato dei più positivi, schermate scialbe, non selezionabili e lo spettro delle microtransazioni mi hanno alquanto demoralizzato. Tutto parte molto lentamente, anche perché l’unica modalità disponibile è proprio il tag battle di cui sopra, dove procedere a tentoni per capire cosa fare in mancanza magari di uno story mode che faccia da tutorial è la parola d’ordine. Dopo aver digerito comandi non ottimizzati e alcuni bug da limare, devo ammette che questo Agents: Biohunters, una volta lucidato, potrebbe avere delle possibilità.
In pieno stile mmorpg dovremo fare letteralmente a pezzi un mega boss in una arena…
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