Dati raccolti dal Ministero per la Salute giapponese rivelano un aumento dei giovani usano videogiochi. Nello specifico, sempre più ragazzi giocano nei giorni di scuola. Un articolo del Japan Times dimostra l’aumento comparando i dati a quelli di ricerche svolte dieci anni prima e parla delle differenze a seconda dell’età. La notizia da subito non sorprende. Tuttavia, è utile pensare a cosa significhino questi dati.
Prima di tutto, diamo un’occhiata alle statistiche. Dopodiché, serve spendere due parole per capire cosa fare di queste percentuali. Alla fine,
i numeri non parlano da soli, no? Vediamo un po’ cosa possiamo dire in proposito. Insomma, non è un articolo che parla di
videogiochi e violenza fra i giovani,
non sarà poi così male.
Le statistiche
Prima di tutto:
cosa dicono le statistiche? La ricerca si concentra sui bambini del quarto anno di elementari. Di conseguenza, stiamo parlando di
bambini di circa 10 anni.
In primis, i bambini giocano più a lungo con i videogiochi nei giorni di scuola a 10 anni rispetto a quando ne avevano 6. Su circa 26’000 persone,
si passa dal 71,2% durante il primo anno al 48,1% del quarto anno di giovani che usano videogiochi per meno di un’ora nei giorni di scuola. Il resto dei rispondenti gioca un’ora o più. Il calo è degno di nota.
Tuttavia, è bene sottolineare che
la maggior parte di chi gioca per più di un’ora al giorno, lo fa per meno di due ore. Di fatto, la percentuale dei giovani che usa videogiochi fra una e due ore al giorno nei giorni di scuola è il 38,7%.
Ogni percentuale riportata era più bassa nelle ricerche precedenti, svolte su bambini di 10 anni nati nel 2001.
Una statistica che non può mancare è quella della
preoccupazione in famiglia. Mentre fra i genitori di bambini nati nel 2001 era il 34,4% a essere preoccupato per le abitudini di consumo di media dei figli, per i bambini nati nel 2010, il dato sale al 58%. Inoltre,
alcuni genitori hanno lamentato cambiamenti nel comportamento dei bambini.
La lettura
Cosa vuol dire tutto questo?
Le statistiche sono preziose. Anzi, di più! I dati sono fondamentali per capire cosa succede in una società. Raccogliere informazioni serve a diagnosticare problemi e a fornire interpretazioni. Detto questo,
a seconda dei dati che si raccolgono, possono venire fuori interpretazioni differenti. Nell’articolo i dati vengono proposti accanto ad affermazioni sulla preoccupazione dei genitori. Sul piano cognitivo, l’associazione di idee è naturale. I bambini giocano di più e i genitori sono preoccupati. I giovani usano più videogiochi, il che è un male. Questa non è che una lettura possibile. Tuttavia,
non si hanno informazioni sul tipo di giochi, sull’atteggiamento nei confronti dello studio, o altre informazioni utili a trarre conclusioni definitive.
Come influisce il gioco sulla carriera scolastica?
Come influisce il gioco sul benessere mentale di un bambino? Si è già parlato di ricerche che collegano i videogiochi a effetti positivi sulla psiche di giovani e adulti.
Più tempo speso sui giochi potrebbe, ad esempio, essere collegato alla gestione dello stress scolastico o familiare. O, più semplicemente, potrebbe essere la conseguenza di migliore accessibilità. Un altro dato che viene menzionato nell’articolo, infatti, è la
maggiore diffusione degli smartphone. Il numero di bambini che a 10 anni hanno accesso ad un telefono è raddoppiato rispetto al 2010.
In conclusione
La semantica non è solo una questione di significato delle singole parole. È anche come si costruisce un discorso. Quando si sente parlare di giovani che giocano molto ai videogiochi, spesso vengono in mente immagini negative della cosa. In particolare,
siamo abituati a pensare ai videogiochi come svaghi inutili o dannosi. Per questo è giusto domandarsi quale siano i presupposti e l’inquadratura, quando leggiamo un articolo o ascoltiamo un discorso. Insomma,
anche questo articolo ha una posizione!
E i numeri?
I numeri sono utili. Anzi, sono fondamentali. Ma sono l’inizio di una conversazione. Ci sono interpretazioni più o meno verosimili, e sicuramente più o meno parziali. Detto questo,
se i genitori sono preoccupati, le loro ansie hanno importanza. Non ci sono dubbi. Quello su cui obiettiamo, tuttavia, è la connessione negativa fra videogiochi e comportamento dei bambini.
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