Un concetto estremamente complicato espresso da personaggi tozzi e poligonali, con movimenti e reazioni al limite dell’esasperazione comica. Ecco, questo è Say No! More. Un videogioco che parte mettendovi all’ultimo posto della catena alimentare – lə stagista – e vi piazza all’interno di un’azienda in cui vige una sola singola regola: dire di sì a qualunque richiesta. Questa azienda è l’unico mondo mostrato. Non c’è nulla all’infuori, oltre a un coinquilino che insiste affinché paghiate per l’ennesimo mese anche la sua parte di affitto. Questo è il vostro mondo. Ora non dovere fare altro che dire di sì. Perché tutti dicono di sì, e vi dicono che è così che si fa.
La rivoluzione parte da un’audiocassetta, in cui
un life coach, con un look che grida anni ’80, stravolge questo assioma e
vi dice di ribellarvi. Basta una singola parola per sconvolgere quel mondo.
Dire di no.
Noi cosa facciamo? No.
In
Say No! More questo
no ha una forza titanica. Distrugge pareti, fa crollare colonne, lə vostrə colleghə verranno scaraventatə via, il mobilio volerà in aria. L’azienda, questo vostro mondo, ne viene letteralmente distrutto.
Lə giocatorə però in tutto questo può fare poco. Ogni singolo tasto, o comando, serve per dire
no. Con varianti, intensità e sottigliezze differenti.
I movimenti sono automatici, e il personaggio si muove su un binario prestabilito che non può essere controllato.
Tutto ciò che si può fare in Say No! More è dire no, e seguire la trama di questa prima giornata da stagista.
Mi permetto di dire no a delle richieste senza per questo sentirmi in colpa ed egoista
Oltre il no di Say No! More
Il concetto di
imparare a dire no, espresso da
Say No! More, può sembrare banale, semplice.
Ma è qualcosa di estremamente importante e di difficile da attuare. Poter dire di no, esprimere un nostro bisogno, così da non sacrificarci costantemente per gli altri, è uno dei nostri diritti assertivi. Inoltre, questo è un
no che grida a pieni polmoni la voglia di un cambiamento.
Say No! More vuole dire no alla solidarietà negativa, che spinge a voler perpetuare uno stato di malessere e di ingiustizia perché, per primi, lo si subisce.
È il considerare valida l’esperienza altrui solo se sofferta quanto la nostra. Ecco che quindi
Say No! More vuole
dire no al crunch (per esempio), alle condizioni di lavoro degradanti, alla mancanza di diritti. Ma vuole dire no anche a quella
positività tossica che ci spinge a ignorare il nostro malessere, e a sorridere sempre.
Say No! More è quindi in parte denuncia, e in parte istigazione al
prenderci cura della nostra salute mentale ed emotiva. E dice tutto questo con una semplicità disarmante.
Il nostro life coach in tutina altro non è che uno psicologo dai modi molto poco ortodossi. Ci spiega il valore del
no, ci fa prendere coscienza delle nostre azioni e ci aiuta a mettere in pratica ciò che impariamo con degli esercizi.
Say No! More è la dimostrazione che con poco si può fare tanto. Solo, avrei preferito poter fare qualche mossa in più. Giusto qualche passo.
Voto e Prezzo
7.5 / 10
10€ /15€
Commento
Pro e Contro
✓ Comicità esasperata che a suo modo diverte
✓ In tre ore dice moltissimo
x Mancanza di controllo
x Ma con qualche ora in più avrebbe potuto dirlo meglio
x Un paio di citazioni ai Simpson che boh...
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