Questa recensione – paragone tra Detroit Become Human e Io, Robot è frutto di una collaborazione con DLCompare, che ci ha gentilmente fornito il codice review.
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Che parallelismo facile quello tra Detroit Become Human e Io, Robot non è vero? O Quello tra Detroit Become Human e Asimov in generale. E grazie al gingillo robotico. Lo copia in tutto e per tutto, e senza remore. Cioè, lo copia, ci prova, sbagliando qualsiasi cosa però. Perché Detroit non funziona né come racconto né come videogioco. E’ davvero un rottame che andrebbe abbandonato nella discarica alla prima occasione. E se possibile, eviterei di lasciargli anche comodi pezzi in giro che può raccogliere per ritornare in forma smagliante e più sopra le righe che mai. Qui, prima di iniziare, mi domando: non sarebbe meglio evitare di copiare un qualcosa, se non si è in grado nemmeno di gestire il medium che si vuole usare?
Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva danno Prima Legge della RoboticaCome avrete capito non sarò delicato in questa recensione per PC di Detroit Become Human. Quindi tratterò il gioco come un automa, però un automa che tenta di, o che si presuppone essere di alta fascia. Secondo le leggi della robotica di Asimov, questo particolare robot è soggetto a ben quattro leggi, e non tre. Ma andiamo con ordine. La prima legge della robotica è stata infranta più e più volte durante il mio gameplay. Perché ho pianto? Perché ero emotivamente coinvolto? No, perché mi sono ferito fisicamente per cercare di andare avanti in quello che non è neanche lontanamente un videogioco con una storia funzionante. Ok, ok, le meccaniche di per sé funzionano. Ma per forza: devi solo camminare, interagire con degli oggetti scriptati e fare delle scelte narrative. Non penso sia così assurdo da fare. Quello che davvero fa la differenza in questi giochi è la narrativa, e Detroit Become Human ha una sola storia funzionante: quella di Connor. Le altre sono superflue( quella di Kara più di tutte), se non dannose.
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Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge Seconda Legge della RoboticaVoglio farvi una domanda: in base a quello che avete letto fino ad ora, Detroit Become Human avrà rispettato la seconda legge della robotica di Asimov? Ma quando mai… Ma neanche a sperarci. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché non contravvengano alla prima legge. Eh. Gli ordini li ha seguiti eccome. David Cage ha deciso di farci giocare la sua storia così come l’ha scritta alla prima stesura. Una sola storia però, perché tutte le altre sono derivative dalla prima, sono affluenti del primo fiume, ma non sono fiumi. Quindi, Detroit Become Human ha seguito gli ordini di un umano, facendo, però, del male a me e a chiunque abbia giocato questo titolo. David Cage, l’uomo che in un mondo parallelo condurrebbe “Chi Vuol Essere Milionario”. Male, ovviamente.
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Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge Terza Legge della RoboticaChe fatica. Vi assicuro, che fatica scrivere di un titolo così vuoto. Non sembra neanche di scrivere di un videogioco, sembra di guardare un freezer dopo Santo Stefano, quando i rimasugli sono stati spazzati via dallo zio ubriaco che aveva “un certo languorino”. Un robot deve proteggere la propria esistenza. Detroit Become Human non si protegge, per niente. Anzi, si lascia completamente andare al suo destino. Sa benissimo di non essere altro che il tentativo disperato di quel regista fallito di Cage. Ciò che mantiene in vita questo titolo, è la passione che hanno i giocatori verso i lavori di Quantic Dream. E questa è una cosa meravigliosa, perché quello studio si meriterebbe davvero tanto. Tutto il comparto visivo è realizzato con i controfiocchi e quel poco gameplay che ci sta è funzionante. Il problema è Cage. È lui che scrive storie senza capo ne coda e fa si che non solo il suo robot vada contro se stesso (una sorta di battaglia tra Detroit Become Human vs i robot), ma che per tentare di sopravvivere grazie all’amore incondizionato dei videogiocatori, finisca per ferire quest’ultimi, le sue vere colonne portanti. Che amarezza.
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Un robot non può recar danno all’umanità e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità riceva danno Legge Zero della RoboticaChiudiamo questo parallelismo tra Detroit Become Human e Io, Robot con una sorta di appello: evitate di alimentare le batterie di questi titoli.
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